Kirchen e poi tanta Italia - Paesi Baschi, Kim in volata

Dopo l’esordio col botto di ieri si poteva pensare ad una giornata di relativa tranquillità in quella che si presentava come la tappa forse più facile dell’intera corsa a tappe. Se però, dopo un’analisi attenta, si realizza che di velocisti puri in questa Vuelta al Pais Vasco non ce ne sono, si può ipotizzare che anche un finale con l’ultima asperità a 40 chilometri dal traguardo può rivelarsi tutt’altro che banale.
Deve averci sicuramente pensato Paolo Bettini che, dopo aver rinunciato a quel Giro delle Fiandre ormai destinato a diventare il suo più grande cruccio, ha deciso di testare la sua gamba in terra basca, magari anche per esorcizzare quella malasorte che proprio come lo scorso anno cerca di ripresentarsi puntuale e che questa volta ha assunto le sembianze di una fastidiosa allergia e di un “dritto” nella vegetazione che nella frazione di ieri stava per causare l’ennesimo ruzzolone. Peccato che Paolino non abbia fatto i conti con la voglia di riscatto di Kim Kirchen, partito più in sordina del solito in questo 2008 e reduce anche da una Milano-Sanremo per nulla memorabile. Il lussemburghese pertanto ha tenuto a fare presente che le Ardenne possono essere anche affar suo, se è vero che è stato già in grado di terminare Freccia e Liegi in top-ten, e con una volata prepotente, partita anche un po’ troppo in anticipo, è andato a far suo il traguardo di Erandio dopo 153 km.
Le intenzioni serie di Bettini comunque si potevano già intuire nel corso della tappa, osservando in testa al gruppo le maglie Quick Step coadiuvate da quelle rosse della Cofidis, impegnate a lavorare per un Leonardo Duque che poi terminerà solamente ottavo; per entrambe le formazioni comunque l’obiettivo era innanzitutto chiudere sull’azione di Landaluze, Horrach, Arrieta e Albasini che ha costituito quasi interamente il canovaccio della tappa con un vantaggio massimo di 4 minuti circa; se i primi 3 si sono poi arresi a circa 20 chilometri dal traguardo, l’ultimo a crederci concreatamente è stato lo svizzero della Liquigas che ormai ci sta abituando sempre più a belle azioni in contropiede nei finali di gara. Per Albasini però i sogni di gloria durano lo spazio di 10 km, anche perché, una volta tornato il gruppo compatto, i big decidono di regalare al pubblico qualche minuto di spettacolo prima di cedere la scena agli uomini più veloci: accade così che dopo uno scatto un po’ velleitario di Popovych è Luis Leon Sanchez a cercare di prendere il largo, non tenendo conto però che la sua soluzione in contropiede stuzzica anche la fantasia di gente come Txurruka, Egoi Martinez, Peter Velits, Schumacher e, udite udite, ancora una volta Alberto Contador, che di fare una corsa scontata proprio non ha voglia.
Una volta ritrovata la calma è lo slovacco Jurco a regalarsi circa 3 chilometri e mezzo di visibilità sperando che dietro stiano un po’ a guardarsi. Non è così e poco dopo i meno 2 dal traguardo ecco che è tutto da rifare. Ci si appresta ormai allo sprint ma prima i brividi li regala una scivolata di De La Fuente e Bileka che crea qualche grattacapo ad un gruppo con qualche frazionamento.
Il finale è storia nota con Bettini a cui non riesce la rimonta e deve accontentarsi dell’ennesimo piazzamento e se David Herrero aggiunge un altro buon podio dopo quello di ieri sicuramente si può essere felici nel vedere altri 3 italiani nelle primissime posizioni dell’ordine d’arrivo, con Rinaldo Nocentini, anch’egli proiettato a sognare la Doyenne, al quarto posto, un Cunego ancora attento al quinto proprio davanti al compagno di squadra Francesco Gavazzi,uno che in finali del genere non disdegna di buttarsi nella mischia. A seguire Alexander Efimkin, il già citato Duque, Evans e Isasi. Nonostante i piccoli frazionamenti, tutti avvenuti però entro l’ultimo km e pertanto neutralizzati dalla giuria, nulla cambia in classifica generale con Contador che mantiene 3 secondi su Mosquera e 8 secondi su un nutrito gruppo di pretendenti. Si può però già star sicuri che domani, con l’ultima asperità posta a 10 chilometri dall’arrivo, ci sarà ancora da divertirsi.