Alfredo Martini commenta per noi il Giro d'Italia - Il Giro è più forte di chiunque
Versione stampabileCome tutti i veri appassionati di ciclismo, vivo un momento di grande tristezza per quello che sta succedendo: non ci eravamo ancora ripresi dalla botta di Garzelli, che ecco subito un nuovo caso che coinvolge Simoni. L'unica cosa da dire è che il Giro è più forte di tutto questo, più forte di tutti quelli che vi partecipano. La gente lo ama anche se a lottare non ci sono fuoriclasse (vedi Armstrong, che fa le sue scelte e non viene in Italia). E' facile sperare che non ci siano più situazioni come quella che abbiamo sotto gli occhi. Più difficile convincersi che si deve andare avanti con quelli che restano in gara, e che bisogna difendere le regole che ci sono, per far sapere al pubblico che chi sbaglia paga: guai ad abusare della pazienza o della buona fede dei tifosi, il ciclismo deve loro almeno un po' di chiarezza. Poi sono convinto che gli appassionati impareranno ad apprezzare i corridori che magari vincono poco ma che poi non vengono mandati a casa per questioni di doping.
Venendo alla corsa, Francesco Casagrande, che finora mi è parso piuttosto parsimonioso (forse pensa a preservarsi in attesa dei 70 chilometri a cronometro nei quali dovrà difendersi coi denti) rischia di perdere via via tutti i suoi avversari. Sono convinto che comunque nella tappa di Campitello Matese, con l'arrivo in salita, avrebbe fatto qualche numero di alta scuola: i dieci chilometri finali mi paiono adatti a lui; vedremo anche cosa può ancora chiedere a questo Giro Dario Frigo. Ma soprattutto potremo vedere all'opera quei tre o quattro giovani che si stanno comportando così bene: Pellizotti, che per la sua natura di attaccante sarà molto amato dalla gente negli anni a venire; ma anche Popovych, che finora ha fatto solo intravedere le sue potenzialità, ed è già secondo in classifica: dicono che a Orvieto abbia sbagliato i tempi del suo attacco, ma avrebbe vinto la tappa se non gli fossero andati dietro tempestivamente.
Il personaggio più grande del Giro di questi tempi resta comunque Mario Cipollini. Vince tantissimo e con una facilità impressionante, quasi facendosi beffe anche di avversari fortissimi (come McEwen, che, venendo dalla pista, ha un grande tempismo). Quest'anno Cipollini non ha avuto contrattempi fisici (quando si insegue la forma migliore anche un raffreddore può essere deleterio) e i risultati si sono visti. Nella classifica dei successi di tappa al Giro è vicino a Binda, il quale vinceva sì in maniera diversa: ma ognuno ha i suoi traguardi, e Mario sui suoi è imbattibile. Potrebbe esserlo anche al Mondiale, ma occhio a non pensare di poter vincere l'iride solo con una squadra zeppa di gregari e di apripista per la volata di Cipollini: ci vogliono anche uomini di classe, capaci di controllare la corsa o di entrare in qualche fuga, perché il percorso è facile ma un paio di rampe che potrebbero creare disordine ci sono.