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Freire vuole la corsa dura - Intervista al tre volte campione del mondo

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La seconda tappa della Tirreno è stata modificata per il maltempo: tu speravi di fare più salita o sei contento di questa modifica anche in ottica della vittoria finale?
«Sono contento perché c'era brutto tempo, altrimenti per me non sarebbe cambiato molto. La preparazione è già ad un ottimo punto qui alla Tirreno visto che l'allenamento è stato fatto molto, e bene, durante questo inverno: quindi i cambiamenti di percorso non mi scalfiscono molto».
Come hai visto Alessandro Petacchi durante queste tappe nervose?
«L'anno scorso si staccava in questo tipo di tappe, invece adesso arriva nei primi 20-30 corridori. Credo che questo sia sintomo di un bel miglioramento fatto in salita e sulla resistenza. Sotto questo punto di vista ha fatto molti passi avanti».
Però Freire in questo tipo di percorsi e con questo tipo di arrivi rimane comunque l'uomo da battere.
«Petacchi è migliorato molto, è vero, ma per vincere in salita, o fare comunque secondo o terzo il concetto cambia, e cambia tanto. Una volata in pianura può essere vinta anche con una condizione che si aggira sul 70-80%, ma in salita la condizione è troppo più importante: e poi dipende anche dal tipo di salita. Quella di Tivoli, per esempio, non era facile: qualcuno aveva pronosticato Alessandro Petacchi come possibile vincitore, ma vi assicuro che anche io ho faticato un po' prima di trovare la sparata vincente».
Quella di Tivoli è stata comunque una dimostrazione di forza impressionante. Puoi raccontarci quella volata atipica?
«Quando mancavano 300 metri c'erano due-tre corridori davanti che erano partiti intorno all'ultimo chilometro. Tutti si aspettavano qualcosa da me, ma io non potevo partire ad un chilometro dall'arrivo perché la salita non era tanto dura da staccare il resto del gruppo. Avevo fiducia nel fatto che sarei potuto arrivare in cima con una buona gamba, il problema era che i corridori che erano partiti avevano preso un po' di distanza: così sono partito dietro Brochard, ma mi sono accorto che non aveva tanto spazio per riprendere Vicioso. Così ho saltato anche il francese e sono riuscito a passare anche il mio connazionale a pochi metri dall'arrivo. Certo questo non sarebbe stato possibile se non avessi avuto un'ottima condizione».
Condizione che in vista di Sanremo sembra essere a puntino.
«In effetti sto davvero bene e se continuo così credo proprio che sarà difficile staccarmi sul Poggio. Il problema non è trovare la condizione, in una gara come la Sanremo, ma sarà trovare la fortuna. In tutti gli anni che ho corso la Classicissima non l'ho avuta quasi mai. Solo l'anno scorso ho ottenuto un grande risultato, ma credo avrei potuto vincere anche diversamente partendo un po' prima, perché stavo bene e forse mi mancò un po' di fiducia nelle mie possibilità. Sicuramente se la gara diventa dura per me sarà meglio».
Come vedi la situazione tattica della Sanremo e quali credi saranno, oltre Petacchi, i corridori da battere in caso di arrivo in volata?
«Una squadra fortissima come la Fassa Bortolo sarà difficile da scardinare. Nessuno dei corridori presenti in gara alla Tirreno-Adriatico attualmente è in grado di far la differenza sulla Cipressa o sul Poggio, e credo neanche quelli alla Parigi-Nizza. Premesso questo, è scontato che io creda che quest'anno sarà molto più facile che si arrivi in volata rispetto agli anni passati. Soltanto un Bettini al 100-110% potrebbe essere in grado di far saltare la Fassa. Se si arriverà in volata c'è tanta gente, sicuramente. Per prendere la ruota di Petacchi si fa tantissima fatica, è questo il vero problema. L'anno scorso, per esempio, Zabel mi tolse la ruota di Alessandro; l'ho lasciato, ma dopo non ho avuto nessun problema per fare la volata. Ecco, questo succede poche volte: quest'anno spero di trovare qualche compagno di squadra che possa accompagnarmi in cima al plotone e dopo fare la mia volata».
