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Reportage Lampre - Intervista a Franzoi: «Continuerò comunque col cross»

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Enrico, ti appresti ad iniziare una stagione, per te mai finita, in cui affronti il passaggio al professionismo da Campione Italiano di Ciclocross e dopo l'esordio nella gara Elite del Mondiale a St-Wendel (Germania) con un ottimo 8° posto. Raccontaci le tue sensazioni.
«Sono abbastanza soddisfatto di come è andata la stagione invernale. Al momento attuale sono anche 4° nel Ranking mondiale, e sinceramente non mi aspettavo già da quest'anno di essere ai livelli dei più forti. Ora mi aspettano gli ultimi tre appuntamenti della stagione, la finale di Coppa in Francia e le ultime due prove di Super Prestige in Belgio. Domenica spero di arrivare sul podio, punterei più alla vittoria perché mi sono un po' stancato di essere sempre piazzato, ma se arriva il podio sarò lo stesso contento». (Per la cronaca, è poi arrivato terzo dietro a Nijs e Groenendaal, ndr)
A St-Wendel senza i problemi meccanici che ti hanno frenato pensi che avresti potuto resistere almeno all'andatura del francese Mourey e lottare così per il 4° posto?
«Il percorso tedesco era un tipo di percorso per me nuovo, non avevo mai avuto la possibilità di correre su quel tipo di terreno. Ho avuto tanta sfortuna perché forare tre volte non è da poco, e come se non bastasse avevo fatto fuori proprio tutti i tipi di gomme specifiche per il ghiaccio».
Lo stradominio belga nel Ciclocross potrà essere contrastato tra qualche anno dalla coppia Franzoi-Malacarne, o credi che siano troppi per fare la differenza?
«Malacarne quest'anno è andato fortissimo e crescerà. Io ho corso tutto questo inverno in Belgio, e mi sono reso conto che non è facile correre con loro, però a forza di stare a contatto con i campioni credo di avergli preso un po' le misure e spero il prossimo anno, con i Mondiali in Olanda, di arrivare almeno al podio».
Venendo al ciclismo su strada, speri ancora che il giorno della Parigi-Roubaix piova?
«L'ho detto ovviamente per scherzare, perché in fondo non so neanch'io se sono adatto a correre sul pavé visto che devo ancora provarci. La corsa a me piace, è il tipo di corsa e di ambiente che preferisco, anche perché penso di essere mentalmente predisposto per queste tipologie di gare. Il problema principale sarà solo la distanza, perché credo che la tecnica in bicicletta ce l'abbia. La distanza mi manca, ma negli ultimi tre giorni ho fatto 600 km, per cui sto lavorando in questo senso sin da ora».
Oltre alla Roubaix, quali sono le corse che vorresti correre ed a cui ti senti più adatto?
«Corse come il Fiandre, anche se è molto più duro, magari arrivare davanti alla Gand-Wevelgem sarebbe già una grossissima soddisfazione. Comunque alla Roubaix darò tutto, cercherò di aiutare Bortolami e Pieri, dal canto mio spero al più di inserirmi in qualche fuga. Sarebbe il massimo».
Le corse che farai in strada saranno finalizzate comunque al Ciclocross oppure cambierai prospettive dopo il professionismo?
«La prima parte della stagione su strada posso farla bene e puntare a disputarla come si deve; quando arriverà settembre inizierò ad allenarmi per la stagione invernale di Ciclocross, dove per me e per la squadra sarà importante fare bene. La mie stagioni saranno da ottobre ad aprile, non da marzo ad ottobre, proprio per continuare il cross».
Allora i tifosi italiani di Ciclocross continueranno a vederti impegnato in questa disciplina per molto.
«Assolutamente si».

Mario Casaldi    

 

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