Sul più bello ecco Pozzato - Tour, finalmente ride anche l'Italia
Ci siamo ancora, ci siamo ancora. Questo rassicurante motto emerge dalle ruote di Filippo Pozzato, che a Saint-Brieuc, in Bretagna, ha vinto la sua prima tappa al Tour de France, regalando al contempo all'Italia la prima gioia in questa Grande Boucle, dopo giorni tormentati da cadute, ritiri, penalizzazioni, ritardi, tristezze e arrabbiature.
Non è che ora tutto ciò scompaia, di fronte alla vittoria del vicentino, ma almeno si ha un motivo per guardare con più serenità al prosieguo.
Bisognava arrivare dalle parti di Bernard Hinault, tuttora venerato, per vivere una giornata di bei movimenti del gruppo. Abbiamo rivisto la tattica spregiudicata del Team Csc già esibita alla Parigi-Nizza, con una cronosquadre improvvisata in testa al gruppo per spezzare il medesimo e giovarsi degli eventuali ventagli. Solo che qui non si dorme, e gli uomini di classifica sono rimasti tutti davanti, senza perdere tempo prezioso. Il frazionamento, quando c'è stato, ha interessato tutt'al più personaggi secondari (ma anche Voeckler, maglia gialla: meno male che è poi rientrato, siamo contenti che il suo sogno continui il più possibile).
Ventagli o non ventagli, l'attacco giusto l'ha scatenato negli ultimi 5 km l'impagabile Bettini, partito deciso insieme a Brochard, Hinault (no, certo che non Bernard, ma solo il suo omonimo Sébastien), Flores, Mancebo e Scarponi. Fiutata l'aria di fuga buona, ai sei si è immediatamente agganciato Pozzato, che nei piani originari della Fassa Bortolo si sarebbe dovuto dedicare agli sprint (ora che Petacchi è a casa), ma che ha preferito anticipare perché temeva un po' l'arrivo di massa.
Certo, vedere quel gruppetto all'avanguardia, ci ha fatti sobbalzare: assortito benissimo, e con quel paio di uomini da classifica che dovrebbero farsi vedere in prima linea sulle montagne, e non ancora adesso. Ma Mancebo e soprattutto Scarponi avevano l'occasione di recuperare sin da ora qualcosa su Armstrong. Purtroppo solo lo spagnolo ci è riuscito, mentre l'italiano si è visto piombare il gruppo alle spalle proprio sul traguardo. Peccato peccato, anche solo 5" riguadagnati sarebbero stati un toccasana per il morale di Michele.
A Pozzato invece è andato tutto bene, e il vicentino ha trovato per strada un amico prezioso: Bettini, pur correndo in un'altra squadra, è stato più di un alleato per lui (tanto che dopo il traguardo il giovane Filippo è andato a ringraziare personalmente Paolino): ai 2 km, infatti, è scattato Brochard, e proprio Bettini ha chiuso su di lui. A quel punto è scattato in contropiede Pozzato, e insieme a lui Mancebo. Ai due si è aggiunto in extremis anche Flores, che però ha speso tutto per rientrare, lasciando così campo libero all'acuto dell'italiano.
Simoni, invece, continua a non brillare: in avvio di tappa, si è staccato in pianura e ha faticato per una ventina di chilometri, affiancato dai suoi compagni, per rientrare sul gruppo dei migliori. Eppure il fatto che Gibo si sia messo d'impegno per non mollare definitivamente è un altro segnale da interpretare come positivo. Simoni c'è ancora anche lui, e in salita lo vogliamo vedere vero, non sbiadito come un anno fa.
Infine, la prima positività acclarata del Tour 2004: riguarda il 27enne belga Christophe Brandt, risultato non negativo al metadone (novità nel campo delle sostanze scovate all'antidoping) ad un test effettuato il 5 luglio. La sua squadra, la Lotto, non ha neanche atteso il risultato delle controanalisi per rispedirlo a casa. Prima di lui, e prima dell'avvio del Tour, era stato fermato Gorka Gonzalez, per ematocrito sballato. Per ora siamo nei limiti del fisiologico.
Marco Grassi