Golpe Heras, Nozal a picco - Il ribaltone nella cronoscalata
La Vuelta è di Heras. Il cantabro ha incredibilmente spodestato all'ultima occasione valida il giovane Nozal, e si prende la sua seconda Vuelta, a distanza di tre anni dalla prima; non solo: Heras si prende quanto Aitor Gonzalez gli tolse l'anno scorso, ovvero una vittoria dopo la cronometro finale. Nel 2002 perse da Aitor proprio all'ultima tappa, a Madrid contro il tempo. Stavolta si rifà con gli interessi, e riesce a staccare il rivale di turno di 2'23", un'eternità che gli permette di issarsi in vetta a quella classifica finora matrigna.
Non ci credeva più nessuno. I titoli per incensare la più sorprendente affermazione degli ultimi anni, quella di Nozal alla Vuelta, erano già pronti, ma sono stati immediatamente cestinati di fronte alla sbalorditiva novità di un Heras fortissimo a cronometro (anche se si trattava di cronoscalata, e Roberto è uno scalatore) che prende a schiaffi il giovane impudente che osava metterne in dubbio la superiorità.
Nozal, povero lui, questa corsa se la sentiva già in tasca. Aveva spadroneggiato a cronometro, al punto di pensare e far pensare a tutti di poter tranquillamente controllare anche nella prova in salita di Alto de Abantos. Il vantaggio in classifica era notevole, quasi due minuti, chiunque, nelle sue condizioni, si sarebbe sentito ormai in porto. Ma in salita Nozal aveva anche sofferto; e stavolta, solo contro il tempo, non avrebbe avuto la squadra pronta a proteggerlo.
Forse questo fatto ha pesato più sotto il profilo psicologico che fisico: Heras, sapendo che il rivale avrebbe sofferto a stare da solo, lo ha attaccato senza tregua sulle ultime salite, limando il più possibile, in attesa di un'eventuale stoccata; e Nozal è andato letteralmente a picco sin dai primi metri di cronoscalata, quando ha capito che stavolta sarebbe stato lui contro gli undici chilometri di salita, e che nessuno gli avrebbe fatto da regista o da luogotenente.
Com'è andata, ora lo sappiamo. Heras vince la Vuelta con un distacco se vogliamo minimo (nemmeno mezzo minuto) sul secondo. E il secondo in questione, Nozal, si prende tutti gli onori del caso: la sua avventura umana, di giovane impavido alle prese con un sogno che alla fine si rivela più grande di lui, è destinata a restare nel ricordo (e nei cuori) degli appassionati.