Baila Moreni col Tricolore - Velocisti out, Cristian campione
Un po' tutti, già alla vigilia, se lo prefiguravano come possibile e degnissima maglia tricolore. Un po' tutti quelli che non erano cascati nell'equivoco di considerare il percorso di Santa Croce sull'Arno come terreno di caccia per velocisti, mentre gli altri aspettavano un impossibile duello Petacchi-Cipollini al traguardo.
La corsa ha invece preso altre pieghe, altre strade. A tratti ingovernabile come sa esserlo solo un campionato nazionale: avrebbe voluto controllarla Bettini, ma aveva solo due compagni con sé, e quindi addio progetti; avrebbe potuto tenerla in mano la Fassa, ma una volta capito che Petacchi al traguardo non ci arrivava, Ferretti ha lanciato il liberi tutti, mandando Pozzato a fare corsa d'avanguardia.
In quel momento, mancavano 58 km al traguardo, davanti c'erano Di Luca, Bossoni, e Simeoni, Bertolini, Solari, Bonomi. Prima della loro fuga (partita ai 70 km), si erano fatti vedere in avanscoperta Pinotti, Aggiano e Gobbi. Insieme a Pozzato sono andati a riagganciare i primi Gerosa, Murro, Marinangeli, Valoti, Bertagnolli e Moreni. Mòssosi, quest'ultimo, una volta capito che l'azione che ne sarebbe nata era decisiva: chi avrebbe inseguito una fuga così ben assortita, infatti?
Moreni ha così coniugato una notevole lucidità tattica con la sua eccellente forma fisica (tanto eccellente che già rimpiange di non poter essere al via del Tour, non inserito a suo tempo nei programmi stagionali). Ha atteso che fosse Di Luca a tentare la selezione sulla salitella, nel penultimo giro, ha accolto con estrema soddisfazione il fatto che a patire il forcing dell'abruzzese fossero i suoi stessi compagni di squadra, Bonomi e Bertagnolli, e Pozzato, ovvero il più veloce allo sprint del gruppetto.
All'ultima tornata ha provato ad allungare, ma si è reso conto che non avrebbe avuto spazio: meglio attendere la volata, allora, e dare tutto negli ultimi 300 metri. Se poi un'altra ruota veloce (Bossoni) va nel panico e si mette a scattare senza motivo né costrutto a un chilometro e mezzo dalla fine, sprecando così energie preziose che forse gli sarebbero valse qualcosa in più del quarto posto, la strada risulta vieppiù spianata.
Moreni ha così riportato a Mantova il titolo nazionale a 70 anni da Learco Guerra; ha coronato il suo sogno di vestirsi di bianco, rosso e verde; si è confermato come uomo importante in chiave azzurra e ha avanzato una candidatura valida in vista delle Olimpiadi se non dei Mondiali. Come risultati ottenuti in una sola giornata di lavoro non c'è male, vero?
Marco Grassi
La chiave tattica
C'era una forte sproporzione tra le varie squadre impegnate. Bettini è stato chiaramente sfavorito dall'avere soltanto due compagni con sé (Zanini e Bramati, gli unici italiani della Quick Step insieme a lui e a Paolini, assente), e così non è riuscito a inseguire in maniera congrua la fuga nella quale non aveva saputo inserirsi. E siccome lì davanti tutte le squadre erano bene o male rappresentate, l'attacco è andato a buon fine, con buona pace dell'ex campione nazionale.
L'Errore - Enorme quello di Bossoni, che si spreca in un inutile scatto a meno di due chilometri dal traguardo invece di preservarsi per lo sprint; ma sbaglia la valutazione anche Ferretti, che spreme la squadra per inseguire i primi fuggitivi di giornata (Aggiano, Gobbi e Pinotti) in chiave Petacchi, e poi capisce che lo spezzino non vincerà. Poi sarà Pozzato a tradire la Fassa, mollando troppo presto le ruote dei fuggitivi.
Ma.G.