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Donoratico, la voce dei giovani - Intervistiamo Chicchi e Grillo, piazzati nel GP Costa degli Etruschi

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Lo sprint vincente di Petacchi - Foto Bettini


Pagliarini, Petacchi e Chicchi sul podio a Donoratico - Foto Sardelli

Francesco Chicchi
Francesco, un ottimo terzo posto. Puoi descrivere la volata?
«Hanno tirato per tutta la gara prima Petito e poi Hauptman. Quando siamo entrati negli ultimi 20 km ha incominciato, a rotazione, un po' tutta la squadra. All'ultimo giro abbiamo preso in mano le redini e ha tirato il classico treno dal quale è partito prima Sacchi e poi via via tutti gli altri».
Più dettagliatamente, chi erano gli altri davanti a Petacchi, in fase di volata?
«Erano rispettivamente Aug, Baldato, Velo e Petacchi. Dietro Petacchi c'ero io».
Quindi tu facevi la volata in proprio?
«Io coprivo la ruota di Ale e se era il caso, saltavo fuori. Poi all'ultima curva c'è stato uno sbandamento e ho perso un paio di posizioni e sono stato costretto ad arretrare. Davanti a me c'erano Quaranta, Bennati e Pagliarini che era stato il più bravo a prendere la ruota di Alessandro, che si trovava appunto davanti a lui. Siamo partiti lungo le transenne di sinistra perché c'era il vento che tirava da destra e sono rimasto un po' imbottigliato nelle retrovie. Quando ho visto che Pagliarini provava ad uscire, ho provato anch'io, ma ho dovuto fare il giro più largo. Sono riuscito a rimontare, ma Alessandro e Pagliarini mi hanno preceduto».
Sei soddisfatto della tua condizione?
«Sì, la condizione è buona ed anche le sensazioni sono buone. Era la prima corsa, 200 chilometri, ma la gamba spingeva bene».
Le avvertivi anche in allenamento queste sensazioni?
«Ad esser sincero, oggi sono andato meglio che in allenamento, forse era già troppo tempo che ci allenavamo».
Prossima gara?
«Il Giro del Mediterraneo dal prossimo mercoledì sino a domenica 13 febbraio».
Verrà anche Alessandro?
«No».
Allora sarai tu il velocista principe della Fassa Bortolo.
«Sinceramente, non ho ancora visto nel dettaglio le tappe. Mi è stato riferito che non sono durissime a parte l'arrivo sul Mont Faron. In quell'occasione noi velocisti saliremo del nostro passo. Speriamo comunque di far bene».

Roberto Sardelli




Petacchi alla partenza con la moglie - Foto Sardelli


Petacchi sul podio con la moglie - Foto Sardelli

Paride Grillo
Paride, dopo il debutto al Tour Down Under, quella di oggi è stata la tua prima corsa tra i Pro in terra italiana. Tutto sommato, un buon esordio. Descrivi la volata.
«Come era prevedibile, lo sprint è stato pilotato dal treno della Fassa Bortolo. Poi in sequenza venivamo Pagliarini ed io. Sul rettilineo c'era il vento di lato che soffiava da destra verso sinistra e quando è partita la volata, Petacchi era sulla sinistra, sul ciglio delle transenne, ed eravamo tutti un po' defilati. Alla fine Alessandro si è un po' impiantato e noi che risalivamo ci siamo un po' avvicinati, ma nonostante ciò, è riuscito a vincere di una bici».
Come ormai d'abitudine, le volate di Alessandro vengono sempre preparate dal suo splendido treno Fassa. Quello di oggi è stato uno sprint diverso da quei pochi che hai sin qui disputato tra i Pro?
«No, anche in Australia al Tour Down Under c'era la Cofidis che preparava le volate a O'Grady, però poi alla fine non c'era un vero e proprio treno. Si finiva con il disputare degli sprint più disposti orizzontalmente nella sede stradale e forse un corridore un po' più esplosivo come posso essere io poteva risultarne avvantaggiato. Oggi ero consapevole che la Fassa avrebbe corso in quella maniera ed il mio obiettivo era quello di prendere la ruota di Petacchi per poi cercare di saltarlo sul finale».
Che cos'è che non ha funzionato allora?
«Molti hanno provato a fare la volata, non solo i velocisti. C'era molta bagarre e sul finale ci sono stati continui sbandamenti. Pagliarini è stato il più lesto a porsi alla ruota di Petacchi, spiazzando anche Chicchi, che però credo abbia disputato la volata in proprio. Petacchi quando è partito è riuscito a fare il buco e anche se sul finale si è un po' impiantato, è riuscito a gestir bene il suo vantaggio ed a vincere più che nettamente».
Sarebbe stato diverso se tu fossi riuscito a prendergli la ruota?
«Batterlo è difficilissimo! Petacchi è un velocista eccezionale, oggi forse il più forte al mondo. Penso tuttavia che con me dietro, non gli sarebbe riuscito fare il buco. È ovvio però che partendo un po' indietro, dopo aver lottato per prendere la posizione e dopo che sei stato esposto anche al vento, ti trovi a disputare la volata che non sei più al 100% e sei già un po' stanco. Credo che ci siano solo due possibilità per battere Petacchi: prendergli la ruota e poi saltarlo, oppure agire con un treno di pari efficacia. Certo però che lui ha fior di corridori ad aiutarlo, con ottime potenzialità. Batterli non sarà certamente uno scherzo».
Al di là del quarto posto che è pure un ottimo risultato per un debuttante come sei tu, quali sono state le tue sensazioni in corsa?
«Stavo bene ed ai trecento metri ho anche pensato di anticipare la volata, c'era però vento di lato ed ho mollato un attimo cercando poi di uscire sulla sinistra. Ho fatto in pratica due volate e se sbagli un po' è chiaro che il risultato è compromesso».
Prossimo appuntamento?
«Il Trofeo Laigueglia il 15 febbraio. È un percorso più duro rispetto a quello di Donoratico ma in salita mi difendo abbastanza bene e cercherò di tener duro. Se ce la facessi ad arrivare con i migliori, troverò sicuramente molti meno velocisti rispetto ad oggi».

Roberto Sardelli




Valerio Agnoli in azione - Foto Sardelli


Dean Podgornik in azione - Foto Sardelli


Filippo Pozzato alla partenza - Foto Sardelli


Emanuele Sella alla partenza - Foto Sardelli


Domenico Pozzovivo alla partenza - Foto Sardelli


Grillo e Sella alla partenza - Foto Sardelli

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