13.1.1970-14.2.2004 - La costernazione del mondo del ciclismo
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Davide Cassani
"Perché è successo? Vorrei capirlo anch'io, trovare le parole è impossibile, sono stato con lui nel '97 dopo l'incidente e abbiamo passato dei momenti straordinari, ma so che adesso passava un momento difficile della sua vita, era affondato in un vortice... Sono veramente affranto. L'ho sentito per l'ultima volta un mese fa: era profondamente amareggiato, cambiato, non era più lui, era un altro uomo. Qualcuno lo ha aiutato, altri no. Pantani ha avvicinato tanta gente al mondo del ciclismo. Anche oggi mi chiedevano come stava, quando tornava. Lui non era più lui, era così amareggiato. E io sono affranto".
Mario Cipollini
"E' una tragedia, sono sconvolto. Quando succedono cose del genere non ci sono parole".
Paolo Bettini
"E' un dolore troppo forte per me. Mi lascia solo un grande vuoto".
Lance Armstrong
"La morte di Pantani è stato un grande choc per me. Solo due giorni fa avevo chiesto che fine avesse fatto, ma nessuno mi aveva saputo dare una risposta. Era amatissimo, ma è sempre stato un enigma. Resterà unico, spero che possa riposare in pace. Io e lui ci scontrammo solo una volta, al Tour del 2000; io avevo vinto il mio primo Tour nel '99, ma lui non c'era. Appena ci siamo incontrati nacque subito una grande rivalità. Io lo battei sui Pirenei, lui si rifece sulle Alpi. Era tenace, un grande lottatore, con un grande cuore. E' stato il più forte scalatore della storia del ciclismo".
Gilberto Simoni
"Ne ha passate di tutti i colori, nella fortuna e nella sfortuna è sempre stato un lottatore. Con lui perdo un grande avversario".
Jan Ullrich
"Sono profondamente scioccato. Ho appreso la notizia stamattina dai giornali, si rimane sempre scioccati quando si viene a sapere della morte di un compagno di sport. Non avevo più contatti con Pantani da almeno tre anni. Spero che le circostanze che hanno causato la sua morte vengano chiarite rapidamente e con piena coscienza".
Eddy Merckx
"La giustizia italiana non lo aveva mai mollato. E' questo che ha ucciso Pantani. Dopo il duplice successo al Giro e al Tour del 1998, Pantani ha certamente commesso degli errori, ma lui era preda della giustizia italiana che non lo ha mai mollato e credo che lo abbia distrutto completamente".
Stefano Garzelli
"Mi sembra impossibile. Non ci credo, provo solo dispiacere. E' una notizia più grande di noi".
Danilo Di Luca
"Sono sconvolto. Non averlo più in gruppo è una perdita enorme. Con lui se ne va un grande campione, un pezzo di storia del ciclismo".
Alfredo Martini
"L'ho avuto con me ai mondiali, era salito anche sul podio. C'era un buon rapporto. Ma come si fa a commentare una notizia come questa? E' come se fosse venuta a mancare una parte di noi. L'ultima volta l'avevo incontrato al Giro d'Italia alla tappa di Marostica. L'avevo trovato benino, ho pensato che almeno l'uomo si era ritrovato".
Fiorenzo Magni
" La sofferenza è la vita del ciclista. È un mestiere molto duro, di fatica. Ma quando correvo pensavo a chi doveva lavorare a duemila metri sotto terra, come i minatori. E mi rendevo conto che è la vita stessa ad essere sofferenza. Quello di Pantani è stato un percorso di grande sofferenza. Per vincere nel ciclismo bisogna dare tutto. Chi vince non saltella di gioia dopo il traguardo: se lo facesse vorrebbe dire che non ha dato tutto. E Marco faceva imprese memorabili, che avevano riconciliato i tifosi del ciclismo. Per quelle sue imprese era amato, anche ora che soffriva. La gente vedeva che non riusciva più a vincere, ma lo amava anche per questo".
Franco Ballerini
"È una cosa talmente grande che non mi sembra vera. Con Marco non ho mai avuto molti contatti perché era difficile parlare. Avevo notizie da amici e dal presidente del club di Cesenatico. Non ho parole, è impossibile trovare delle parole. Credo che abbia lasciato ricordi indelebili nel cuore degli sportivi perché le sue vittorie sono state sempre belle ed entusiasmanti. Quando buttava via il cappellino e partiva faceva entusiasmare le folle, riusciva a trasmettere grandi emozioni".
