Tour de France 2004 - Charleroi: Jaan Kirsipuu
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Un uomo ha morso un cane, Luciano Moggi ha detto la verità, Alessandro Petacchi ha perso malamente la prima volata del Tour de France. Quale di queste tre improbabili notizie si è verificata a Charleroi? Facile, la terza.
Lo aspettavano tutti, nella città di Re Carlo, come vincitore davanti a tutta l'aristocrazia dello sprint mondiale. E invece il nostro amato Alessandro Dinamite ha bucato clamorosamente l'appuntamento, ha steccato alla prima, ha rinviato, obtorto collo, l'esultanza di prammatica. Perché sia successo, non lo si può dire con certezza assoluta. Sicuramente un ruolo nel passaggio a vuoto di Petacchi l'ha avuto uno scarto maligno del solito irrequieto McEwen: a circa 350 metri dal traguardo, lo spezzino si trovava in quarta ruota, in posizione ideale per lanciarsi. Ma da dietro è sopraggiunto l'australiano, che si è infilato non si sa bene dove, spingendo (in maniera lecita: al limite, ma ahinoi lecita) il nostro uomo verso il centro della strada, al vento. Persa la scia e rallentato dall'aria in faccia, Petacchi si è come disunito, ha capito che forse, per questo giro, il carniere sarebbe rimasto vuoto, e ha palesato un subitaneo calo di potenza.
Ha chiuso ottavo, mentre le posizioni che contano se le giocavano altri uomini. Peggio è andata a Zabel, che era convinto di aver preso la ruota giusta (quella di Alessandro, appunto), e invece si è ritrovato risucchiato al nono posto.
C'è però da dire che il treno della Fassa Bortolo non ha forse funzionato al meglio delle proprie possibilità, se è vero che lo stesso Petacchi (che in genere non lesina complimenti e ringraziamenti ai suoi) ha ammesso che forse «i miei compagni sono partiti un po' troppo lunghi».
Mentre Alessandro valutava i perché e i percome della sua momentanea debacle, Jaan Kirsipuu riportava in auge il famoso proverbio della gallina vecchia. A quasi 35 anni l'estone ha infatti portato a casa altro che un brodino: tutti guardavano il suo compagno Jean-Patrick Nazon, ultimamente più avvezzo di lui ai traguardi del Tour, e invece proprio Jaan è spuntato prepotente ai 50 metri, bruciando McEwen e Hushovd. Quest'ultimo ha visto così fallire il proprio assalto alla maglia gialla, verso la quale si stava inerpicando tra un abbuono e l'altro.
Ma Cancellara è stato bravo a rintuzzare, cogliendo anche lui una manciata di secondi di bonus sui traguardi volanti: la caccia è rinviata a domani.
Sarebbe stato in effetti doppiamente beffardo per la Fassa Bortolo perdere sia la tappa che la maglia. Beffardo ma forse in qualche modo salutare, per riportare coi piedi per terra gli uomini di Ferretti. Non è infatti troppo sensato lavorare come disperati nella prima metà della tappa per riportarsi sui fuggitivi del mattino, per poi riprendere questi e veder partire una nuova fuga da inseguire. Quando i Fassa si gestiranno meglio, probabilmente Petacchi arriverà più lucido sul rettilineo finale.
Domani si bissa, con una tappa ancora più facile della precedente: da Charleroi si arriva a Namur, sempre in Belgio, dopo 197 km punteggiati da due sole salitelle. Aspettiamoci altre fughe e un nuovo sprint all'arrivo.
Marco Grassi