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Tutti dietro la T-Mobile - I tedeschi squadra faro del 2004

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Praticamente chiuso il mercato delle squadre, facciamo i conti per capire quali team saranno in prima fila nella stagione che si apre, e quali invece resteranno nella pancia del gruppo. Molti spostamenti, anche di uomini importanti, hanno ridisegnato gli organici; alcune importanti squadre sono retrocesse in seconda fascia (Kelme e Domina Vacanze), ma rispetto alle attese la situazione generale non è così brutta come la si dipingeva. E' vero che sono usciti di scena sponsor importanti, ma non c'è stata una grave dispersione di risorse umane e tecniche. E mentre la Liberty Seguros prende il posto della Once (l'organico è quello), e il governo delle Isole Baleari affianca la Banesto nella gestione della squadra di Echavarri, la scomparsa del Team Bianchi è abbondantemente ammortizzata dalla crescita del T-Mobile Team (quello che fino all'anno scorso si chiamava Telekom).
Proprio il T-Mobile Team si annuncia como la squadra faro del 2004. Già forte in partenza, la formazione gestita da Walter Godefroot segna un importantissimo ritorno: quello di Jan Ullrich. Se il campione di Rostock si confermerà ai livelli dell'ultimo Tour, e non ci sono ragioni per dubitarne (Jan ha superato certi problemi comportamentali che ne hanno influenzato il rendimento in passato), potrà contare su una squadra temibile come poche. Bastano i nomi di Vinokourov e Savoldelli (che dovrebbe superare i guai fisici che l'hanno praticamente appiedato per un anno) per farsi un'idea: il vincitore del Giro 2002 e il terzo classificato del Tour 2003 saranno gli scudieri di Ullrich nel duello contro Armstrong, in Francia.
A dare al T-Mobile Team la palma di squadra numero uno è anche la conferma dei vari Evans, Guerini, Botero, ottimi nelle corse a tappe, e di Aerts, Klier, Kessler e Wesemann per le gare in linea; per le quali è da segnalare anche l'arrivo di Serguei Ivanov e la presenza, centrale come sempre, di Erik Zabel.
In chiave Tour, Armstrong sembra invece più "povero" di un anno fa. Ha perso Heras, il primo dei suoi luogotenenti (andato a fare il capitano alla Liberty Seguros), ma non sembrano essere arrivati, nella Us Postal, sostituti all'altezza. E gli altri uomini del texano sono tutti più vecchi di un anno, particolare rilevante (Padrnos, Rubiera, Beltran, Hincapie, il nuovo Azevedo, sono tutti oltre la trentina).
Tornando a Heras, sarà interessante vederlo all'opera contro il suo ex capitano. La sua Liberty Seguros non è forse all'altezza dell'ultima Once (Beloki è trasmigrato alla debole Boulangère), ma è sempre un team solido. Esattamente come la Illes Balears-Banesto, che pur non avendo tra le sue fila un nuovo Indurain, dirà la sua tra Tour e Vuelta. Mentre la squadra più forte di Spagna sarà senza dubbio la Euskaltel, che ha confermato i suoi campioncini baschi, primi fra tutti Iban Mayo e Haimar Zubeldia.
L'innesto di Hamilton e Sevilla fa fare alla Phonak un notevole salto di qualità, ma è il valore medio della squadra svizzera, a parte i fuoriclasse, ad essere notevolmente cresciuto: Bennati, Valjavec, Gonzalez Capilla, Murn, Jalabert e José Gutierrez Cataluna farebbero la loro brava parte in qualsiasi formazione. Se ha perso Hamilton, la danese Csc si avvarrà invece dell'arrivo di Ivan Basso, da tutti considerato come uno dei migliori uomini da corse a tappe per il futuro; nel team di Rijs arriva anche Michele Bartoli, che dal nord dell'Europa punta a riconquistare la nazionale.
Detto della Quick Step, che intorno a Bettini presenta il suo solito drappello di cacciatori di classiche (rivaleggiando con Lotto, Rabobank e Bankgiroloterij), e della Cofidis, che con l'iridato Astarloa cercherà di dimenticare i guai-doping di inizio 2004, si può passare a parlare delle squadre italiane. Tra i nostri team è la Saeco che pare avere qualcosa in più. Simoni, che guarda con occhi sognanti al Tour, ha perso l'apporto di Sacchi (alla Fassa) e di Astarloa, ma potrà contare su Eddy Mazzoleni, lo scorso anno preziosissimo gregario di Garzelli. Quest'ultimo, invece, è rimasto in una Vini Caldirola che ha francamente poco appeal: l'arrivo di Tonkov non risolverà certo i problemi evidenziati già al Giro del 2003.
La Fassa Bortolo, senza Bartoli e Basso ma con Flecha e Vandenbroucke, viaggerà più o meno sulla stessa lunghezza d'onda dell'ultima stagione: starà a Petacchi colorire d'oro l'annata dei ragazzi di Ferretti; la Lampre ha "saccheggiato" la Caldirola (Vainsteins, Bortolami, Bossoni, Hauptman), e dovrebbe essere più forte del 2003; ma se il capitato Casagrande non ha vinto il Giro fino ad ora, dovrà fare una vera e propria magia per riuscirci a 34 anni. Interessante la promozione della De Nardi in prima fascia, anche se i tanti giovani che la compongono pagheranno dazio all'inesperienza; la Alessio presenta un organico più completo, ma ugualmente non svolgerà un ruolo centrale nell'arco della stagione (a meno che Pellizotti non dimostri finalmente una sospirata e decisiva maturazione).
Considerando anche la retrocessione della Domina di Cipollini in seconda fascia (dove ci sono anche la Panaria di Figueras, la Acqua & Sapone di Marzoli e Nocentini, e poi la Tenax, il Team L.P.R. e la Miche, piene di giovani di belle speranze), non saranno le italiane a trainare la carovana nel 2004. Un riflesso della crisi economica che ha investito il paese, o una semplice eventualità dovuta al caso?


Marco Grassi

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