Basso sogna sui Pirenei - Ma il Tour lo vincerà Armstrong
Versione stampabileIn quello che si profila come il sesto Tour (consecutivo) di Lance Armstrong, noi italiani ci godiamo l'irresistibile ascesa di Ivan Basso, vincitore di tappa oggi e a questo punto serio pretendente ad un posto sul podio. Nella prima frazione pirenaica il varesino è stato l'unico a tenere il passo di Armstrong, quando il texano è partito negli ultimi 3 chilometri, in contropiede su un precedente attacco di Mancebo e dello stesso Basso.
E al traguardo Lance non ha nemmeno disputato la volata, lasciando spazio alla prima vittoria di Ivan (prontamente dedicata alla mamma che non sta bene). Prima di questo bell'epilogo, ci sarebbe da segnalare solo che è bastato il ritmo della Us Postal sull'ultima salita per polverizzare tutti i rivali di Armstrong: e a 7 km dalla vetta di La Mongie Ullrich, Hamilton ed Heras già annaspavano nei bassifondi. Appena meglio Mayo e Simoni, ma se il panorama è questo il texano dormirà tranquillo fino a Parigi.
Angolo del buonumore: prendiamo la classifica generale dell'anno scorso e facciamoci quattro risate confrontandola con quella di questo venerdì. Primo Armstrong, e si commenta da sé. Secondo Ullrich, che ora è sedicesimo a 3'37" dal texano; terzo Vinokourov, ora (sigh) a casa semiinfortunato; quarto (con in più la clavicola fratturata, lo ricordiamo) Hamilton, attualmente 20esimo a 4'22" dal suo amico Lance; quinto Zubeldia (chi era costui?), che gravita al 60esimo posto a 24'42" da Armstrong; sesto Mayo, per il momento malinconico 32esimo a 6'42" dallo yankee.
Settimo, nel 2003, chiuse Basso, ma di lui abbiamo già parlato. E' però un ideale trait d'union con gli altri ragazzi che hanno fatto bene, fino ad oggi: Klöden si è comportato dieci volte meglio del suo capitano Ullrich, a La Mongie, e se domani non va in barca segnerà un sovvertimento delle gerarchie in casa T-Mobile; Scarponi, per essere al suo primo Tour, sta correndo in maniera magnifica, e oggi solo sull'accelerazione finale di Armstrong ha mollato, finendo comunque a ridosso dei primi; Mancebo era già stato tra i più reattivi, e a La Mongie ha anche attaccato Lance, scatenandone il contropiede. Non è lontano in classifica, ma purtroppo per lui (in prospettiva) è lentissimo a cronometro. Infine Voeckler, che merita un plauso per il modo baldanzoso con cui ha difeso il suo primato in classifica: coi primi sull'Aspin, inevitabilmente staccato sull'ultima ascesa, ha comunque limitato i danni a 3'59", guadagnandosi un'altra giornata in maglia gialla.
Domani si bissa sui Pirenei, e la tappa (Lannemezan-Plateau de Beille, 205,5 km) sarà ancora più dura: 7 colli (due di 3a, due di 2a, uno di 1a e uno - la salita dell'arrivo - hors categorie). Con questi chiari di luna aspettiamoci pure un nuovo allungo di Armstrong. Anche perché il percorso lo favorisce: tra lo scollinamento della penultima salita e l'inizio dell'ultima, ci sono 10 km di discesa e 23 di falsopiano. Chi, tra i cuor di leone del gruppo, si azzarderà ad attaccare l'americano, sapendo che poi questi avrebbe tanto terreno per recuperare già prima dell'ascesa verso Plateau de Beille? Pagheremmo, comunque, per essere smentiti.
Marco Grassi