Tour, riecco la solita farsa - Perché non c'è posto per Cipollini?
Versione stampabileEra già successo dodici mesi fa e non si fece alcuna fatica a definirla una vergogna. Ma stavolta si è passato davvero il limite: Mario Cipollini per il secondo anno consecutivo non è stato invitato al Tour de France, e se nel 2001 qualcuno provò ad abbozzare e a giustificare le scelte di Leblanc e soci, stavolta non c'è scusa che possa tenere.
SuperMario è al momento sicuramente il numero uno del ciclismo italiano, e certo non solo dal punto di vista dell'immagine (il che comunque non guasterebbe). Ha vinto quest'anno la Milano-Sanremo e poi la Gand-Wevelgem, si è confermato il miglior velocista in attività e al Tour, quando ci è andato, ha sempre dato spettacolo.
E allora come mai questa bruciante esclusione? Un anno fa Jean-Marie Leblanc (l'organizzatore) lasciò a casa sia Pantani (non invitato neanche stavolta) sia Cipollini, con la scusa che avevano ormai fatto il loro tempo e che si preferiva dare spazio ai giovani (oltre che ai francesi). Se Pantani ha fatto di tutto, negli ultimi dodici mesi, per confermare le tesi di "Monsieur Tour", Cipollini l'ha invece clamorosamente smentito: i risultati parlano per lui.
Ma nel frattempo c'è stata la grana-Roubaix: la classica del pavè, organizzata dalla stessa Societé du Tour de France, non è stata onorata della presenza di Cipollini, all'epoca pure leader di Coppa del Mondo. Il toscano pose come condizione per esserci l'assicurazione di essere poi invitato al Tour. I francesi risposero picche (francamente non potevano fare altrimenti), Cipollini non corse, ed ora, al tirar delle somme, si scopre che quelli del Tour se la sono legata al dito. La vendetta è un piatto che va consumato freddo, e Leblanc si può riparare dietro al solito motto "non sono i corridori che fanno grande il Tour, ma è il contrario", ovvero la corsa va avanti comunque, anche senza questo o quel protagonista.
Purtroppo il sistema è pure dalla loro parte: l'obbligo della presenza (salvo rinuncia) delle prime squadre del ranking Uci e non delle altre, fa sì che si verifichino simili clamorose (e controproducenti) esclusioni. Forse estendendo l'obbligo della presenza anche ai primi 20 corridori della classifica mondiale, certe aberrazioni potrebbero essere evitate (Cipollini, tanto per dire, è diciassettesimo). Potendo scegliere da sé, gli organizzatori ovviamente favoriscono chi gli pare (in questo caso squadre francesi di seconda schiera).
L'unica, per i tifosi italiani, sarà cercare di consolarsi con Gilberto Simoni, che invece è stato invitato con la Saeco, e sperare che il trentino in montagna dia più di un fastidio a Lance Armstrong.