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Anche Liegi ai suoi piedi - Rebellin completa il fantastico tris

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Per vincere tre corse in sette giorni bisogna essere proprio bravi. Per vincere "queste" tre corse in sette giorni bisogna essere dei geni del ciclismo. Geni come Rebellin, incompreso fino al 17 aprile 2004, universale oggi, dopo quella che resterà nella memoria come la più incredibile settimana delle Classiche del Nord: tre successi in serie, Amstel-Freccia-Liegi, come mai nessuno prima aveva fatto. Di Rebellin, attore protagonista di questo fantastico film, abbiamo già detto tutto, tra domenica scorsa e mercoledì. Resta da raccontare la sua Liegi perfetta, nella quale ha giocato da consumato pokerista, dando la sua stangata al solito, sfortunato e generosissimo Michael Boogerd. L'olandese ha perso nella volata a due con il veneto, esattamente come all'Amstel. Stesso andamento, stesso ordine d'arrivo. E Boogerd autorizzato a rivolgersi ad uno psicanalista per liberarsi dall'incubo di questo inesorabile Rebellin.
Purtroppo per lui, Boogerd è ormai fuori tempo massimo per cambiare sistema, e soprattutto per convincere i suoi avversari di questo avvenuto cambiamento: da sempre tutti sanno che, all'occorrenza, se uno scatta c'è sempre Boogerd che lo va a riprendere. E quindi quando è partito Vinokourov, a un chilometro e mezzo dall'arrivo, Rebellin ha preso tempo, ha rischiato. Boogerd ha aspettato un attimo, per vedere se il veneto dava un contributo a stoppare il kazako. Niente. Impassibile, Davide. E forte anche del fatto di aver già riempito il carniere di due megavittorie, quindi senza l'assillo del successo a tutti i costi (per quanto, il fascino di questo tris non poteva lasciarlo indifferente...).
E così, preso atto della mancata spinta di Rebellin, Boogerd è partito in caccia di Vino. L'italiano sempre a ruota. Quando i due si sono riportati su Vinokourov a un chilometro dal traguardo, solo l'apertura di un crepaccio davanti a loro avrebbe impedito la vittoria di Davide: ci ha riprovato il kazako, ma ormai non faceva neanche il solletico ai colleghi. Ci ha provato allora Boogerd, in maniera non del tutto convinta. E lì Rebellin ci ha dato dentro, per chiudere il buco: perché sapeva bene che, una volta ripreso l'olandese, la Liegi sarebbe stata sua.
Così è stato. La volata, una formalità da espletare prima di essere incoronato re di Liegi e, almeno per il momento, di Coppa del Mondo.
Gli altri italiani li aspettavamo tutti al varco, e non tutti hanno fatto la loro parte. Bettini sì, in maniera ipertrofica come sempre, scattando sulla Redoute, un po' lontano forse. Ma voleva fare la corsa dura, e nessuno lo aiutava. Poca selezione, è vero, in questa strana Liegi. Nonostante ciò, Garzelli ha capito presto di non essere in giornata; Bartoli non lo si è mai visto davanti. Basso sì, ma quando era troppo tardi, dopo il Saint-Nicolas. Di Luca, abbattuto nottetempo da un febbrone, ha potuto solo guardare il tv una Liegi che stava sognando. Scarponi ha raccolto un altro discreto piazzamento, il settimo posto, e per ora gli può andar bene.
Si chiude così, con il protagonista unico Rebellin, la stagione delle grandi classiche. Raccogliamo tanto, anche se il ricambio generazionale fa capolino ma ancora non si impone. Del resto, se i "vecchi" fanno ancora i numeri che ci sta mostrando Rebellin, lunga vita (sportiva) a loro. Da martedì il Romandia ci condurrà a maggio, verso il Giro d'Italia. Rebellin ci sarà, a questo punto chissà che non sappia essere un numero anche nella corsa rosa. Non ci dispiacerebbe affatto.

Marco Grassi


Le pagelle della Liegi


Rebellin - 10

Non ha sbagliato niente. Ha preso la ruota giusta quando la corsa si è animata sul St. Nicolas. Ha aspettato che fosse Boogerd (per due volte!) a riprendere Vinokourov. Ha aspettato il momento giusto per passare l'olandese allo sprint. Una settimana perfetta.


Boogerd - 7

Che generosità! Sapeva che se andava a riprendere Vinokourov avrebbe speso troppe energie per resistere a Rebellin allo sprint, eppure lo ha fatto. E alla fine si è anche complimentato con il veronese invece di ammazzarlo.


