Il fantastico tris di Museeuw, il principe di Roubaix - Johan vince e può pensare al ritiro
Versione stampabileGli era sfuggito al Giro delle Fiandre di domenica scorsa, è riuscito a centrarlo alla Parigi-Roubaix numero 100: il colpo d'addio Museeuw lo cercava con tutto se stesso, e l'ha trovato sotto la pioggia e in mezzo al fango del pavè.
Condizioni climatiche e ambientali classiche di questo percorso, che hanno fatto da cornice a quella che potrebbe essere considerata l'affermazione definitiva del belga. Definitiva perché ora probabilmente Museeuw ha smesso di sentirsi un corridore, e può pensare serenamente al dopo.
Eppure per ben due volte Johan ha rischiato di veder sfumare una simile chiusura di carriera: la prima nel 1998, proprio alla Roubaix: cadendo nella Foresta di Arenberg si frantumò il ginocchio, minato successivamente da una infezione che aveva addirittura fatto paventare il rischio di amputazione dell'arto. Ripresosi dal bruttissimo infortunio Museeuw risorse, guarda caso, a Roubaix: vinse nel 2000 (aveva già trionfato nel 1996) la classica del pavè, ma pochi mesi dopo (in agosto) ecco un altro brutto scherzo del destino: un incidente in moto, venti giorni di coma, la consapevolezza che sarebbe stato già tanto, per lui, tornare a vivere, e la conseguente certezza di non vederlo più in bicicletta.
Come sono andate invece le cose lo sanno tutti: Johan è tornato, e ha vinto ancora, centrando il suo decimo successo in una prova di Coppa del Mondo (e ci ha tenuto a sottolineare questo risultato con la sua esultanza nel velodromo di Roubaix: le due mani aperte, a indicare il numero 10).
Facendo i conti, oltre alle tre Parigi-Roubaix Museeuw ha vinto anche tre Giri delle Fiandre, due Campionati di Zurigo, una Parigi-Tours e un'Amstel Gold Race. Per due volte ha conquistato la Coppa del Mondo (1995 e 1996); e a Lugano, nel 1996, si è laureato Campione del Mondo. E con un simile palmares, Museeuw può andare serenamente in pensione.