Giancarlo Ceruti
"Ci ha lasciati un campione che ha fatto vivere emozioni importanti al ciclismo italiano e mondiale. E' difficile dare spiegazione a quanto accaduto, e non ci resta, in questo triste momento, che esprimere le più sentite condoglianze ai familiari".
Amedeo Colombo
"Fermiamoci e riflettiamo su questo mondo che ci sta crollando letteralmente addosso".
Giovanni Lombardi
"Ci siamo visti circa un mese fa quando lui è partito per Cuba. Abbiamo fatto il viaggio in aereo da Milano a Madrid insieme. Insieme abbiamo passato anche la serata. Ero molto preoccupato perché non c'era. Ma lui non voleva farsi aiutare, fuggiva".
Richard Virenque
"Ogni volta che lo vedevo cercavo di tirargli su il morale, sentivo che era giù. Gli dicevo che bisogna battersi e risalire la china. Era possibile, e lui vedeva che io c'ero riuscito. Sono convinto che i media abbiano una grossa responsabilità. Lui non si era mai ripreso".
Mario Scirea
"Mi dispiace, veramente mi dispiace. Siamo tutti sconvolti. È un colpo micidiale, una notizia che non mi sarei mai aspettato".
Michele Coppolillo
"No, non doveva andare a finire così. Non riesco a parlare. Una cosa spaventosa. Povero Marco".
Giampaolo Mondini
"Sapevamo che era messo male, purtroppo non si riusciva a stargli vicino per aiutarlo perché lui scappava".
Fabiano Fontanelli
"Da fine giugno non lo vedevo, da agosto non lo sentivo. Sapevo che non stava bene. Non riesco a dire altro, veramente. Una tragedia".
Felice Gimondi
"Sono sconvolto, traumatizzato. Marco ha pagato tutto a caro prezzo, per anni è stato nell'occhio del ciclone dopo essere stato il numero uno al mondo. E poi si era isolato da solo. Era fragile".
Claudio Chiappucci
"Andava aiutato quando aveva bisogno, invece sono stati bravi solo a parlare e scrivere. Pochi gli sono stati veramente vicini. Non è bastato".
Davide Boifava
"Non ci sono parole. Sono cose che non vorresti mai sentire. Era tantissimo che non avevo più contatti diretti con lui, le uniche notizie me le riferiva il padre".
Antonella Bellutti
"L'ho incrociato solo qualche volta in qualche gala. Inizialmente la sua vicenda personale mi aveva provocato molta rabbia perché faceva male al ciclismo. Poi ho provato pena nei suoi confronti perché era uno dei pochi ad aver pagato tantissimo. Non era un mistero che soffrisse di depressione. Era un personaggio che con tutti i suoi buchi neri era stremato".
Alberto Tomba
"E' una vera tragedia. Per i grandi campioni o per personaggi famosi si può passare troppo facilmente dall'amore, dalla loro esaltazione, fino all'odio. Questo mi pare che capiti con più frequenza proprio in Italia, dove spesso non c'è equilibrio nei giudizi sulle persone. Credo che Pantani si sia trovato solo nel momento in cui aveva più bisogno".
Gianni Petrucci
"Sono esterrefatto, sconvolto. Se ne va una grande pagina dello sport italiano. Ho avuto vari colloqui con lui dall'episodio di Campiglio in poi, quando era caduto in depressione. Ma in questo momento non voglio parlare dei suoi problemi personali, solo piangere il grande uomo di sport".
Mario Pescante
"Lo voglio ricordare così, sorridente e vincente. Lo dobbiamo ricordare solo in questo modo. Inutile dire altro. Sto rivedendolo ora in televisione con le braccia alzate e la maglia gialla del Tour e voglio ricordarlo solo così".
Adriano Galliani
"E' un grande lutto per tutto lo sport italiano. E' morto tragicamente un grandissimo campione che ha dato lustro al ciclismo, e un grande tifoso rossonero".
Carlo Mazzone
"Ho provato veramente dolore per la perdita di Marco Pantani. Sentivo affetto per lui anche se non lo conoscevo, con quella bella faccia, la testa pelata. Ho perso un grande amico pur non avendolo mai conosciuto. Però l'abbiamo lasciato solo. In questo mondo guai ai vinti. Il carro dei vincitori è sempre pieno. Quando si comincia a perdere si diventa figli di nessuno. Mi risulta che ultimamente Pantani non era circondato da buoni amici affettuosi. Era anzi molto solo".
Romano Prodi
"Di fronte alla morte è meglio essere silenziosi. Bisogna rispettare questo dolore e questo lutto".
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