Curiosità a due ruote: Kwiatkowski il "fiore italiano" e altre strane traduzioni - Un trip linguistico-etimologico scoprendo cosa si cela dietro i cognomi di Aru, Froome, Quintana...
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C'è chi diventa un intreccio complicato di rami. Chi richiama la terra contadina, chi ancora l'acqua, chi le origini storiche del suo territorio. Poi ci sono cognomi che nelle lingue d'origine all'italiano medio non dicono granchè, ma se tradotti possono generare significati inaspettati. In questi mesi invernali poveri di cronache e fatti da raccontare, ci siamo divertiti a investigare su etimologia e significati dei cognomi dei ciclisti più celebri, scoprendo traduzioni che lasciano ilari e collegamenti inattesi.
Terre, fiumi, alberi: l'etimologia legata alla natura
Una cosa curiosa apparsa scorrendo le etimologie dei cognomi di diversi ciclisti è il collegamento con la natura. Non che ci sia poi tanto da ravanare, sulle etimologie: hanno sempre a che vedere con la storia dell'uomo, e dunque con nomi, cose e città (il riferimento col gioco è voluto e non casuale!). Partiamo da Froome il quale, a dispetto delle origini sudafricane, non ha niente a che vedere con la lingua afrikaans: il suo cognome è puramente british ed è molto diffuso in altre colonie (Stati Uniti, Canada e soprattutto Australia). Esso deriva dal termine desueto ffram, che vuol dire 'minerale', riferito ad acqua. Froome vorrebbe dunque dire "acque minerali". Una certa eleganza ha anche Quintana, che non ha una reale traduzione in italiano: la quintana in spagnolo sarebbe un pezzo di terra in affitto, del quale l'affittuario paga al latifondista un quinto della sua produzione, per l'appunto. Quello di Quintana è un cognome diffusissimo in tutte le americhe, anche quelle del nord, e ciò ne fa uno dei 2000 cognomi più diffusi al mondo.
Ancor più radical chic il nostro Aru, termine che indica un arnese utilizzato per chiudere le siepi con delle spine, nonchè per sostenere piantine nelle piantagioni: è un cognome tipico di Villacidro. Cognome locale, sebbene diffuso in tutta la Francia, anche per Pinot, che sarebbe legato più all'albero di pino piuttosto che alla famigerata qualità di uva, e per Van Avermaet, distorsione di Havermaete che a sua volta è stato contratto da havermaailand, ossia "paese di falciatura dell'avena".
Le casate dei Valverde e dei Contador
Sono nobili le origini di Valverde e Contador: provengono da casate spagnole di provenienza opposta ma destino simile. Entrambe andarono a colonizzare il nuovo continente: la casata dei Valverde era una signoria della Castiglia, alla quale apparteneva Frate Vincente de Valverde accompagnò Pizarro nella spedizione alla conquista del territorio Inca, fondando la diocesi di Cuzco e una cattedrale a suo nome. Contador (che vuol dire letteralmente "contabile") in Spagna è ormai quasi inesistente: la casata dei Contador è originaria di Sevilla, e i suoi eredi approdarono nel nuovo continente nel seicento, mettendo radici soprattutto in Brasile. E come dimenticare i castelli di Mathias Kessler, protagonisti di lunghi pomeriggi con Auro Bulbarelli al Tour de France? L'atleta tedesco è rampollo di una nobile casata dai colori giallorossi, e pare che derivi da kezzil, ossia "bollitore".
Rodrigo e Sancho, Annibale e Cristoforo
I cognomi dei corridori spagnoli più in voga in questo momento sono tra i più diffusi al mondo, specialmente Rodríguez e Sánchez. La particella finale -ez indica "figlio di", come -son per le lingue sassoni. Il primo è dunque "figlio di Rodrigo", ossia Roderico, ultimo re dei Visigoti in Iberia prima della conquista araba nel settecento. Il cognome di Purito è molto diffuso in Portogallo e al confine spagnolo; i "figli di Sancho" invece si concentrano nell'Extremadura, ma sono numerosi anche nelle Asturie, da dove proviene Samuel Sánchez. Kristoff non è altro che la variante scandinava di Cristoforo, mentre Nibali, che è il cognome tipico di Castell'Umberto, paesino dei Nebrodi, potrebbe essere una variante dialettale di Annibale. Incerta anche l'etimologia di Sagan, cognome di origine polacca che in Slovacchia è diffuso solo nei dintorni di Zilina (città natale del campione del mondo): si sa che è il nome tedesco di Zagan, città polacca al confine con la Germania.
Se un Majka si posa su un Kwiatkowski....
La lingua polacca è quella che ci dà maggiori soddisfazioni. Partiamo ad esempio dall'ex iridato Kwiatkowski che negli anni alla Etixx ha prestato la traduzione del proprio cognome a simpatici giochi di marketing: kwiat significa infatti fiore in polacco e la squadra belga ha realizzato magliette e cappellini con la scritta Flower Power; per assonanza poi si può arrivare anche a spezzare il nome in kwiat wloski dando origine ad un "fiore italiano", anche se purtroppo non basta a fargli vestire la maglia azzurra. E Majka sarebbe la cantaride, insetto meglito noto come "mosca spagnola", mentre Niewiadoma, atleta esplosa nell'ultima annata tra le fila della Rabo-Liv, vuol dire guardacaso sconosciuta, ignota. In basco Amets, nome del combattivo Txurruka, vuol dire "sogno". Boonen potrebbe risultare come una storpiatura di Bonen, fagioli. In spagnolo, Landa è la brughiera, in olandese Hermans "il marito", in danese Guldhammer "martello d'oro", come facilmente intuibile. L'intreccio più curioso è tra Solovey e Fuglsang: apparentemente nessun legame tra l'ucraina e il danese, ma cognomi quasi omologhi: Solovey è l'usignolo, Fugl sang sarebbe invece "canto dell'uccello".




