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Bene Mario, ora ripensaci - Nessuno vuole il ritiro di Cipollini | Cicloweb

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Bene Mario, ora ripensaci - Nessuno vuole il ritiro di Cipollini

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Ha ragione Ballerini: sembra un brutto sogno. Per lo meno è a questa finzione che noi, per scendere a patti con la realtà che non vorremmo accettare, ci appelliamo. Ci imponiamo di credere che sia un sogno, un gioco, uno scherzo. E invece stavolta è tutto troppo reale per scherzarci su. Cipollini ha deciso di abbandonare il ciclismo. Proprio quel Cipollini che fino all'altro giorno osannavamo sulle strade del Giro.
Troppe delusioni insieme hanno spinto il Re Leone a prendere la più drastica delle decisioni: il ritiro. Pesa, in questa scelta, il mancato invito al Tour, e pesa, certo ancor di più, la mancata volontà da parte degli sponsor della squadra di SuperMario di rinnovare la fiducia in un campione che continua ad essere una stella polare per il ciclismo (non solo italiano, checchè ne pensi il signor Jean-Marie Leblanc).
E così proprio nell'anno migliore, quello della Sanremo e della Gand-Wevelgem, delle sei tappe vinte al Giro e del record di successi parziali nella corsa rosa (Binda, 41) ormai a un passo, nell'anno della possibile vittoria mondiale sul circuito di Zolder, che pare disegnato apposta per le sue caratteristiche (il ct Ballerini, consapevole di ciò e della forza di Mario, era pronto a costruirgli una squadra tutta per lui), il più grande velocista della storia del ciclismo italiano decide di togliere il disturbo. Lo fa in maniera brutale, senza neanche un giorno di preavviso. Del resto Mario è questo: scordatevi i "fra un anno smetto", lui brucia tutto subito, vittorie ed emozioni.
Immaginiamo che la decisione del ritiro gli sia costata moltissimo. Già solo l'idea di lasciare le cose a metà (i Mondiali, per l'appunto, e anche il record del Giro) varrà, negli anni a venire, nottate insonni piene di rimpianti. E poi la consapevolezza stessa di essere ancora il più forte, e di avere migliaia e migliaia di tifosi pronti ad acclamarlo non deve certo aver facilitato le cose al lucchese.
Ma tant'è, la frittata sembrerebbe fatta. Sembrerebbe. Perché, da uno come Cipollini, ci si può sempre aspettare il colpo di teatro: ieri i suoi body estemporanei (e puntualmente multati); domani, chissà, la decisione di tornare sui suoi passi. Casagrande, tanto per fare un esempio, aveva assicurato, dopo essere stato buttato fuori dal Giro, che non avrebbe più corso. Invece, smaltita la delusione del momento, è ancora lì a pedalare in gruppo (spesso in testa). La stessa cosa noi ci auguriamo avvenga con Cipollini. Perché non si è ancora disputata una volata con SuperMario nei panni dell'ex, che già ci manca terribilmente. Sarebbe una perdita tremenda (l'ennesima) per il ciclismo, se Cipollini dovesse confermare il suo triste intendimento. Un personaggio del genere, amato o odiato che fosse, ma sempre capace di innescare il dibattito, la discussione, e di portare a questo sport tanto interesse, non lo si ritroverà facilmente.
Per questo, e per mille altri motivi che verranno in mente a tutti gli appassionati, per il bene tuo e per quello di questo sport, Mario, noi tutti ti preghiamo: ripensaci.

Marco Grassi

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