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La doppietta è spagnola - Astarloa iridato, Italia fuori fase

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Delusione Mondiale. Vince lo spagnolo Igor Astarloa davanti al connazionale Alejandro Valverde, l'Italia perde da favorita la corsa iridata (come troppo spesso le è capitato nella storia della manifestazione) e chiude la settimana di Hamilton con nessuna medaglia vinta nelle varie prove: una debacle su cui si dovrà meditare. I maggiori rimpianti li procura comunque la gara dei professionisti: perdiamo e ci vorremmo mangiare le mani, perché più volte, nel corso della prova, è sembrato che si potesse correre meglio di come si è fatto. Ma seguiamo nel dettaglio lo svolgimento del Mondiale.
URLA IL VENTO
I primi due giri lasciano presagire tormente che non verranno (poi uscirà il sole), ma il fondo bagnato, prima di asciugarsi, produce delle vittime. Scirea e Sacchi (che soffre molto e si ritirerà al quint'ultimo giro, ma solo dopo aver svolto il suo compito) cadono così come Sevilla e Larsson (che si ritirano, il secondo con la clavicola fratturata). In fuga va l'olandese Moerenhout, primo di una lunga serie di arancioni all'attacco; si aggiungono a lui Pena Grisales, Vestol e Cancellara, il gruppo controlla, Zabel e Freire ringraziano per l'andamento lento.
AZZURRI ON STAGE
All'undicesimo giro l'Italia accelera e la corsa si fa dura, ma per poco: gli azzurri (tutti e 12 in prima fila, bella immagine) provano a portar via un ventaglio, ma il gruppo non si fraziona sulla Claremont (la prima delle due salite del circuito). I nostri ne prendono atto e si rimettono a fare un'andatura più tranquilla. Frigo allunga al giro 12, poi Basso e Moreni entrano in una fuga di 17, e ancora Moreni scatta prima della salita di James Street. Gli olandesi (Kroon su tutti) promuovono diversi attacchi, anche i francesi (Brochard) sono vivaci. Gli azzurri controllano.
TAFAZZI ITALIANI
Tra il giro 15 e il 16 l'Italia si autoflagella (come del resto è successo spesso in anni passati). L'attivissimo Moreni prende la ruota di Rinero in avvio di Claremont e va in fuga col francese e altri sei (Trenti che corre per gli Usa, Beat Zberg, Gilbert, Mancebo, Den Bakker e Wegmann, e a parte quest'ultimo tutti più lenti dell'italiano); dietro, tra tutte le nazionali, tira proprio l'Italia (con Noè, Scirea, Basso e soprattutto Frigo, letteralmente sprecato in questo ruolo) per annullare l'attacco (che raggiunge un vantaggio di mezzo minuto). In un giro la fuga è annullata, grazie all'intervento definitivo di Nardello e di Bettini, proprio lui: pare bislacco vedere il capitano muoversi a 70 km dal traguardo, ma probabilmente Paolino si testa, e lo fa anche al giro successivo, quando sempre sulla Claremont mette tutti in fila. Utilità dell'azione: non pervenuta.
I VELOCISTI NON MOLLANO
Il belga Van Goolen promuove una fuga a meno 50, si unisce poi a lui ancora Zberg, mentre Frigo continua a fare un gran lavoro alla testa del gruppo. Bettini non è tranquillissimo, Di Luca non si è mai visto, Casagrande sì, una sola volta sulla James Street; i velocisti ci sono ancora tutti, Petacchi a casa compone canzoni di protesta contro il ct che non se lo è portato appresso: altro che duro, su questo dannato circuito non si riesce a fare selezione.
BETTINI SI SPREME
Freire rompe il cambio e in avvio di terz'ultimo giro sostituisce la bici, la Spagna si ferma ad aspettarlo. Van Goolen e Zberg hanno 45" di vantaggio. Bettini continua a fare tutto da solo e ai 35 km scatta sulla Claremont dopo un tentativo di Millar. Il capitano azzurro attacca a ripetizione, il gruppo è allungatissimo ma non si fraziona, quante energie spese da Bettini. Dove sono Di Luca e Casagrande?
DI LUCA IN AZIONE
Quanto meno le azioni di Bettini hanno stanato alcuni grossi nomi: si vedono davanti Boogerd e Van Petegem. Gli italiani tirano sulla James Street Hill, ecco Casagrande, con Noè, Frigo e Moreni. Freire prende la ruota di Bettini, staccarlo da lì sarà un'impresa. Ripresi i due fuggitivi, al penultimo giro (24 km all'arrivo) vanno in fuga Zamana, Mancebo, Wauters e Horner (già scattato qualche chilometro prima), mentre cade Astarloa. L'Italia insegue sempre (mentre Scirea e Basso si ritirano). L'adrenalina sale, e sale finalmente anche Di Luca, che sulla Claremont forza. Emergono Hoj e poi Elmiger, ancora comprimari prima della nuova progressione di Di Luca (a meno 15, sulla James Street Hill). Paolini si nasconde, si risparmia per la trenata decisiva?
ULTIMO GIRO
Claremont, scatta Van Petegem e vanno via in sei: Bettini c'è, come pure Boogerd, Camenzind, Astarloa e Hamburger: tutti i migliori. E' l'azione decisiva, 15" di vantaggio, poi 20", Boogerd, il più lento in volata, prova ad andarsene sul falsopiano, dietro inseguono tedeschi e americani, ai 4 km il gruppo incombe. Sulla James Street Astarloa se ne va da solo, Bettini non riesce a chiudere il buco, e viene ripreso da un gruppetto in cui c'è Paolini che inizia a tirare a tutta.
ASTARLOA IRIDATO
Igor tiene, da dietro non lo riprendono, vince e non ci crede nemmeno lui. E' il terzo uomo di una nazionale spagnola in cui tutti badavano a Freire (ottavo) e Valverde (secondo); era pure caduto, ma si è rialzato e ha sorpreso tutti. A noi resta la delusione, «grandissima» secondo Bettini: «Ha vinto il più forte, mentre tutti controllavano me; ringrazio la squadra, abbiamo corso bene». Paolino ci concederà di non essere d'accordo.



Marco Grassi

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