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Reportage Lampre - Intervista a Bonomi: «Sanremo e Campi Elisi nei sogni da bambino»

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Da quanto dice Martinelli nelle sue dichiarazioni, pare proprio che il 2005 di Bonomi, Bennati e Marzoli sarà pieno di sacrifici e un pochino avaro di spazi e possibilità: la vocazione della Lampre-Caffita verso le classifiche dei Grandi Giri vi penalizza?
«Certamente i due portabandiera della Lampre-Caffita, Cunego e Simoni, sono adattissimi alle classifiche generali delle corse a tappe e la squadra è chiaramente votata a quel tipo di gare e ad un certo tipo di lavoro che esula un po' dal discorso volate. Di uomini adatti a questo tipo di lavoro ce ne sono certamente pochi, non possiamo contare su un treno, però il calendario che è stato fatto, almeno per quanto mi riguarda, è stato stilato in modo di arrivare in condizione verso particolari appuntamenti adatti alle mie caratteristiche, e per puntare a vincere».
Quindi la tua partecipazione in Australia mira ad avere una buona condizione per la Milano-Sanremo?
«Sì, esatto. Tirreno-Adriatico e Milano-Sanremo e le classiche del Nord in Belgio, tra La Panne, Fiandre e Roubaix, saranno gli appuntamenti iniziali della mia stagione. Lì dovrei raggiungere la forma migliore, ed ovviamente vincere qualche corsa tra quelle appena indicate dovrebbe consentirmi, nel caso, di ritagliarmi spazi maggiori e maggiore considerazione».
Nel 2004 con Gabriele Balducci sei stato protagonista di una buona campagna del Nord (anche se nelle corse minori) per una Saeco orfana di Pieri.
«Purtroppo quello che è mancato nello scorso anno è stato lo spunto vincente. Sono andato bene per tutta la stagione, ma nell'arco delle corse non ho mai trovato un picco di condizione che mi consentisse di arrivare davanti e vincere qualche bella corsa. Quest'anno dovrebbe andar meglio: abbiamo cercato di sostituire un tipo di stagione che andava da gennaio a novembre in termini mediamente buoni, con una che si concentri ad arrivare in periodi precisi in condizioni ottimali e magari calare in determinati periodi dell'anno. Questo è anche il motivo per cui in Australia non ero al top, anche se comunque qualche piazzamento l'ho conquistato».
Quali saranno questi appuntamenti della stagione a cui punti?
«Tirreno-Adriatico, Milano-Sanremo e le classiche del Nord già citate in precedenza. Poi credo che farò il Tour de France, e in preparazione di questo appuntamento correrò il Giro di Romandia, il Giro di Catalogna e il Criterium del Delfinato. Poi, dopo il Tour, si vedrà».
Il lotto dei velocisti sembra comunque parecchio agguerrito. Pensi di poter competere con i più forti?
«Bisognerà combattere con Petacchi e Cipollini, e non solo: ma io sono pronto, si può fare. Ovviamente Petacchi ha anche una squadra costruita su di sé, ma lui ha dimostrato di essere veramente il più forte. Ma le corse son tante, come è tanta la voglia di vincere. In qualche maniera vedrete che riuscirò a sbucar fuori tra queste ruote».
L'esperienza in Australia la giudichi positiva?
«Negli anni scorsi ho sempre iniziato in Qatar, tipo di corsa completamente diversa: c'è molto vento, grossa selezione con i ventagli, quindi o si andava a tutta o si restava tagliati fuori. In Australia c'è più possibilità di allenarti in un range abbastanza ampio: pianura, salita, diversi percorsi, quindi si ha la possibilità di rifinire bene la preparazione. È stata senz'altro una buona esperienza».
Nella speranza che tutto vada secondo i tuoi piani, che sono molteplici e difficili, una speranza per Madrid la nutriresti, anche solo per dare una trenata a Petacchi?
«Adesso no, sicuramente no. I miei obbiettivi odierni sono le corse di un giorno e far bene adesso. Poi, una volta arrivate queste cose credo che Madrid possa venire come conseguenza naturale, o quasi. Io punto ad andar forte a Tirreno, Sanremo insieme a Bennati e nell'immediato: diciamo che andrò avanti "step-by-step"».
C'è una corsa nel panorama italiano che ti piacerebbe particolarmente vincere o a cui sei particolarmente legato?
«La Coppa Bernocchi, dove l'anno scorso ho conquistato il terzo posto, è una corsa che non mi dispiacerebbe vincere. Nel Trittico Lombardo avrei solo da scegliere, ma penso anche al Giro della Provincia di Reggio Calabria... Ce ne sono veramente tante. Ma i miei sogni, sin da prima di diventare un corridore, sono sempre stati la Milano-Sanremo ed i Campi Elisi di Parigi, l'ultima tappa del Tour de France: d'accordo che si chiamano sogni, ma sarebbe un peccato non inseguirli».
 

Mario Casaldi


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