Vinokourov - 7

Ha fatto quello che doveva: scattare prima dello sprint perché era il più lento dei tre fuggitivi. Ci ha provato due volte. Cosa poteva fare di più?


Bettini - 5

Non sembra più lui. Accumula errori, marca gli uomini sbagliati, gestisce male le forze. Cosa gli succede?


Garzelli - 5

Una giornata storta. Spesso nelle prime posizioni, è venuto meno, come molti del resto, sul St. Nicolas.


Bartoli - 5

Anche questa volta gli è mancato un niente per essere con i primi. Ha ceduto sull'ultima côte.


Celestino - 6

Promosso capitano per l'improvvisa defezione di Di Luca ha fatto quel che poteva. Ha ceduto sulla Redoute, troppo dura per lui, poi sul St. Nicolas ma non si è mai arreso.


Scarponi - 7

Forse si è distratto sull'ultima salita, oppure non ha avuto l'esperienza per affrontare con i primissimi il St. Nicolas. Oppure, più semplicemente, non ne aveva. Comunque il suo settimo posto, a quell'età, è da incorniciare.


Basso - 6

Ha perso l'attimo buono per agganciarsi a Rebellin quando sono partiti Boogerd e Vinokourov, così si è trovato allo scoperto. Buon ottavo posto, ma uno come lui può e deve fare di più.


Vandenbroucke - 6

Ha provato a fare la selezione sul St. Nicolas, ma ha chiesto troppo a se stesso. Risucchiato da chi andava più forte. Coraggioso o temerario? 

 

Maurizio Radente


La chiave tattica


Come ha detto Bettini: "Non si può arrivare in 70 ai piedi del St. Nicolas". C'erano addirittura Zabel e Freire, due velocisti. Evidentemente nessuno ha "menato" per fare la selezione prima. Anche sulla Redoute nessuno è stato in grado di fare la differenza. C'è un grande livellamento e le medie sono più basse. Le corse, quindi, più difficili da interpretare e solo chi è molto tranquillo può gestirle a proprio piacimento. Rebellin veniva da due vittorie importanti. Poteva permettersi di perdere la Doyenne, e allora ha aspettato che fosse l'impetuoso Boogerd a rispondere allo scatto di Vinokourov. Ha fatto bene perché ha conservato le energie per battere l'olandese allo sprint.
L'Errore - Più di uno, in verità. Prima di tutto Bettini, troppo presto allo scoperto. Benedetto ragazzo: sei veloce allo sprint, perché hai paura se arrivano in 70 ai piedi dell'ultima salita? Resta davanti e giocati la volata! Poi Vandenbroucke. Evidentemente ha disimparato come si gestiscono le energie. E' andato al comando sul St. Nicolas, sembrava dovesse spaccare il mondo e poi si è fatto risucchiare come un gregario qualsiasi: completamente svuotato. Infine Basso. E' partito con un attimo di ritardo e ha perso il treno che lo avrebbe portato a giocarsi la vittoria. Forza ne aveva, altrimenti non sarebbe rimasto al vento per tanto tempo.

Maurizio Radente


Le dichiarazioni dei protagonisti

Davide Rebellin
Incredibile, non ci credo neanch'io. Sono contento, queste sono le corse che sognavo già da piccolo, le ho inseguite per tanto tempo ed ora le ho vinte. Oggi, quando mi son trovato solo Boogerd, ho pensato che avrei vinto, ho sfruttato il suo lavoro e l'ho battuto.
 

 

Paolo Bettini Sono deluso, per una volta lo ammetto. Mi sentivo bene, ci ho provato, non è andata bene. Però non si può arrivare in 70 ai piedi del St. Nicolas, qui sono l'unico a tentare di fare qualcosa, gli altri non si muovono, così è impossibile fare selezione. Lo ripeto e non mi nascondo: sono deluso. 

 

Stefano Garzelli Niente da dire, è stata una giornata storta. Ogni tanto succede, a me è capitato oggi. Già sulla Redoute mi er reso conto che non andavo, infatti ho mollato subito, mi spiace. Faccio comunque i complimenti a Rebellin, è forte e merita queste affermazioni. 

 

Cristian Moreni L'andatura elevata ha reso la corsa difficile per me, ma ho provato lo stesso uno scatto nel finale. Purtroppo nessuno mi ha seguito.


A cura di Fiorella Merola

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