Cartolina Postal - La cronosquadre fa volare Lance
Rieccoci: passano gli anni, passano le stagioni, ma alla fine ci ritroveremo sempre a parlare di una cronosquadre vinta dalla Us Postal. E' una situazione talmente ovvia che ormai fa parte del paesaggio, e quasi non dovremmo farci più caso.
E invece non possiamo non considerare, per l'ennesima volta, quanto accaduto: nonostante la trovata degli organizzatori di assegnare distacchi finti in luogo di quelli reali, per contenere entro margini umani i ritardi e non ammazzare il Tour al quinto giorno (ma non facevano prima a toglierla proprio, questa benedetta cronosquadre?), l'uomo davanti a tutti è sempre Armstrong, che a questo punto ci pare più forte e più convinto di un anno fa.
Anche perché gli avversari fanno quasi a gara per autoeliminarsi: Mayo caduto a Wasquehal è stato solo un anticipo dei ruzzoloni e dei vari incidenti visti oggi. La Phonak, la T-Mobile e il Team Csc, ovvero le squadre che dovrebbero duellare con la Us Postal Dominatrix, sono incappate in una serie incredibile di disavventure: la Phonak pativa per una foratura di Hamilton, e perdeva diversi secondi nell'occasione; la T-Mobile (Ullrich) perdeva presto Guerini, che forava e non veniva aspettato dai compagni; il Team Csc batteva tutti i record: foratura di Voigt al km 15, caduta di tre uomini al km 30, successivo cambio di bici in corsa per Basso, coinvolto nel precedente scivolone. E i Postini di Lance, imperturbabili, guadagnavano secondi su secondi.
Di Simoni, che il Cielo lo illumini, quasi non parleremmo. L'autolesionismo della Saeco ha qualcosa di incredibile. Per non essere stato aspettato dai compagni negli ultimi 200 metri (il ragazzo si era attardato di pochi secondi), Gibo ha tagliato il traguardo con un leggero distacco dal quinto (quello su cui viene preso il tempo), e così invece di godere del bonus (e chiudere con un onorevole 1'30" fittizio di ritardo da Lance) ha pagato per intero il suo ritardo reale.
Viene il mal di testa solo a spiegarla, questa storia. Viverla sulla propria pelle sarà stato cento volte più tremendo. Chi incolpare di tanta leggerezza? Simoni in primis? I compagni? O non, piuttosto, il team manager, che avrebbe dovuto spiegare per bene le regole ai suoi? Ma Corti (o Martinelli) le conosceva, queste regole?
Di fatto Simoni esce di classifica. Ha 3'22" di ritardo da Armstrong, ma da questo Armstrong, non da quello claudicante dell'anno scorso. Rientrare sarà pressoché impossibile. Ovviamente saremmo ben felici di essere smentiti, ma anche la fede ha un limite.
Tra tanta iella, Basso resiste a 1'17" dal texano, posizione migliore di quella di Heras, per dire. Scarponi, fin qui encomiabile, non poteva sperare che la Domina Vacanze si fosse trasformata in un Eurostar, e quindi si prende i suoi bravi due minuti e mezzo sul groppone e aspetta giorni migliori. In classifica i più quotati (oltre alla maglia gialla) sono tutti e due entro un minuto: più vicino Hamilton, e con una squadra forse migliore.
Andrà a finire che il famoso proverbio sugli amici da raccomandare a Dio ("che dai nemici mi guardo io") tornerà ancora attuale: il bravo Tyler è infatti umanamente molto vicino a Lance. Ma non avrà remore se dovrà attaccarlo. Nonostante ciò, questo è uno di quei giorni in cui viene spontaneo arrendersi anche alle mezze evidenze: questo qui è sempre fortissimo. Come fare a non pensare che la lotta, una volta di più, si combatterà per raggiungere il secondo posto?
Marco Grassi