MILANO - SANREMO
Oscar Freire brucia solo all'ultimo metro, al colpo di reni, un Erik Zabel che si sentiva già in tasca la sua quinta Sanremo e stava già esultando. Una leggerezza imperdonabile per un campione esperto come il tedesco. L'epilogo allo sprint vede la grossa delusione di Alessandro Petacchi, partito ai 180 metri dopo un lavoro perfetto della Fassa Bortolo, ma piantatosi e superato da tre avversari.
La corsa: lunga fuga di 5 uomini (Dierckxsens, Tomi, Barredo, Portal e Tauler), partiti al km 60, vantaggio massimo al km 92 (16'40"), poi tentativo estremo di Dierckxsens da solo, ripreso all'abbrivio della Cipressa (meno 28). Sulla salita azione di Dekker e Wesemann, Cipollini si stacca, poi rientrerà in discesa ma mollerà definitivamente sul piano, mentre Petacchi pare star bene. In discesa cadono Bartoli e Rebellin e attacca Celestino, che raggiunge i 15" di vantaggio sul gruppo prima di essere ripreso agli 11 km. Sul Poggio scatta per primo Carrara, poi vanno Dekker e Vicioso con Pereiro e McGee. Forcing di Vinokourov, contropiede di Bettini che va via, riprende i primi e allunga con Vicioso. Ma in vetta al Poggio il gruppo (quel che ne resta) è di nuovo compatto.
Nella discesa Celestino è ancora nelle prime posizioni, con Samuel Sanchez e Astarloa. Quando si arriva a Sanremo si organizza magnificamente il treno della Fassa (composto da 6 uomini), ed è ben presente anche la T-Mobile. Petacchi si lancia ai 180 metri, Zabel alla sua ruota lo scavalca agevolmente e alza le braccia sotto lo striscione. Ma alla sua destra sbuca come un furetto Oscar Freire, che beffa il tedesco al colpo di reni e vince così la Milano-Sanremo