Finalmente Yaroslav! - La crono lancia Popovych in rosa
Eccolo qui, un altro dei predestinati del ciclismo degli anni 2000. O forse Popovych è proprio il più predestinato dei predestinati, per la sua indubbia forza su ogni terreno. Da dilettante ha dominato in lungo e in largo, da professionista, pur apprezzandone un'impressionante regolarità (leggasi anche "regolarità nella crescita"), che lo ha portato a salire dal dodicesimo posto del Giro 2002 al terzo posto del Giro 2003, eravamo ancora in attesa dello squillo definitivo.
Probabilmente è ancora presto per stabilire se questo squillo sia quello della crono di Trieste, anche perché il Giro è ancora lungo, e un giorno di crisi, sulle tante montagne che aspettano il gruppo fino a Milano, potrebbe essere in agguato: e la bella prestazione contro il tempo potrebbe così ridursi a un bell'esercizio fine a se stesso. E' comunque un fatto che, al terzo anno di professionismo, questo 24enne ucraino abbia raggiunto un livello di maturazione che, per quanto abbondantemente annunciato, non era in ogni caso scontato, e che lo pone nell'eccellenza del ciclismo internazionale.
E possiamo ritenerci fortunati che questo dominatore del futuro prossimo venturo abbia scelto proprio l'Italia e il Giro (e a sua volta sia stato scelto) come ambiente per la sua crescita. Ce lo siamo coccolato, lo abbiamo aspettato, ed ora Yaroslav sta ripagando chi credeva in lui. Questo exploit dell'ucraino renderà il resto del Giro entusiasmante: Simoni, sfortunato a cadere mentre stava andando molto forte, ha già promesso, subito dopo l'arrivo, di non lasciare respiro alla nuova maglia rosa. Immaginate che gioco di squadra potrà imbastire la Saeco, con Gibo e con Cunego.
Popovych invece pagherà una certa debolezza della sua squadra, che ha pure perso per strada due pedine importanti come Gasperoni e Vaitkus: se riuscirà a portare la rosa fino a Milano, l'ucraino avrà per questo motivo fatto un'impresa doppia. Gli altri della compagnia: Pellizotti è piaciuto molto, forse ha disputato la sua miglior crono da quando lotta a buoni livelli nelle corse a tappe. Ma sarà probabile che faccia corsa a sé, invece di aiutare in qualche modo Simoni (col quale ha il dente avvelenato dalla tappa della Cascata del Toce, l'anno scorso). Garzelli, purtroppo per lui, è più lontano, ma più che la classifica è il modo in cui ha corso finora a far dubitare delle sue effettive possibilità di successo.
Il resto dei protagonisti del Giro è a questo punto troppo lontano per poter incidere sulla classifica finale (a dire il vero ci sono, al secondo e al terzo posto, Honchar e McGee, ma presumibilmente saranno i primi ad essere respinti dalle salite). Tra i battuti c'è Sella, e di questo ci dispiace in modo particolare. Sarà quasi impossibile per lui recuperare i 3'38" che lo dividono dalla vetta. Ma quanto ci piacerebbe che ci regalasse un'altra bellissima impresa come quella di Cesena!