Il ciclismo va in vacanza... - ...e noi ci dedichiamo ai bilanci
Alla fine dell'anno sono d'obbligo bilanci grandi e piccoli, e figurarsi se noi possiamo e vogliamo esimerci da questa simpatica pratica. Solo che la stagione del ciclismo non finisce a dicembre, ma un mese prima, e quindi il momento migliore per analizzare quanto avvenuto è proprio novembre, quando la stragrande maggioranza dei corridori sono in vacanza, qualche Stakanov che mira la Sanremo è già in sella, il mercato non è ancora chiuso e ancora non sappiamo quasi niente dell'anno che verrà.
Noi ci limiteremo a fare un elenco delle cose che ci sono piaciute e di quelle che abbiamo apprezzato di meno, non in ordine di preferenza, e senza prenderci troppo sul serio. Per chiudere con un sorriso la stagione in attesa di tornare a divertirci con i nostri pedalatori preferiti.
Ci è piaciuto da matti il Tour de France. Siccome siamo piccoli uomini che godono delle sventure altrui, abbiamo riso sotto i baffi per aver finalmente visto in difficoltà anche il maestoso Armstrong, sotto i colpi di tutti i rivali finora sottomessi; ma siccome non perdiamo tempo e saltiamo sul carro del vincitore, alla fine abbiamo applaudito sinceramente il texano per la quinta volta consecutiva.
Non ci è piaciuta la crono di Simoni a Bolzano perché ha ammazzato troppo presto un Giro d'Italia che, con Garzelli ancora in corsa, ci avrebbe regalato una magnifica ultima settimana; ma in compenso ci è piaciuta la crono di Ullrich a Cap'Découverte, perché lì il Tour si è fatto davvero imprevedibile.
Siccome del Tour 2003 parleremmo volentieri anche per tutto il 2004, continuiamo a dire che ci è piaciuta come nessun'altra cosa la tappa di Luz-Ardiden, con la caduta e la rimonta di Lance e con Ullrich che non lo ha attaccato: che uomini, che signori; ci è piaciuto lo strepitoso Mayo dell'Alpe d'Huez, e ci è piaciuto il tenace Vinokourov, che si vedeva da lontano che non avrebbe mai vinto ma lui ci provava lo stesso. Ci è piaciuta la frattura della clavicola di Hamilton, perché grazie a quell'osso rotto l'americano in seconda ci ha regalato imprese impossibili, non ci è piaciuta la tremenda caduta di Beloki ma in quell'occasione ci è piaciuto il ciclocross di Armstrong... Non ci è piaciuto il ritiro di Petacchi alla prima salita alpina, ma lo capiamo e solidarizziamo, perché meno ancora ci è piaciuta la sua crocifissione ad opera dei media e di quel burbero di Giancarlo Ferretti.
Ci è piaciuto, Petacchi, in tutte le altre occasioni in cui l'abbiamo visto, anche quando ha buttato al vento una Parigi-Tours per la quale i suoi compagni stavano già calcolando la loro parte di premio: bellissima la sua espressione da pesce lesso quando ha visto che il marpione Zabel lo superava all'ultimo metro. Si rifarà, si rifarà. Più brucianti invece le delusioni, che non ci sono piaciute per niente, di Giunti alla Bernocchi (disgraziato, ma avevi proprio tutta quella fretta di esultare? Non lo sentivi Barbero in rimonta?) e di Pieri alla Roubaix, ma quel giorno ci sono piaciuti in compenso il fair-play del toscano e la doppietta, mica roba da ridere, di Van Petegem: Fiandre e Roubaix in una settimana, alla faccia dell'ingordigia.
Ci è piaciuta tantissimo l'amicizia tra Bettini e Paolini, che ha fruttato al primo una Sanremo e un Tricolore, e al secondo la stima e la speranza di essere ripagato un giorno; e sempre di Bettini, non ci è piaciuto quel suo strepitoso agosto, quando sembrava che potesse disporre a suo piacimento delle terre e degli oceani; perché così ci ha dato l'illusione che fosse imbattibile, esponendoci alla delusione del Mondiale.
