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Corsivo - E un treno ridicolizzo la Parigi-Roubaix

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Perdonaci Fabian, perdonaci perché anteponiamo alle giuste laudi alla tua impresa uno sfogo necessario e impellente. Ma quello che è successo a 10 km dalla fine della Roubaix 2006 non può passare in second'ordine. La madre di tutte le corse, la grande Parigi-Roubaix, un patrimonio che appartiene al mondo, è stata esposta alla vergogna, al ridicolo, allo scherno. Ci siamo sentiti offesi in prima persona per lo sfregio fatto al monumento, perché di questo si è trattato, uno sfregio a un monumento, reso possibile dall'insipienza di un'organizzazione che si autoaccredita come la più imponente e perfetta del mondo (le Tour, ah le Tour!), e invece incorre in queste figuracce.
Com'è possibile non bloccare il traffico ferroviario nei pressi del traguardo, lasciando attivo e potenzialmente influente un passaggio a livello a 10 chilometri dal velodromo di Roubaix? Un evento incredibile, che ha inciso in maniera profonda nello sviluppo della classica del pavè, e che solo per puro caso non l'ha completamente falsata. Le sbarre si sono abbassate a 10 chilometri dalla fine, subito dopo il passaggio di Cancellara. Il regolamento stabilisce che ci si fermi, al passaggio a livello chiuso. Hoste, Van Petegem e Gusev non se ne sono curati, sono passati attraverso, sono poi stati squalificati: tanta fatica per niente, tanti chilometri di sudore, polvere e vibrazioni per ottenere un beffardo annullamento del secondo, del terzo, del quarto posto conseguiti nella più importante delle classiche.
Errore loro, certo, purtroppo non si può sperare che tutti abbiano - dopo 250 chilometri di corsa, e in piena trance agonistica, e con una lepre inafferrabile che scappa davanti alle proprie speranze - la lucidità di ricordare i regolamenti. Squalifica crudele, ma giusta, codice alla mano; Ballan, Boonen e Flecha, arrivati poco dopo al passaggio a livello, si son fermati solo perché in quel momento passava il treno. Altrimenti ora avremmo Eisel secondo.
Ma la questione, per tornare alla corsa falsata o meno, è: se Cancellara fosse stato un tantino più lento, se fosse arrivato, dopo aver staccato tutti sul pavè, a doversi stoppare davanti alle sbarre bianco-rosse? Venendo così ripreso dagli inseguitori, più forti di lui in volata? Ci sarebbe stato risarcimento per un simile danno sportivo? Sì, di sport parliamo, e quindi non è il caso di buttarla giù tanto dura; tutto dev'essere proporzionato, è vero. E visto che parliamo di cose minime se confrontate con l'universo, ci saremmo aspettati un'attenzione minima ad un particolare minimo come è una strada ferrata che taglia una corsa importante a un passo dal traguardo; minimo; non c'era da eleggere un papa. Fermare un treno merci, questo era quanto. Vergogna.

Precisazione: se Cancellara fosse stato fermato dal passaggio a livello, sarebbe ripartito con il vantaggio che aveva al momento dello stop, come stabilisce il regolamento quando è in atto una fuga. Magari per Fabian non sarebbe stato semplicissimo riprendere il ritmo, ma la sua azione, almeno sulla carta, non sarebbe stata frustrata. La figuraccia di Aso è un po' meno epica, quindi. Ma resta.

Marco Grassi

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