Dalla Gand ai Paesi Baschi - Una settimana di passione
 Da Museeuw a Boonen, il passaggio del testimone
 Condividono nazionalità e squadra, e anche la predisposizione per un certo tipo di corse.  Ma appartengono a generazioni diverse: Johan Museeuw si affacciava al grande ciclismo  quando in gruppo circolavano ancora Moser e Saronni, Lemond e Fignon; Tom Boonen invece  è apparso sulla scena internazionale da appena un paio di stagioni. Al primo anno da  professionista ha conquistato un terzo posto alla Roubaix, e questo può dire già tutto.  L'anno scorso ha raccolto un terzo posto alla Gand; e quest'anno l'ha proprio vinta, la  corsa che si disputa a metà settimana tra Fiandre e Roubaix.
 Boonen ha fatto vedere una volata che resterà negli occhi di molti, al termine di una corsa  che la Quick Step, con 7 uomini presenti in una fuga di 25 (se non è record...), ha  stradominato: forse i biancoazzurri di Lefevere si sentivano un po' in colpa per aver  letteralmente sprecato il Giro delle Fiandre, corso davvero molto male.
 Museeuw è ormai al ritiro; Boonen, fra un anno, sarà il capitano dichiarato nella settimana  fiamminga. Un capitano ben degno, non c'è che dire. 
All'improvviso spuntò Lövkvist
 Il 4 aprile Thomas Lövkvist ha compiuto 20 anni. Nemmeno una settimana dopo lo svedese ha  compiuto un'impresa che si potrebbe definire straordinaria senza che ciò possa sembrare  iperbolico, soprattutto se consideriamo l'età del ragazzo. Lövkvist ha fatto una fuga  solitaria di 150 km e grazie a quest'azione ha vinto il Circuito di La Sarthe, strappandolo  a Franck Bouyer e resistendo da solo all'inseguimento dell'intera squadra del francese, fin lì  in testa alla classifica. Prima di lui solo Hinault e Lemond avevano vinto questa corsa a 20  anni, e questo dato dice davvero molto. Avrà tempo per confermarsi, il giovane svedese con la  faccia da bambino; ma di certo da ora in poi lo seguiremo tutti con un occhio di  riguardo.
Il russo che la fece in barba ai baschi
 Giacché stiamo parlando di giovani, non può sfuggire che anche Denis Menchov, pur non essendo  proprio di primissimo pelo, può ampiamente essere compreso nella categoria. Ha 26 anni e al  Giro dei Paesi Baschi ha battuto gli orgogliosi padroni di casa. Alle sue spalle si è dovuto  accomodare un certo Iban Mayo, che, scusate se è poco, è uno dei più importanti ciclisti  spagnoli per le corse a tappe. Al russo è bastato vincere una tappa per prendere la testa  della classifica, poi è stato bravo a difendersi, in particolare nella crono finale.
 Guardando la sua carriera, scopriamo che Menchov arrivò 93esimo al Tour del 2002, ma addirittura  11esimo lo scorso anno. Ora vince una gara di categoria 2.HC, ovvero un solo gradino sotto i  tre grandi giri. Il miglioramento è netto ed evidente. A questo punto siamo proprio curiosi  di vederlo al prossimo Tour.
Cadamuro e il pavé
 L'ultima riflessione la dedichiamo a Simone Cadamuro. Ruota veloce, ma spesso obbligato a  lavorare per la squadra (la De Nardi), quando lo intervistammo quasi due anni fa confessò che  la corsa che più gli era piaciuta era stata la Ronde van Drenthe, una sorta di Roubaix in minore,  col pavé e il Nord. E quest'anno l'ha corsa in prima linea, questa Ronde, chiudendola al terzo  posto (secondo nella volata dei battuti, primo assoluto quella vecchia volpe di Erik Dekker).  Grazie a questo piazzamento Cadamuro avrà certamente rafforzato il suo rapporto con questo genere  di gare: ha capito che può raccogliere dei bei risultati su tali terreni. Non ha ancora 28  anni, il veneto, e queste sono corse nelle quali spesso si trova una dimensione in età non  proprio verde, quindi il velocista della De Nardi ha molto tempo davanti a sé. Insomma, se il  venticello è quello giusto, abbiamo trovato un nuovo corridore da Nord.
Marco Grassi




