World Tour 2016: Il Team Giant e i suoi bambini - Politica dei giovani sempre più spinta per la squadra olandese: i risultati fin qui sono stati lusinghieri
Versione stampabile| TEAM GIANT - ALPECIN | |
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IL ROSTER |
IL CAPITANO Uno che vince nello stesso anno Sanremo e Roubaix è automaticamente capitano in qualsiasi squadra che non abbia un nome forte per i grandi giri. John Degenkolb è quindi l'uomo copertina della Giant, e proverà a ripetere quanto realizzato nel 2015, anche se sa in partenza che non sarà per niente facile. Le sue doti e il fatto che comunque da quando è passato al professionismo non ha mai smesso di crescere lo rendono abbastanza sereno, e le classiche monumento lo vedranno anche quest'anno nella prima fila dei favoriti. Con in più un obiettivo, quello del Mondiale, per il quale finora non è stato all'altezza di se stesso, ma che prima o poi riuscirà a centrare: e il percorso di Doha non lo esclude certo dal novero dei possibili protagonisti. |
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LO STAFF |
DA SEGUIRE Anche se non ha un Froome o un Nibali, alla formazione olandese non mancano uomini in grado di figurare ottimamente nei grandi giri. Tom Dumoulin l'ha dimostrato all'ultima Vuelta, e nel 2016 proverà a confermare gli enormi passi in avanti registrati lo scorso anno nella specialità (lo vedremo al Giro). Per il Tour scalpita Warren Barguil, uno dei gioiellini di Francia, forte in salita e in costante miglioramento. Per le classiche fiamminghe occhio ai passi avanti di Zico Waeytens, per quelle vallonate Simon Geschke proverà a mettere finalmente a frutto una predisposizione non malvagia. Nel settore volate si aprono grandi spazi per Nikias Arndt, a patto che il tedesco sia migliorato al punto da svincolarsi dal ruolo di apripista per gli sprint altrui. Tobias Ludvigsson un paio d'anni fa sembrava avviato a un'interessante carriera, ma ha avuto una certa involuzione: il 2016 ci dirà se potrà mantenere le promesse fatte da giovanissimo. |
| Il mercato | |
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INGAGGI |
VOTO Domanda: si può perdere uno dei top rider mondiali e condurre in porto comunque un mercato da valutare in maniera positiva? Si può, e la Giant ne è un esempio. Esaurita (già ben prima di fine stagione, vista l'aria che tirava nel team) la liaison con Marcel Kittel, Spekenbrink e i suoi hanno dovuto salutare pure un altro degli uomini veloci della formazione, Luka Mezgec. Senza perdersi d'animo hanno continuato a fare quello che ultimamente riesce loro meglio: investire sui giovani. E al di là dell'ingaggio dell'espert(issim)o Laurens Ten Dam, che tornerà utile quale spalla di Barguil al Tour, hanno pescato a piene mani tra le nuove leve migliori d'Europa. Ecco quindi arrivare due '93, un '94 e addirittura un '95. Quest'ultimo, Sam Oomen, è il pezzo forse più pregiato (pare andar forte su tutti i terreni), ma quando un corridore passa pro' così presto non è detto che riesca ad ambientarsi subito. Servirà tempo a Oomen, così come servirà a Max Walscheid (versato per le classiche fiamminghe), allo scalatorino Sindre Lunke e al notevole Søren Kragh Andersen (un altro che pare andar forte - e vincere - un po' dappertutto). Coniugando un discorso di qualità a quantità, il management del team spera che almeno uno dei quattro diventi un fuoriclasse nel breve-medio termine. Qualcuno si perderà per strada (vedi il precedente di Daan Olivier, che si è addirittura ritirato nel corso del 2015), ma qualcuno ce la farà. Chi semina bene, prima o poi raccoglie. 6.5 |
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CESSIONI |
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