Savoldelli: "Io al Tour? Forse no" - Il Falco fa il punto sul suo infortunio
Versione stampabile
Una vigilia di Pasqua funesta lo aveva lasciato, disteso sull'asfalto, per un quarto d'ora privo di sensi, dopo 30 chilometri di gara al Giro di Colonia. Si era temuto: il sangue su tutto il volto aveva fatto pensare a fratture alla testa; e sulle prime sembrava che braccio e clavicola destri si fossero rotti. Poi l'allarme si è ridimensionato: niente guai al cranio, a parte una serie di ferite in faccia che gli sono state suturate. L'unica frattura era al radio, mentre la spalla si era lussata.
Ma Paolo Savoldelli, mentre ringrazia i santi che ha in Paradiso per essere uscito malconcio ma non troppo da un incidente di tale gravità, ha ugualmente qualcosa da recriminare, sul piano sportivo:
«Quest'infortunio mi obbliga a rivedere tutti i miei piani per la stagione».
Come ti senti in questo momento?
«Adesso sto bene, lunedì 19 mi hanno operato per le ferite in faccia, non sento dolore. E il braccio è in fase di recupero: mi sono fratturato il radio, e allora venerdì scorso (16 aprile) mi hanno applicato dei tiranti di acciaio per permettermi di andare in bici e allenarmi; se avessi aspettato la calcificazione, avrei dovuto star fermo per 40 o 50 giorni, in questo modo invece accorciamo i tempi».
Sei già risalito in bici?
«Non ancora. Il mio fisico è debilitato, le difese immunitarie si sono abbassate. Per questo i medici mi hanno consigliato di stare a riposo per qualche giorno ancora».
Come ricomincerai?
«Con fatica: in due settimane di stop si perde circa il 40% della condizione, quindi ripartire, ritrovare la forma non sarà facile. Anche perché, lo ripeto, il mio fisico è debilitato».
Quando ti verranno tolti i tiranti di acciaio nel braccio?
«Tra quattro o cinque settimane, ma non influiscono negativamente sulla mia capacità di muovere l'arto».
Veniamo alla domanda che tutti si pongono: ce la farai a essere ai nastri di partenza al Tour de France?
«Non lo so. Non lo so perché se non sarò al massimo difficilmente partirò, e per sapere come starò devo aspettare qualche settimana».
Come la vedono i dirigenti della squadra?
«Il direttore sportivo mi ha tranquillizzato, dicendomi che un posto per me c'è sempre. Ma la responsabilità (e la concorrenza) è forte: abbiamo Ullrich e Vinokourov in squadra, quindi dovremo essere tutti al massimo per aiutarli. Non credo che abbiano bisogno di un mezzo corridore, quindi se non sarò al 100% qualcuno correrà al mio posto».
Se non farai il Tour quali saranno i nuovi programmi?
«Sposterò ovviamente l'attenzione sulla fase finale della stagione. Ma è ancora presto, deciderò strada facendo».
Marco Grassi