Il Portale del Ciclismo professionistico

.

Corsivo - Cunego e gli italiani di scarsa memoria

Versione stampabile

Ma è possibile che Damiano Cunego, a 23 anni, sia già pronto per la soffitta? Ci sembra incredibile, ma per molti è così. Il campioncino che lo scorso anno ha portato una ventata di freschezza nel ciclismo italiano, il corridore da subito capace di doppiare il Giro d'Italia con un memorabile Lombardia, roba che vale da sola un palmares. E qui invece lo sport nazionale di tanti appassionati (?) è quello di demolire, di dimenticare.
Non ci sarebbe neanche di che stupirsi, visto che stiamo parlando dell'Italia, un paese che fa del calpestare la memoria un vezzo, un vanto, uno stile di vita. In campi ben più importanti (o gravi) del ciclismo, si tende a dimenticare, rimuovere, passare il bianchetto su eventi fondamentali, ed è tutto un ridimensionare, un revisionare, un reinterpretare. Figurarsi se nel ciclismo non si possa fare altrettanto.
Cunego ha la colpa, dopo essere stato il numero uno del mondo per l'Uci appena pochi mesi fa, di non aver vinto come lo scorso anno. I motivi ci sono, a bizzeffe: in alcune occasioni, in avvio di stagione, è arrivato secondo o terzo. E non ha potuto ripetere il percorso di avvicinamento al Giro già sperimentato nel 2004 (Trentino-Appennino-Larciano, tutte lastricate di vittorie) perché in origine aveva l'obiettivo di correre anche il Tour, al contrario di quanto fatto un anno fa.
È passato da corse più impegnative e con più forti contendenti (Paesi Baschi, Freccia, Liegi, Romandia), eppure ha sommato piazzamenti di tutto rispetto (facilmente riscontrabili nel nostro database), con una vittoria di tappa al Romandia, in salita. In definitiva, un avvicinamento ottimale, a nostro avviso.
Al Giro, il patatrac: per motivi anche di stress psicologico, ma soprattutto (come abbiamo appurato a posteriori) a causa di una mononucleosi, Cunego non ha reso. Dopodiché, non ha potuto partire per il Tour de France, sempre per la mononucleosi, e solo in questi giorni è tornato in gruppo (trovando subito il tempo di fare un quarto e un quinto posto di tappa al Brixia Tour e un ottavo al GP di Camaiore).
Nel frattempo, non si può ignorare come la prepotente ascesa, popolare e sportiva di Ivan Basso, abbia un po' messo in ombra quello che era visto a inizio stagione come il suo rivale in pectore. Le parti si sono rovesciate, e il vincente del 2004 è ora vissuto come un perdente, e viceversa.
Il punto è un altro: se relativizziamo, è legittimo che all'ascesa di uno possa corrispondere la discesa dell'altro. Ma se ragioniamo in termini assoluti, non si può tollerare la demolizione operata da alcuni dei risultati, innegabili e lampanti, ottenuti da Cunego nel 2004. Voci, mormorii, mugugni parlano di un Giro dello scorso anno che non avrebbe avuto un gran parco di favoriti, e che avrebbe avuto troppe tappe brevi, e che avrebbe avuto troppo pochi chilometri a cronometro, e che tutto questo avrebbe dato una grossa mano al Piccolo Principe.
Niente di più falso: Cunego vinse quel Giro con merito e dando spettacolo, entusiasmando a tratti e colpendo per la sua freddezza oltre che per la sua forza. È assurdo che in tanti se ne siano dimenticati a distanza di così poco tempo.
L'ultima goccia è un fantasmagorico sondaggio pubblicato su Gazzetta.it. Lo riportiamo testualmente perché è davvero troppo divertente: la domanda è "Qual è il vero Cunego, quello dei successi del 2004 o quello del 2005?". Le risposte possibili sono due: "È un campione, tornerà a vincere" e "È stato un grande bluff, la sua vera dimensione è quella attuale".
Sorvolando sull'opportunità di promuovere un simile sondaggio (ci può stare, in fondo), troviamo scandaloso che qualcuno possa definire Cunego "un bluff". Uno che ha vinto nello stesso anno un Giro e un Lombardia sarebbe un bluff? Ma su via Solferino c'è per caso qualche nube radioattiva che fa vedere realtà distorte?
Ma il grave non è ancora questo: il problema è che il 40% dei votanti ha anche risposto che sì, Cunego sarebbe in realtà un grande bluff.
Il tempo è galantuomo (a volte) e farà giustizia di tutto ciò. Con questa certezza ci accingiamo a seguire il finale di stagione e i prossimi 10 anni di ciclismo.

Marco Grassi

RSS Facebook Twitter Youtube

30/Jul/2017 - 20:30
ESCLUSIVO: le immagini del folle che ha tagliato la strada al gruppo facendo cadere decine di corridori al Giro d'Italia

24/May/2016 - 21:06
All'An Post Rás giornata di gloria per James Gullen nella tappa "di montagna": Fankhauser diventa leader

24/May/2016 - 17:07
Giro, nel giorno della nuova delusione di Vincenzo Nibali vince Alejandro Valverde davanti a Kruijswijk e Zakarin

23/May/2016 - 22:12
An Post Rás, nella seconda tappa vince il padrone di casa Eoin Morton

23/May/2016 - 16:00
Giornata di rinnovi: André Greipel e Marcel Sieberg alla Lotto Soudal fino al 2018, Geraint Thomas prolunga con la Sky

23/May/2016 - 13:11
Benjamin Prades vince l'ultima tappa del Tour de Flores ma non basta, la generale va a Daniel Whitehouse

23/May/2016 - 12:39
Brutte notizie per il ciclismo elvetico: l'IAM Cycling comunica che cesserà l'attività a fine stagione

23/May/2016 - 11:22
Conclusi i Campionati Panamericani: l'ultimo oro è dell'ecuadoriano Jonathan Caicedo

22/May/2016 - 23:59
Il Tour of California si conclude con una imperiosa volata di Mark Cavendish. Classifica finale a Julian Alaphilippe

22/May/2016 - 23:39
Il Tour of Bihor si chiude nel segno dell'Androni Giocattoli-Sidermec: tappa a Marco Benfatto, generale a Egan Bernal

22/May/2016 - 23:20
Women's Tour of California: gioie finali per Kirsten Wild e Megan Guarnier. Le altre corse: ok Bertizzolo e Lepistö

22/May/2016 - 22:44
Velothon Wales, Thomas Stewart supera Rasmus Guldhammer e Ian Bibby

22/May/2016 - 22:24
Dilettanti, ulteriori vittorie per Nicola Bagioli e Riccardo Minali alla Due Giorni Marchigiana

22/May/2016 - 22:22
Scatta l'An Post Ras: la prima tappa va all'olandese Taco Van der Hoorn grazie ad un colpo di mano