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Vinokourov anticipa tutti - Alex allunga e si prende l'Amstel

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Il momento era quello dell'attesa, della curiosità di vedere cosa sarebbe successo sul Cauberg, arrivo-novità dell'Amstel Gold Race 2003, nell'anno in cui la prova olandese è stata anticipata rispetto alla Liegi. Ma quell'attesa non è stata soddisfatta. Perché a togliere la corsa dalle mani dei favoriti naturali (Boogerd, Di Luca, Rebellin, Casagrande, anche Armstrong) ci ha pensato Alexandre Vinokourov, che ha allungato a 4 chilometri dalla fine e, approfittando della mancanza di coordinamento nel gruppetto inseguitore, è riuscito a portare all'arrivo le sue gambe ormai esauste e piantate, mentre alle sue spalle i protagonisti annunciati, tardivamente svegliatisi, si dovevano accontentare del ruolo dei comprimari. Per il kazako un'altra vittoria da dedicare al connazionale e amico scomparso Andrei Kivilev.
Una vittoria in parte sorprendente, se si pensa che, pur essendo Vinokourov considerato come uno di quelli che avrebbero potuto fare una bella gara, certamente nel gruppo di dieci uomini rimasti al comando dopo il Keutenberg (quelli che poi hanno occupato i primi dieci posti dell'ordine d'arrivo) non era il maggior indiziato al successo: meno veloce di altri in volata, meno brillante in salita per poter decidere tutto con uno scatto sul Cauberg, l'unica sua possibilità era partire esattamente dove è partito. Se fosse andato via anche solo duecento metri prima, forse non ce l'avrebbe fatta: questione di benzina, che quando finisce finisce.
Vinokourov è stato bravo a sfruttare il gioco di squadra della Telekom, che aveva lanciato poco prima Kessler in uno scatto che aveva costretto Boogerd a fare gli straordinari per chiudere il buco. La gran parte del gruppo temeva troppo l'olandese per l'erta finale, e lo ha dimostrato quando non ha inseguito Vinokourov: che se la vedesse Boogerd. E Boogerd, partito dopo un (fatale) attimo di titubanza, non ce l'ha fatta, fermandosi a 4" soltanto dal vincitore. L'uomo della Rabobank ha se non altro dimostrato che con ogni probabilità avrebbe vinto lui se si fosse arrivati tutti insieme, visto che comunque nella volata per il secondo posto si è lasciato alle spalle Di Luca, Rebellin e Casagrande: magra consolazione, tale consapevolezza, per gli italiani.
E dire che la prova degli azzurri non era stata affatto deludente. Zanini in fuga sin dal km 35 (insieme a De Groot, Rast, Shefer, Rubiera, Voskamp, Van Hyfte e Rutkiewicz, con questi ultimi due staccati nel corso dell'azione), poi un bel tentativo di Basso e Sacchi con Schmitz, una volta ripresa la fuga del mattino (a meno 58 dalla fine). Quindi attacchi di Di Luca (a meno 20, dopo l'Eyserbosweg e dopo aver provato il forcing anche sul Kruisberg) e di Casagrande (a meno 10, tra il Fromberg e il Keutenberg).
Proprio il Keutenberg ha scremato in maniera decisiva il gruppo, tagliando le gambe a - tra gli altri - Bartoli, Celestino, e Pellizotti, fin lì coi migliori. Dopo la più dura delle salite (il Keutenberg, appunto), è stato inscenato il gioco di squadra della Telekom, che ha vanificato il gran lavoro che la Rabobank aveva fatto per tutto il giorno per lanciare il suo capitano nella corsa di casa. Malgrado il vantaggio accumulato da Vinokourov (fino a una ventina di secondi) lo mettesse al riparo da brutte sorprese, il finale è stato ugualmente emozionante: con il kazako letteralmente piantato negli ultimi 500 metri, più d'un tifoso avrà pensato che da dietro il primo gruppo (in cui ha sempre fatto bella mostra di sé un temibile Armstrong) sarebbe rientrato. Ma non c'è stato niente da fare: e un commosso Vinokourov ha potuto così esultare e ricordare ancora lo sfortunato Kivilev.
L'Amstel, in questa nuova collocazione e con questo nuovo tracciato, può solo crescere, come importanza e interesse, da qui ai prossimi anni. Non essere più considerata un'appendice alla stagione delle grandi classiche, ma essere promossa a trait-d'union tra la Parigi-Roubaix e la Liegi-Bastogne-Liegi (passando per la Freccia Vallone) rivoluziona l'approccio che corridori, pubblico e media hanno nei confronti della corsa della birra. Buon per gli organizzatori, buon per lo spettacolo, buon per gli appassionati: a volte i miglioramenti più grandi nascono dalle idee più piccole.
  

(Immagini tratte dal sito ufficiale del Team Telekom)

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