La rivincita di Michele - Splendido Bartoli al Lombardia
Versione stampabile Il Guerriero è tornato. Con la rabbia e la forza dei giorni migliori Michele Bartoli si aggiudica il Giro di Lombardia. Un'azione di forza la sua, più bella dello sprint dello scorso anno, quando vinse la Classica delle foglie morte per la prima volta. Questa volta Michelno, 33 anni da Pisa, è partito quando mancavano 18 chilometri al traguardo e soltanto il giovane Angelo Lopeboselli è riuscito a stargli dietro e a capire che quello era lo scatto buono, quello che avrebbe deciso il Lombardia numero 97. Ha vinto da grande campione Bartoli e non è irriverente ricordare che l'ultimo che aveva conquistato il Lombardia due volte consecutive era stato un certo Eddy Merckx: 1971 e 1972.
Uno scatto contro tutto e tutti. Contro quelli che non hanno creduto in lui. Contro Ballerini prima di tutto, reo di non averlo convocato "a priori" (l'espressione è di Bartoli) al Mondiale di Hamilton; e poi contro Ferretti e la Fassa che non gli hanno offerto un contratto degno di un cacciatore di classiche come lui. E allora il Guerriero, che nelle ultime settimane ha accumulato tanta rabbia e amarezza, ma che non si è mai lasciato scappare una parola fuori posto, ha risposto con la sua classe e la sua grinta, sui pedali, all'ultima occasione che la stagione gli forniva, la più importante.
Nel 2004 il toscano sarà alla corte di Bjarne Riis, in Danimarca, a cercare all'estero quello che l'Italia non è più in grado di offrirgli: soldi, tanti, in cambio di emozioni.
Quando Bartoli è partito i protagonisti di Hamilton erano già dietro. Bettini si era addirittura ritirato. Astarloa, il campione del mondo, dopo tre giorni di vacanza a New York non si è mai visto davanti. Valverde ha provato a fare qualcosa, a restare con i primi, ma si è arreso, così come Di Luca. Dei reduci di Hamilton soltanto Dario Frigo stava bene, ma purtroppo per lui Bartoli è nella sua stessa squadra e il varesino ha dovuto frenare il proprio impeto salvo poi, sulla salita finale, quando il capitano era ormai irraggiungibile, staccare tutti e andare a conquistare il terzo posto che fa prestigio e punti Uci ma che sicuramente non lo accontenta.
Quando Michelino se n'è andato lo ha inseguito solo Lopeboselli. Un nome improbabile per un campione, adatto più a un gregario, ma Angelo da Brescia vuole dimostrare il contrario. Per passare professionista dovette emigrare in Francia, quattro stagioni fa. Da allora nemmeno un successo ma molti piazzamenti. Il più prestigioso qualche giorno prima del Lombardia, al Giro del Piemonte: terzo. La condizione stava crescendo e lui ci ha provato. Intelligente a prendere la ruota di Bartoli è stato battuto solo allo sprint, uno dei suoi grandi limiti. Ma il corridore c'è: ha 26 anni e una carriera davanti anche se, per questa volta, il cambio generazionale non c'è stato.
Maurizio Radente