What's up, Lance? - Armstrong primo ma non convince
Versione stampabileLance Armstrong è preoccupato. Sente che la gamba non è quella dei giorni migliori e osserva, soprattutto, che quest'anno sono in molti ad attaccarlo. Nella prima tappa alpina le avvisaglie iniziali, sull'Alpe d'Huez la conferma. E non gli è bastato mettere alla corda la squadra (impressionante il ritmo imposto dai suoi uomini sulle prime rampe dell'Alpe) per andare a vincere come due anni fa.
Ma andiamo con ordine. Il texano sabato ha badato a difendersi visto che in fuga c'era Richard Virenque, uno che il Tour non lo avrebbe vinto. Essere arrivato in gruppo con altri trenta corridori, però, è il segno che il ritmo non è stato poi così alto e probabilmente questa non è stata una scelta della Us Postal, ma una direttiva del capitano. Peccato (per lo spettacolo) che nessuno abbia avuto il coraggio di attaccare.
Nella tappa alpina più difficile, invece, le cose sono andate diversamente. Armstrong ha conquistato la maglia gialla ma ha dovuto subire l'onta della sconfitta in montagna. Iban Mayo è il secondo ad essere riuscito a staccare il cowboy in salita. Il primo fu Marco Pantani nel 2000 e come il Pirata (tornato ad allenarsi, forse farà la Vuelta) il basco ha lo scatto bruciante e la capacità di mantenere il ritmo alto anche quando la "sparata" è finita. Mayo aveva messo in difficoltà Armstrong già al Giro del Delfinato ed è riuscito a ripetere l'impresa addirittura al Tour. Probabilmente il corridore dell'Euskadi non riuscirà ad arrivare in giallo a Parigi, a cronometro non è un fulmine, soprattutto sulle lunghe distanze, e in questo momento appare l'unico in grado di staccare l'americano in montagna.
Armstrong sull'Alpe d'Huez è stato sull'orlo della crisi. Oltre che da Mayo è stato attaccato ripetutamente da Vinokourov, Beloki e Hamilton (eroico, con una clavicola fratturata). Ha lasciato andare il primo nel finale, ma ha chiuso sempre sul secondo e il terzo. Al traguardo poi affermerà che non può andare a riprendere tutti. Armstrong ha probabilmente commesso un errore strategico: ha spremuto la squadra sin dal Galibier e poi si è ritrovato solo nel momento cruciale e da solo ha dovuto chiudere sugli attacchi di Beloki e Hamilton. Nel frattempo Mayo, che aveva un altro passo, ha continuato a guadagnare arrivando con più di due minuti di distacco.
Forse Armstrong vincerà il suo quinto Tour, forse è ancora il più forte di tutti, ma all'Alpe d'Huez non ha dimostrato la solita superiorità schiacciante.
A questo punto il rammarico diventa maggiore. Un Simoni in forma Giro sarebbe stato all'attacco con Mayo. Allora sì che Armstrong avrebbe tremato. Invece dobbiamo accontentarci di Ivan Basso. Per carità, il varesino sulle Alpi è andato bene, è arrivato sempre con i primi ed è nono in classifica generale, ma fin quando non lo vedremo correre con un po' di fantasia non entrerà nei cuori della gente.