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Chi lo vince questo Giro? - Quattro favoriti e due incognite

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Francesco Casagrande, Dario Frigo, Stefano Garzelli e Gilberto Simoni. L'ordine è ovviamente solo alfabetico, e per delineare una gerarchia tra i quattro uomini che hanno sensate ambizioni di vincere il Giro d'Italia bisognerà aspettare il primo giugno, quando a Milano tutti i giochi saranno fatti e uno solo si porterà a casa quella maglia rosa tanto sospirata. Due di loro, Garzelli e Simoni, il Giro lo hanno già vinto, ma non è detto che questo fattore sia così importante, visto che comunque ogni gara a tappe ha una storia a sé: il percorso cambia di anno in anno, e non c'è un Poggio della situazione (non uno solo, per lo meno), da scalare volta per volta fino a scoprirne tutti i segreti.

Gli altri due hanno avuto in passato un rapporto anche conflittuale con la corsa della Gazzetta. Dario Frigo fu estromesso nel 2001 quando era in maglia rosa perché venne trovato in possesso di prodotti dopanti (o per lo meno, che gli erano stati venduti come tali: si è poi scoperto che nelle fiale incriminate c'era acqua e sale). Casagrande, da parte sua, può esibire una vera e propria collezione di delusioni rimediate al Giro: superato alla penultima tappa da Garzelli nel 2000, infortunatosi subito nel 2001, espulso per una presunta spinta a un avversario nel 2002. Come minimo, da parte di entrambi, ci sarà un sentimento di rivalsa nei confronti di una corsa fin qui matrigna con loro. (Non che Garzelli e Simoni non abbiano avuto i loro problemi di doping, nell'ultima edizione: entrambi squalificati, per positività - poi variamente contestate - a un diuretico e alla cocaina).

In questo momento Simoni sembra non avere rivali. Ha vinto il Giro del Trentino, poi si è ripetuto all'Appennino, e in generale in salita ha qualcosa in più rispetto ai concorrenti. Ma il dubbio che qualcuno agita è che l'uomo della Saeco sia già troppo in forma, in anticipo di un paio di settimane sul momento decisivo del Giro. Frigo, che va forte da marzo (alla Parigi-Nizza e poi Settimana Catalana è stato brillantissimo), ha avuto ultimamente qualche problema fisico. Ma considerando che le due crono (in cui può guadagnare sugli altri) sono disposte nella settimana finale (e la seconda concluderà proprio il Giro, domenica 1 giugno), Dario ha tutto il tempo per recuperare.

Garzelli ha fatto vedere buone cose nell'ultimo mese, e al Giro del Trentino ha pure vinto una tappa. Ma la sua squadra è meno blasonata di quelle degli altri pretendenti alla rosa, e viene da dubitare che ci saranno momenti in cui Stefano dovrà fare da solo. Per dire, la Saeco ha lasciato a casa Quaranta per dedicarsi in tutto e per tutto a Simoni; e Fassa Bortolo e Lampre dispongono di uomini più affidabili, probabilmente, rispetto alla Vini Caldirola.

Casagrande potrà contare su un certo Wladimir Belli, più volte piazzato al Giro, sull'emergente Quinziato, sugli esperti Rumsas e Barbero per gestire anche le fasi più calde della corsa. Di suo il toscano dovrà metterci un po' di saggezza per resistere alla voglia di attaccare quando non è il caso, per preservare preziose energie. A 33 anni Francesco ha finalmente raggiunto quella maturità psicofisica che potrebbe spingerlo a toccare traguardi finora mancati (anche se di poco).

Ma accanto ai quattro favoriti ci sono anche due incognite, come annuncia il titolo. La prima porta il nome di Aitor Gonzalez, primo alla Vuelta dello scorso anno e compagno di squadra di Frigo. Lo spagnolo si accontenterà di fare lo scudiero oppure punterà a giocarsi in proprio le sue carte? Sarà, quello della convivenza nella Fassa Bortolo, un tema di cui seguire con attenzione lo sviluppo: perché un Frigo aiutato da Aitor avrà nello svolgersi della corsa un peso certamente diverso da quello di un Frigo che dovesse lottare anche contro il suo stesso compagno, con il team diviso in due.

La seconda incognita riguarda il corridore forse più atteso di questo Giro d'Italia: Marco Pantani, che ha dato finalmente, dopo due anni di buio assoluto, qualche segnale incoraggiante, raccogliendo qua e là dei piazzamenti. E' difficile pensare che il Pirata possa rivincere il Giro (per quanto l'idea abbia un suo innegabile fascino), ma se in uno dei tapponi di montagna Pantani riuscisse a mettere alla frusta il gruppo, tanto potrebbe bastare per far saltare i piani di qualche favorito.
Per le risposte, in ogni modo, occorrerà aspettare, com'è ovvio che sia. Ma stando alle premesse, il lotto dei partenti dovrebbe garantire uno spettacolo di ottimo livello. Sperando sempre che fattori "altri" non intervengano a turbare la corsa più amata dagli italiani.

Marco Grassi    

 

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