Mi manda Armstrong - Landis primo leader della Vuelta
Avevamo lasciato un postino americano in giallo ai Campi Elisi parigini alla fine del Tour, e un postino americano in giallo ritroviamo all'inizio della Vuelta. Cambia solo il nome, da Lance Armstrong al suo giovane coequipier Floyd Landis, già molto in evidenza alla Grande Boucle, e venuto in Spagna a fare il capitano. A regalare allo statunitense il primato in classifica è l'ennesima spettacolare cronosquadre della Us Postal: da León a León, quasi 28 chilometri di corsa contro il tempo per dare alla graduatoria della Vuelta un primo volto.
A dire il vero non erano nemmeno più attesi, i postini americani, visto che l'attenzione era focalizzata tutta sul primo duello in una grande corsa a tappe tra Damiano Cunego e Alejandro Valverde, ovvero i due giovani più rampanti del ciclismo mondiale. La consueta idiosincrasia dell'italico pedale con le cronometro relega il veronese nelle immediate posizioni di rincalzo: la sua Saeco ha chiuso la prova in nona posizione, con 1'38" di ritardo dalla Us Postal, mentre la Kelme di Valverde ha fatto meglio, piazzandosi quarta a 58" dai primi ma con 40" su Cunego e soci. La partita per ora è sull'1-0 per lo spagnolo, ma il centinaio di montagne (l'iperbole dovrebbe rendere l'idea sul percorso spagnolo) che verranno affrontate da qui a Madrid potranno spostare abbondantemente l'ago della bilancia, tutto sta ad aspettare e vedere che succede.
Certo, nell'ottica del possibile (temuto) ritiro di Damiano a metà Vuelta, sarebbe stato il caso che la Saeco si fosse mantenuta entro il minuto di ritardo dai migliori: meglio starà in classifica, meno Cunego avrà voglia di abbandonare una corsa che gli italiani non vincono dal 1990 (Giovannetti, e non è che prima avessimo fatto i cannibali in terra di Spagna, avendo assommato solo tre altri successi, con Conterno nel '56, Gimondi nel '68 e Battaglin nel 1981).
Se i postini hanno fatto la loro solita cronosquadre perfetta, anche i T-Mobile non si sono risparmiati: il secondo posto (a 31" dai vincitori) lancia subito Vinokourov, un altro di quelli che hanno le carte in regola per far saltare il banco sulle salite. Bene la Illes Balears di Mancebo e Menchov (56" il gap), discrete la Phonak di Hamilton (meno 1'01") e il Team Csc di Sastre (meno 1'24").
Risultato utile anche per la Fassa Bortolo, che si mantiene entro il minuto e mezzo (idem la Liberty Seguros del campione uscente Heras) e non compromette le chance di Cioni e Aitor Gonzalez, mentre Garzelli prende una mezza tranvata (Vini Caldirola 18esima a 2'12" dalla Us Postal) e vede la sua corsa subito in salita. Ma siccome siamo ancora al primo giorno di scuola, e a nessuno vogliamo negare la possibilità di sperare, non bocciamo il varesino, così come non bocciamo quell'Haimar Zubeldia che pare imbrocchitosi dopo lo splendido Tour 2003, e che ha condotto la Euskaltel all'ultimo posto a León (a 2'27" dai vincitori). Avrà tempo e modo per rifarsi: l'importante è che riesca a trovare anche le gambe.