Iglinskiypass, lo slalomista - Il kazako dribbla Lövkvist e vince
- Strade Bianche 2010 [1]
- Team Saxo Bank 2010 [2]
- Daniele Righi [3]
- Enrico Gasparotto [4]
- Fabian Cancellara [5]
- Filippo Pozzato [6]
- Francesco Ginanni [7]
- Juan Antonio Flecha Giannoni [8]
- Maxim Iglinskiy [9]
- Michael Rogers [10]
- Ryder Hesjedal [11]
- Thomas Lövkvist [12]
- Uomini [13]
«Certamente è la mia più grande vittoria da quando sono professionista» sono state le parole di Maxim Iglinskiy in sala stampa. Non tanto per l'importanza della corsa in sé, aggiungiamo noi, o per il suo blasone (non ancora ai livelli di una classica, ma siamo sulla strada giusta), ma per il modo per cui è arrivata, lottando gomito a gomito con tanti grandi del pavé (bastano i nomi di Pozzato, Cancellara e Flecha per dare l'idea) e dimostrando una grande intelligenza tattica negli ultimi chilometri, cosa che probabilmente era stata il suo tallone d'Achille finora.
E ci ha fatto piacere vedere cimentarsi con gli sterrati - con risultati più che discreti - anche corridori non propriamente avvezzi a questi percorsi, come Pellizotti, Garzelli, Rogers, Nibali, Ginanni: chissà magari può essere un passo indietro sull'ormai affermata iperspecializzazione che ha preso gamba negli ultimi due decenni.
La corsa si è infiammata con un attacco del quintetto formato da Nibali, Rogers, Garzelli, Spilak e Ginanni, a poco più di 40 chilometri dalla conclusione. Il gruppo ha lasciato fare per qualche chilometro ma la Saxo Bank non ha concesso troppo spazio, prova evidente della forma più che discreta di Cancellara. Nibali è il primo a finire la benzina e viene raggiunto - e presto staccato - dal gruppo degli inseguitori che di lì a poco fagociterà anche gli altri quattro.
A questo punto mancano solo gli ultimi due segmenti sterrati, entrambi piuttosto corti ma altrettanto impegnativi. Ci provano Rogers (con Flecha a ruota) ma con poco successo. Bella invece l'azione di Gasparotto poco prima dell'imbocco dell'ultimo settore, quello in cui avviene la selezione decisiva. All'uscita sono in 11, ma a 6 km dall'arrivo Iglinskiy porta via l'azione decisiva. Con lui Rogers (che gara quella dell'australiano!), Lövkvist, e Hesjedal, mentre Pozzato e Ginanni rimangono a pochi secondi e rientreranno poco prima dell'ultimo chilometro.
Dietro Cancellara mena, sbuffa, ma ormai la corsa per lui è andata. L'ultimo strappo, agli 800 metri è durissimo (patiscono lo sforzo Ginanni, Hesjedal e, nella parte finale anche Pozzato), si dà fondo alle energie residue ed è altresì evidente che con una curva secca ai 100 metri e l'arrivo in discesa, entrare per primi sul rettilineo d'arrivo è di fondamentale importanza. Le spallate tra Iglinskiy e Lövkvist si sprecano ma è il kazako (pur con qualche rischio di troppo, come da lui stesso ammesso) ad avere la meglio. Terzo è Rogers, quarto Pozzato, poi Hesjedal e Ginanni.
Buoni piazzamenti anche per Bertagnolli (7°), Gasparotto (9°) e l'enfant du pays Righi (10°) e per tanti di questi ragazzi arrivederci mercoledì ad una Tirreno-Adriatico che, quest'anno come mai negli ultimi tempi, sembra apertissima ad ogni risultato.