Hamilton fa l'Armstrong - Liegi, Tyler vince, Lance staccato
Tutti aspettavano Armstrong, e in effetti Lance non aveva tradito le attese, con uno splendido attacco negli ultimi 20 chilometri che lasciava presagire una vittoria a mani basse dell'americano. Ma il vincitore di quattro Tour de France ha finito le riserve di colpo a 7 chilometri, sulla Cote di Saint Nicolas, e lì la corsa, già frenetica, è letteralmente impazzita. E da una gara folle non poteva che venir fuori un risultato contro ogni pronostico: Tyler Hamilton ha capito che era la giornata giusta per un golpe, ed è partito convinto ai 3 chilometri, prendendo in contropiede gli altri, primo fra tutti quel Boogerd che aggiunge il terzo posto di Liegi al lungo rosario di piazzamenti che ha inanellato in questa stagione di classiche.
Ci ha provato anche stavolta, l'olandese, ma si è dovuto ancora arrendere a un avverso destino: scattato deciso a quattro chilometri dalla conclusione, ha dovuto subire il ritorno del gruppo (o di quel che ne era rimasto) e la ripartenza di Hamilton, che già aveva piazzato una stilettata sulla Redoute, 30 chilometri prima. L'americano ha guadagnato in fretta quei 10-15" che lo hanno reso imprendibile nonostante gli sforzi dello stesso Boogerd e di Mayo, bravissimo secondo.
Corsa frenetica, dicevamo: fuga di quattro uomini (Pinotti, Pena, Elmiger e Vaugrenard) partiti al km 32 e raggiunti sullo Stockeau (meno 88) da Glomser, Paolini, Sorensen, Julich, Beat Zberg, Marzoli, Duma, Bolts e Peron (persi per strada Elmiger e Vaugrenard). Rivolgimenti vari (visti anche degli scatti di Casagrande a 60 chilometri dalla fine), poi 5 in testa (Merckx, Vicioso, Wegmann, Moreni e Glomser), poi sulla Redoute scatti di Hamilton, Armstrong, Di Luca a far grossa selezione nel gruppo. Sul successivo Sprimont davanti restavano in quattro (Glomser perdeva le ruote), ma da dietro arrivavano forte Armstrong e i suoi. Merckx provava ad anticiparne il rientro scattando da solo, ma veniva ripreso dallo scatenato Armstrong, che restava in testa con Samuel Sanchez e Shefer a ruota. A quel punto (con 20 e passa secondi di vantaggio sugli inseguitori, con Bartoli brutalmente staccato di ruota sul Sart-Tilman), nessuno avrebbe scommesso contro Lance.
Ma il gruppo ha ripreso tono e si è riavvicinato, riprendendo i primi sul Saint Nicolas, quando Armstrong ha prima provato a riallungare, e poi ha mollato la presa. Il contrattacco di Boogerd, che ha scremato un gruppetto comprendente oltre a Hamilton e Mayo anche il bravissimo Scarponi, già in luce all'Amstel di domenica scorsa, ha dato forma a quello che sarebbe stato l'epilogo: uno scatto deciso da parte di uno dei fuggitivi e l'incapacità degli altri tre di chiudere il buco.
I colori italiani vedono chiudersi la stagione delle grandi classiche del Nord senza che uno dei loro rappresentanti abbia vinto: nel 2002 conquistammo Fiandre, Liegi e Amstel, stavolta è andata male (miglior piazzamento, il secondo posto di Pieri alla Roubaix). Male nel senso che nessuno ha salito il podio fino al gradino più alto, ma benino se si considera che poi siamo sempre stati presenti nelle zone alte degli ordini d'arrivo (pur dando solo una volta, col già citato Pieri, l'impressione di poter effettivamente vincere). Paghiamo l'infortunio di Bettini e la forma non splendente di Bartoli, oltre a un po' d'inesperienza (relativamente a queste corse) di Di Luca. Ma da dietro qualcosa arriva, e se Pieri era un fuoriclasse annunciato, Scarponi, settimo all'Amstel e quarto alla Liegi, è un giovanissimo germoglio che potrà sbocciare presto: c'è solo da pazientare e aspettare.