E' Mayo il nuovo eroe - Tour de France, le pagelle dopo le Alpi
Mayo - 9
Il ciclismo ha un nuovo eroe: il giovane basco, capace di staccare Armstrong sull'Alpe d'Huez, ha riempito i cuori degli appassionati con la sua andatura allegra e fruttuosa in salita. Come dice Martini ("Merckx non era solo belga"), quando uno dà spettacolo viene amato anche dai non connazionali. Lo aspettiamo ad altre imprese, e chissà che la classifica alla fine non gli sorrida.
Hamilton - 9
Corre dal secondo giorno con la clavicola fratturata, eppure è sempre lì coi primi, resiste e ultimamente è riuscito anche ad attaccare Lance. Cosa dire di più?
Petacchi - 8.5
Si è ritirato, è vero. Ma aveva problemi di salute (e infatti è finito a letto con la febbre alta); e anche se così non fosse stato, i suoi quattro successi di tappa, che ne hanno restituito un'immagine di implacabilità alla Terminator, ci hanno proprio fatto godere.
Vinokourov - 8
Il kazako è riuscito finalmente a vincere una tappa al Tour, Armstrong lo teme molto al punto da averlo inseguito a tutta. E' piuttosto un'incognita, nel senso che lui per primo non conosce i suoi veri limiti in un grande giro: il prossimo fine settimana farà luce sulle vere ambizioni dell'uomo Telekom.
Armstrong - 7.5
Soffre, per due volte è stato staccato in salita da uomini di classifica, ma comunque tiene, si difende coi denti, ed è molto lucido. Un grande aiuto glielo dà la squadra, ma è lui, pur non brillantissimo nel prologo, a indossare la maglia gialla. E non è poco.
Basso - 7
Dovrebbe avere più fantasia, è vero. Ma per ora fa umilmente l'apprendista, quello che deve imparare (a stare coi migliori): e ci riesce benissimo. Sempre con Armstrong, si è ritagliato un suo spazio nella Top Ten del Tour.
Beloki - 7
Poveraccio, ha dovuto abbandonare per un femore fratturato in un'incredibile caduta. Fin lì aveva mostrato più coraggio che in passato, attaccando qua e là il campione texano. Senza mai staccarlo, è vero, ma contribuendo a farlo soffrire tanto. La sua assenza peserà anche sulla corsa di Mayo, Hamilton e Vinokourov.
Bettini - 7
230 chilometri di fuga verso Morzine, e prezioso punto d'appoggio per Virenque; e poi secondo a Gap, dopo altri piazzamenti nelle prime tappe. La sua presenza è sempre importante.
Virenque - 7
Grande vittoria a Morzine e maglia gialla. Ma si è sciolto subito, il giorno dopo: ci sarebbe piaciuto vederlo ancora coi migliori.
McGee - 6.5
Il primo giallo del Tour, bel cronoprologo e vigorosa difesa il giorno dopo.
Cooke - 6.5
L'unico a sfuggire alla Legge di Petacchi (ma solo perché quello si era staccato prima). Sia come sia, un successo di tappa è sempre un successo di tappa.
Caucchioli - 6.5
Non nel primo gruppo, ma a ridosso c'è sempre, e se migliora di condizione può fare delle belle tappe sui Pirenei.
Ullrich - 6
Non ha impressionato, ma nemmeno è affondato. Deve ancora recuperare un anno di stop, ma lo sta facendo. E le due lunghe cronometro in programma favoriscono anche lui, oltre che Armstrong: tornerà a galla.
Zabel, McEwen e Freire - 5
Sono pure caduti, ma Petacchi li ha presi a schiaffi dappertutto. Nobiltà decaduta.
Garzelli - s.v.
Mai ripresosi dal mal di gola, alla fine si è ritirato senza aver lasciato nessun segno a parte il primo posto al passaggio sul Galibier, vetta del Tour.
Simoni - s.v.
Partito con grandi ambizioni, bravissimo nel prologo, la cronosquadre lo ha distrutto, e sulle Alpi, dov'era attesissimo, si è staccato tre volte su tre, perdendo una marea di minuti. Non sta bene, non è il vero Simoni, non può proprio essere lui.