Ecco, il Mondiale degli azzurri, quello proprio non ci è piaciuto: palla lunga e pedalare, catenaccio e poca fantasia, complimenti ad Astarloa, ma ci è piaciuto di più Valverde, il ragazzo si farà (non sono ammesse interpretazioni maliziose). Era stato già bravissimo alla Vuelta, dove ci era piaciuta la beffa di Heras a Nozal proprio alla penultima tappa, non ci credeva più nessuno, atroce, ma lo sport si nutre anche di questi momenti tremendi.
Non ci è piaciuto Pecharroman, spagnolo sconosciuto prima e dopo, ma che per 15 giorni è stato un fenomeno, capace di vincere Bicicletta Basca e Giro di Catalogna a giugno; non ci è piaciuto perché diffidiamo un po' da simili exploit improvvisi e brevissimi. Oddio, a questo punto non ci piacerebbe certo se Pecharroman ci querelasse...
Ci è piaciuto Bisteccone al Giro d'Italia, sembrava non c'entrasse per niente e invece è stato bravo e la barba gli stava proprio bene. Non ci è piaciuta la stagione sfortunata di Bartoli, ma quanto ci è piaciuto il suo orgoglio per chiudere bene l'anno e vincere il Lombardia! Ci è piaciuto il battagliero Simoni visto alla presentazione del Giro, lui ancora sogna di accoppiare il rosa al giallo, e fa niente se come colori fanno a pugni, tanto certi accostamenti Cavalli li spaccia per alta moda.
Ci è piaciuto Cipollini che batte il record di Binda, ma che disastro tutto il resto: alla Vuelta SuperMario ha toccato il fondo, con quella cronosquadre disputata giusto per esserci, il primo giorno, e poi la fuga meschina la sera stessa. Probabilmente la stagione di Re Leone (dai, discolpiamolo un po') sarebbe stata diversa se l'incomprensibile Leblanc (non si può capire quanto Monsieur Jean-Marie non ci sia piaciuto) lo avesse invitato al Tour.
Ci è piaciuto Pantani sullo Zoncolan e un po' in tutto il Giro, non ci è piaciuta la piega che hanno preso dopo le sue cose, ma in fondo sono anche affari suoi, che diritto abbiamo di pretendere che non abbia problemi? Ci piace che continui a correre un corridore che si chiama, fantastico!, Tonton Susanto (è indonesiano), ma non ci piacciono certe piccole corse in capo al mondo che per avere i risultati completi bisogna impazzire (ci piace a volte scrivere un po' sgrammaticato, fa tanto libertà in un mondo di ingessati).
Non ci piace la classifica Uci, strutturata male e troppo aleatoria e avulsa dal buon senso, al punto che pare che la compilino coi dadi del Monopoli; non ci sono piaciuti i soliti troppi positivi all'antidoping, che sarebbero troppi anche se fossero pochi, e non ci piace pensare che in pochi si salvano da questa piaga, per cui preferiamo non pensarci proprio.
Ci piace tornare su Petacchi, stratosferico plurivincitore, l'hanno soprannominato il Velocista Gentiluomo, ma andatelo a dire a Nauduzs che al Giro ci fece a botte e venne espulso (e invece lo spezzino rimase in gara: la giuria quel giorno non ci piacque); sì, ci è piaciuto Petacchi per quella sua aria sorniona, quel tipo da cui non ti aspetteresti, a vederlo, tanta esplosione di potenza e poi invece è proprio DinaMitico.
Ci è piaciuto, il giorno dell'Amstel, scrivere che "Vino" aveva vinto la corsa della birra, perché in fondo siamo dei burloni schiavi dei giochi di parole, ci è piaciuto tirare la carretta per un altro anno senza sponsor che ci sovvenzionino, alla faccia delle aziende che non ci credono, ma figurarsi se noi molliamo, perché ci piace sperare di poter andare avanti ancora a lungo, malgrado tutto.
Ci è piaciuto il nostro rapporto con i lettori (sempre più numerosi, evviva!), ci è piaciuto aiutarli quando ne siamo stati in grado e ci è piaciuto anche sorridere di fronte a certe richieste impossibili (ce ne sono state, ce ne sono state!). Non ci piace il fatto di aver dimenticato qualcosa o qualcuno in quest'elenco (pazienza, perdonate), ma ci piace sapere che in questi giorni i nostri amici ciclisti se la spassano al sole dei Caraibi mentre a noi non piace star qui al freddo; comunque ci piace in qualche modo ricaricare le batterie anche noi in attesa della prossima stagione che, ne siamo strasicuri, ci piacerà almeno quanto questa...