Alessandro Settebellezze - A Pola Petacchi eguaglia Saronni
Versione stampabileLa questione non era scoprire se Petacchi avrebbe eguagliato Saronni, Maertens e De Vlaeminck, gli unici a vincere 7 tappe al Giro nel dopoguerra. La questione era semplicemente scoprire quando ci sarebbe riuscito.
Il dente se lo è tolto a Pola, in terra croata. Ha vinto alla grande, una volta di più, e ha battuto se stesso (lo scorso anno si fermò a quota 6) e il rivale Cipollini (SuperMario non è mai andato oltre le 6 vittorie). Ora può iscrivere il suo nome in un libro d'oro che fa tremare i polsi: Giuseppe Saronni, suo idolo quando era bambino, Freddy Maertens e Roger De Vlaeminck ottennero lo stesso risultato rispettivamente nel 1980, nel 1977 e nel 1975. Nel dopoguerra nessuno ha fatto meglio: per trovare prestazioni superiori bisogna risalire ai tempi di Alfredo Binda e Costante Girardengo: il primo detiene il record assoluto, con 12 vittorie (su 15 tappe!) nel 1927; Learco Guerra e Giuseppe Olmo nel 1934 e nel 1936 vinsero 10 tappe; ancora Binda nel 1929 vinse 8 tappe, così come Girardengo nel 1923: sono loro due i prossimi obiettivi di Petacchi, che fino a domenica avrà due possibilità per tentare di centrare quota 8.
La tappa di San Vendemiano è la più lunga del Giro: 234 chilometri senza difficoltà altimetriche sul percorso, ma il chilometraggio potrebbe creare qualche difficoltà di controllo della corsa alla Fassa Bortolo; mentre Milano, sede dell'ultima tappa, viene dopo una serie infinita di montagne, e non c'è la certezza che i velocisti arrivino tutti quanti alla fine del Giro. Quindi non è proprio scontato che Petacchi riesca nell'impresa, anche se da due anni in qua ci ha abituati a tutto.
Nell'analizzare il grande record dello spezzino occorre però dire che le sue vittorie hanno un peso specifico minore rispetto a quelle dei mostri sacri con cui viene ora raffrontato: i Binda e i Girardengo vincevano su ogni terreno, e non solo in volata, e dominavano le corse a tappe; e anche i plurivittoriosi più recenti hanno palmares non confrontabili con quello di Petacchi: Saronni ha vinto due Giri e un Mondiale, oltre a una Sanremo; De Vlaeminck ha in carriera quattro Parigi-Roubaix; e Maertens, tra tante classiche, ha conquistato anche una Vuelta, portando la maglia di leader dal primo all'ultimo giorno. Petacchi dovrebbe vincere almeno una Sanremo per avvicinare questi padri nobili: finora nelle classiche in linea (forse per la loro lunghezza eccessiva) non ha entusiasmato, perdendo da Zabel lo scorso anno alla Parigi-Tours, e chiudendo con un deludentissimo quarto posto alla Sanremo di quest'anno. Ma avrà tempo e modo per affinarsi anche su quei terreni.
Per il momento si accontenta di essere praticamente imbattibile nelle frazioni delle grandi gare a tappe. Anche a Pola ha dato una nuova, lampante dimostrazione: ai 320 metri c'era una curva a destra, e lì è scivolato Cadamuro, spezzando il gruppo e creando di fatto un buco a favore di chi era davanti. Ma anche se la caduta ha rallentato qualche rivale di Petacchi, la vittoria dello spezzino non è stata comunque facile: infatti Alessandro Dinamite si è ritrovato allo scoperto un po' troppo presto, e ha dovuto dare tutto per rintuzzare il potente ritorno di Fred Rodriguez (che l'aveva battuto a Carovigno). Sembrava di vedere il celebre tentativo di sorpasso di Senna ai danni Mansell, in Formula 1, qualche anno fa: tutto un rettilineo fianco a fianco, con la suspense di aspettare per vedere chi l'avrebbe spuntata. Stavolta la posta in palio era più alta per Petacchi, che davvero non ha potuto sprecare l'occasione.
Marco Grassi