France, Fête Nationale - Il 14 Luglio di Virenque e Voeckler
- TOUR DE FRANCE 2004 [1]
- Quick Step - Davitamon 2004 [2]
- Andreas Klöden [3]
- Axel Merckx [4]
- Richard Virenque [5]
- Thomas Voeckler [6]
Da qui in poi per la Francia sarà presumibilmente soltanto discesa. Perché, con tutta la buona volontà possibile, immaginare una giornata migliore di questo 14 luglio, per i ciclisti di casa, è arduo.
Per cominciare era il dì della festa nazionale, che di tanto in tanto viene bagnato da un'impresa di un transalpino (le ultime due le mise a segno Jalabert); poi, nella tappa dei nove gran premi della montagna, non poteva che attivarsi e vincere l'amatissimo (dai francesi) Virenque, avido dei pois della maglia che premia il miglior scalatore del Tour; infine l'inaspettato si materializzava nella forma della bella difesa che Voeckler, campione nazionale, ha fatto della sua maglia gialla, andando addirittura a sprintare in faccia ad Armstrong per il quinto posto.
Il piglio dimostrato dal giovane leader della classifica starà facendo pulsare più di un cuore, al di là delle Alpi: hai visto mai che l'ultimo arrivato li mette tutti in fila? Siccome, nel sin troppo vasto campo del verificabile, anche questa ipotesi non va scartata a priori, diciamo che Voeckler ha un 2% di possibilità di vincere il Tour. Forse siamo anche larghi di manica, ma intanto ci mettiamo al riparo: se vince, diremo orgogliosi «l'avevamo detto che poteva farcela!»; se non vince diremo con sufficienza «non gli davamo più del 2% di chance». Pace.
Torniamo alla tappa. Ci si aspettava fuoco e fiamme dagli spagnoli, i quali hanno invece passato la mano: a meno che non vogliamo considerare alla stregua di un attacco l'allungo tentato nell'ultimo chilometro da Mancebo in cerca di secondi di abbuono; allungo peraltro frustrato dagli Ullrich Boys, Klöden e Zabel, secondo e terzo sotto lo striscione.
Il primo, come abbiamo già accennato, è stato Richard Virenque, già lavato e stirato quando il gruppo ha raggiunto il traguardo. Il 34enne francese è scattato diverse volte in avvio di frazione, prima di imbroccare la fuga al km 35; con lui si è lanciato Axel Merckx, che però ha gettato la spugna sul Pas de Peyrol, la salita più dura della giornata (che ha fatto penare anche Mayo, dietro), a 67 km dalla fine. Da lì Virenque, transitato primo su tutti e 9 i Gpm di giornata, è rimasto solo, e ha difeso molto bene il vantaggio dal ritorno del gruppo.
Nel tagliare lo striscione, il corridore della Quick Step si è rivolto al cielo, dedicando la vittoria ad un amico scomparso; e dopo ha anche pianto copiosamente, nel ricordare questa persona cara davanti ai microfoni dei giornalisti. Non lo consolerà del tutto, ma almeno la maglia a pois conquistata gli regalerà un sorriso: se la porta fino a Parigi sarà la settima della sua carriera, un record assoluto.
Il gruppo, nella sua totale inanità, ha lasciato spazio ed è andato piuttosto piano (anche per questo Voeckler si è salvato, diciamo la verità). Nessun uomo di classifica si è azzardato ad attaccare, buon per Armstrong. Sulla volata per il secondo posto, poi, si è creato un buco di 7", a svantaggio di Simoni, Heras, Hamilton e Sevilla: ma non sono distanze che determineranno chissacché, alla fine.
Domani (Saint Flour-Figeac, 164 km) la tappa, pur accidentata, sarà più tranquilla; poi inizieranno i Pirenei. Aspettiamo sempre che accada qualcosa.
Marco Grassi