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Corsivo - Tra team e ciclista non mettere il dito

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Rapporti corridore-squadra. Difficile che ci sia sempre il bel tempo. Il più delle volte ci sono un po' di nuvole e qualche volta si scatena il temporale. È quello che sta succedendo in casa Fassa dove con un diesse vulcanico (ma generosissimo) come Giancarlo Ferretti è davvero difficile andare d'accordo. Ne sa qualcosa il povero Petacchi che ha vinto quattro tappe al Tour e sei al Giro ma che quando si è ritirato dalla corsa francese ne ha dovute sentire di tutti i colori da Ferron, uno che non le manda a dire, anzi. Prima delle dichiarazioni alla stampa Ferretti ha avuto un colloquio con il corridore e sembra sia stato durissimo.
Del resto il velocista ligure aveva detto chiaramente e in largo anticipo che il Tour non voleva proprio correrlo. Ma certe scelte non le possono fare i corridori e, visto che Petacchi ha vinto quattro tappe, Ferron aveva ragione.
Un po' meno duro (solo un po' meno) il "Sergente di ferro" è stato con Ivan Basso. Il 25enne varesino è risalito in un anno dall'11a alla 7a posizione nella classifica generale del Tour e cosa va a dire il Ferron? "Posso sbagliarmi, ma difficilmente vincerà un Tour in futuro. I suoi margini di miglioramento a cronometro non sono così ampi".
Ma bisogna anche saper leggere tra le righe. Forse è vero che Basso non riuscirà a migliorare molto a cronometro, ma è anche vero che il diesse della Fassa è molto arrabbiato con il suo pupillo. Non perché si alleni poco oppure parli a vanvera. Basso è forse il più serio tra i professionisti del gruppo, ma sembra che stia per cedere alle lusinghe del suo amico Lance Armstrong. L'americano lo vorrebbe in squadra con lui per fargli fare il gregario di lusso e gli avrebbe proposto un contratto milionario.
Ferretti, che ha puntato molto sul varesino, si sente un po' tradito. E quando si innamora di un corridore lo vuole a tutti i costi. Ricordate il caso Bartoli? Il toscano non aveva più spazio alla Mapei per l'ascesa del suo ex amico Bettini. Ferretti pagò la cauzione alla squadra a cubetti e Bartoli si trasferì a stagione in corso alla Fassa.
Ma Giancarlo Ferretti non è certo l'unico direttore sportivo con cui è difficile andare d'accordo. Senza scomodare il celebre trasferimento forzato di Gino Bartali dalla Bianchi quando sbocciò l'astro di Fausto Coppi, è di queste settimane la polemica tra Ivan Quaranta e la Saeco. L'esclusione dal Giro avvenne per motivi disciplinari, quella del Tour per motivi tecnici. Insomma, se Quaranta vincesse come Cipollini o Petacchi non avrebbe problemi di spazio, in qualsiasi squadra. La Saeco lo sa: per questo gli ha fatto sapere chiaramente che o cambia registro oppure l'anno prossimo farà bene a trovarsi un'altra sistemazione.
E che dire di Mario Cipollini. Che imbarazzo tra i vertici della Domina Vacanze quando è arrivato l'invito alla Vuelta. Cipolla era in vacanza e già trovarlo è stato complicato. Convincerlo che la sua stagione non era ancora finita lo è stato ancora di più. Del resto dalla Uniprensa, la società che organizza la corsa spagnola, sono stati chiari: "A noi la Domina interessa solo se c'è il campione del mondo" hanno fatto sapere a Santoni. La querelle non è ancora chiusa. Cipollini è tornato ad allenarsi e a partecipare a qualche kermesse ma non è sicuro di volersi sacrificare per il prossimo mese e mezzo e poi ritirarsi dopo una settimana di Vuelta, magari vincendo due o tre tappe.
E poi c'è un'eccezione ed è quella di Marco Pantani e della Mercatone Uno. Nonostante i risultati davvero scadenti degli ultimi anni, il patron della squadra, Romano Cenni, non ha abbandonato il suo pupillo. Piuttosto sono cambiati i direttori sportivi ma il Pirata è sempre lì, con quella maglia. Cenni sarebbe stato disposto addirittura a cederlo a un'altra squadra pur di fargli correre il Tour. E sì, quella è davvero un’eccezione.

Maurizio Radente

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