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Corsivo - Armstrong-Tour, è finito l'amore

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Immaginiamoci un appassionato abbraccio d'addio, i lacrimoni hollywoodiani da polpettone, il classico sospiroso sguardo all'orizzonte, e caliamoci così nel contesto che dovrebbe fare da cornice a questa storia, che parla della fine di un amore. Lance Armstrong non ama più il Tour de France, anche se di certo non è ancora vero il contrario. Già, perché la Grande Boucle, nettamente succube di un complesso d'inferiorità nei confronti del texano delle sei vittorie consecutive, farebbe ancora carte false per averlo tra i suoi iscritti. Ma lui, il campione americano, cincischia.
Rinvia la decisione, prende tempo, ricorda certi campioni del passato anche recente (Indurain, ma pure un Sampras nel tennis) che a furia di non scegliere si ritrovarono ritirati di fatto, disabituati alla competizione, all'attività agonistica professionistica. Non è ancora il caso di Armstrong, che di certo continuerà ad andare in bici per qualche tempo (un anno almeno, magari due o chissà); ma forse il caso di Armstrong-Tour 2005 sì, forse lo è.
L'ultimo aggiornamento del tira e molla vede un Lance che non ha preso alcuna decisione in merito, anzi addirittura rinvia tutto a maggio prossimo. Ma che fa, ci prende in giro? Vuole per caso farci credere che il più scrupoloso programmatore della storia dello sport, capace di raggiungere infallibilmente il picco di condizione nelle prime tre settimane di luglio dal 1999 a oggi, vuol tenersi in sospeso fino a maggio? Impossibile.
Impossibile perché se Armstrong vuole andare al Tour per vincerlo, deve sapere bene come arrivarci, e quindi deve impostare una preparazione di un certo tipo (uguale alle ultime 6, tanto per essere precisi). E per farlo deve avere delle scadenze ben definite sin da ora, visto che in questi giorni Lance torna in bici per allenarsi seriamente.
Oppure Armstrong non vuole saperne del prossimo Tour, e farà come gli conviene le sue cose e le sue corse (provando a vincere un Fiandre, o una Roubaix, o una Liegi, vedremo), tenendo tutti sulla corda fino a maggio per tirarsi poi indietro adducendo una delle sue solite motivazioni vacue, e dando appuntamento a settembre per la Vuelta e il Mondiale.
Tertium non datur? No, c'è un'ulteriore possibilità: che il capitano della Discovery Channel sia sincero, e che voglia fare un percorso diverso, e tutt'al più, se a maggio si sentirà in grado di affrontare il Tour, andare poi in Francia; ma con ambizioni ridotte: insomma, il nuovo sponsor mi vuole nella corsa più importante, io ci vado ma non gli garantisco la vittoria. Ma questa è l'ipotesi che ci riporta a Indurain o a Sampras: perché prevede che Lance arrivi al momento della decisione maggiolina con scarse motivazioni nei confronti della Grande Boucle, e con un corpo che non vuole andare anche se la mente gli dovesse dire il contrario.
E a quel punto potrebbe anche lasciarsi convincere dalla ragion di stato, ma il Tour 2005 sarebbe per lui una tortura: candidato alla sconfitta, l'americano non si riconoscerebbe più nella corsa che lo ha reso grande, e rischierebbe di avere una crisi di rigetto, addirittura (cfr. Indurain alla Vuelta 1996). Quindi, in un modo o nell'altro, che ci vada controvoglia o che non ci vada, possiamo parlare con qualche ragione di amore finito. A meno che il ragazzone non stia bleffando alla grande, e abbia la segreta intenzione di presentarsi a Noirmoutier più forte che mai.
Tra tante incertezze, una certezza preclara: Armstrong non sarà al Giro d'Italia. Per motivi che non abbiamo neanche voglia di scandagliare, Lance continuerà a snobbare la corsa rosa, che dovrà per l'ennesima volta fare a meno del nome di grandissimo richiamo: dei programmi del texano, non ce n'è uno che preveda visite in Italia. Dovremmo dire "peccato", ma ad essere sinceri non ci si stringerà il cuore per questa annunciata rinuncia.

Marco Grassi

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