A proposito di Bettini, puoi dirci dal gruppo che impressione ti dà?
«Bettini è un corridore che con poco allenamento può fare delle bellissime gare. Nella Sanremo sicuramente lo vedremo davanti, ma come ho già detto dovrà essere almeno al 100% per arrivare da solo, o con due-tre corridori e poi giocarsi la vittoria con quel gruppetto. Adesso non lo vedo al top, ma manca ancora una settimana, avrà tempo per migliorare».
Qual è l'errore che non si deve fare per provare a vincere la Classicissima?
«Se si sta bene non è difficile mantenere una buona posizione, comunque è importantissimo prendere in testa al gruppo le ultime due curve e gli inizi delle salite. Tante volte dipende tutto da come si sviluppa la gara, se diventa dura è indecifrabile. Ma non sempre questo basta: l'anno scorso sembrava che la Fassa Bortolo avesse pilotato in maniera perfetta Petacchi, ed invece si piantò a 50 metri dall'arrivo ed arrivò addirittura quarto, gli è mancata la gamba. Ha avuto un'opportunità grandissima, e quest'anno sarà lo stesso. Soltanto se le condizioni climatiche dovessero essere cattive l'ipotesi volata sarà scongiurata, ma in tutti gli altri casi credo che lo sprint sarà l'epilogo più probabile della corsa».
Cosa ne pensi in merito alle voci che vorrebbero che la Sanremo fosse un po' più dura, magari con l'aggiunta di altri strappi e colli a quelli presenti?
«La Sanremo è diversa dalle classiche del Belgio, è sempre stato così. Io non penso che debbano cambiare il percorso, non devono farla più dura: quei tipi di corridori hanno altri tipi di Classiche da vincere, ognuno gioca le carte che ha a disposizione sui terreni a lui più congeniali. E la Sanremo è congeniale per i corridori con le mie caratteristiche».
Finora non abbiamo nominato Cipollini. Lo consideri ancora un rivale oppure vista anche l'età credi non possa tenere il ritmo dei migliori in una corsa dura e lunga come la Sanremo?
«In questi giorni lo vedo per le prime volte durante quest'anno, ed in salita non lo vedo brillante come gli altri anni. Ma se Mario passa la salita... sicuramente può anche vincere. Come stanno facendo qui alla Tirreno, però, quando si accorgono che Cipollini soffre un po' le altre squadre tirano a tutta per farlo staccare e presumibilmente questo accadrà anche tra una settimana. La Fassa non tirava così gli anni scorsi in salita perché Petacchi soffriva, ma ora che ha dimostrato di saper tenere bene tirano forte anche negli strappetti e nelle salite brevi. Ognuno gioca al suo modo, usa la sua tattica. Cipollini lo vedo un po' indietro rispetto a Petacchi, perché lo spezzino ha una gamba migliore in salita rispetto all'ex iridato».
Corridori come Kirchen o Kessler potrebbero essere le variabili impazzite della Fassa Bortolo e della T-Mobile per cercare di togliersi il peso e la responsabilità del controllo della corsa e lasciare questa incombenza alla Rabobank?
«Io credo che Kirchen tirerà per Petacchi: sfrutterà, e la Fassa con lui, la sua buona condizione per tappare le eventuali fughe. La Fassa Bortolo ha in squadra un corridore che ha vinto tanto e che si trova in una condizione buona, sarebbe un peccato ed uno spreco non tentare. E poi ogni anno cambia; l'anno scorso ad Alessandro mancò la gamba, è vero, ma il 2005 non è il 2004. Quest'anno sicuramente proporranno lo stesso schema dell'anno scorso. Speriamo che anche il finale possa somigliare a quello dell'anno scorso».

Mario Casaldi

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