Curiosità a due ruote: Ricchi premi e bon bon - Viaggio attraverso i trofei più insoliti e particolari del mondo del ciclismo
Versione stampabileOk il "Trofeo Senza Fine", interessante opera di design che può essere riciclato anche come pratico portaombrelli manco fosse la Coppa UEFA. Ok la "Coupe Omnisport" in porcellana, donata al vincitore del Tour de France, preziosa quanto vuoi ma che può servirti per poggiare la frutta nella cucina di casa. Però i premi più ambiti sono ben altri, checché ne dicano ASO o RCS Sport: i corridori fingono di voler vincere Giro e Tour ma in realtà questi sono gli omaggi che più ardentemente desiderano conquistare i ciclisti di ogni ordine e grado, con buona pace dei poteri forti.
10 - Parigi-Roubaix, la pietra più ambita

La pietra più prestigiosa del mondo del ciclismo non è uno smeraldo e neanche un rubino, bensì il pesante blocco di porfido che viene consegnato al vincitore della Parigi-Roubaix: tra i vari trofei ciclistici, questo è probabilmente il più caratteristico e conosciuto, quello che più di ogni altro riesce a simboleggiare alla perfezione la vera anima della corsa. Il pezzo di pavé è stato introdotto nella cerimonia delle premiazione nel 1977: l'unico ad avere portati a casa ben quattro è quindi Tom Boonen che avrà dovuto allestire uno scaffale molto ben rinforzato nella propria sala trofei. Curiosamente, un pezzo di pavé viene consegnato anche ai vincitori del Koppenbergcross, classica belga del ciclocross che fa parte del circuito Bpost Bank Trofee.
9 - Un tridente per il Re dei Due Mari

Nella mitologia classica il tridente è l'arma di Poseidone, il dio dei mari: nel ciclismo invece è il premio che va al conquistatore della Corsa dei Due Mari, la Tirreno-Adriatico. L'istituzione di questo spettacolare trofeo è abbastanza recente e risale al 2010: in sei anni l'unico a portarselo a casa in due occasioni è stato Vincenzo Nibali che si è consacrato Re dei Due Mari sia nel 2012 che nel 2013. A proposito di armi, però, ricordiamo anche le celebri spade della città spagnola di Toledo, immancabili sul podio quando la Vuelta fa tappa da quelle parti.
8 - Kuurne, la città degli asini

Gli abitanti della città di Kuurne sono spesso soprannominati "asini", un nomignolo che gli era stato affibiato in passato dai vicini di Kortrijk, stanchi di essere svegliati all'alba dal rumore dei mercanti di Kuurne che si recavano in città a vendere le proprie merci trainate appunto da asini. ma è dovuto al fatto che nella storia i mercanti di Kuurne erano soliti recarsi nella vicina Kortrijk. Ora di fronte al municipio di Kuurne è stato installato un asino gigante che è diventato un vero e proprio simbolo della città: un copia in peluche di Ambroos, questo il nome dell'asini, viene ogni anno consegnata al vincitore della Kuurne-Bruxelles-Kuurne. Per quanto simpatico ed insolito, Ambroos però non può competere in popolarità con il leoncino del Tour de France...
7 - Chi vince in Austria non è un salame
L'azienda Wiesbauer è uno degli sponsor del Giro d'Austria ormai da parecchi anni ed i suoi prodotti non passano certo inosservati nelle cerimonie protocollari di premiazione: chi veste la maglia gialla di leader della classifica generale, o quella "a tovaglia" dei gran premi della montagna può festeggiare ogni giorno con un bel salame. La massima corsa a tappa austriaca si snoda su nove giorni di gara ricchi di montagne: il salame può essere un bel modo per recuperare tutte le fatiche del percorso, ma chi tiene la maglia dalla prima all'ultima tappa deve stare attento a non esagerare.
6 - Banana-party in Turchia
Rispetto al salame austriaco, le banane turche sono senza dubbio un alimento molto più adatto alla dieta dei corridori. Quando il Giro di Turchia fa tappa nella città di Alanya, i sono appunto dei giganteschi caschi, difficile da sollevare e pure da consumare velocemente. Non sappiamo se le banane offerte sono della varietà Cavendish, ma nel dubbio Mark ha già vinto qui per due volte diventando quindi un testimonial perfetto: in foto invece il podio del 2011 con Van Hummel davanti a Greipel e Petacchi.
5 - Un'aspirapolvere a Jolien D'Hoore: casalinga o ciclista?

Per la prima volta in carriera vinci una gara valevole per la Coppa del Mondo e ti ritrovi con un'aspirapolvere come premio: questo è quanto capitato alla belga Jolien D'Hoore lo scorso mese di marzo in Olanda alla Ronde Van Drenthe. Trattandosi di ciclismo femminile la scelta del regalo può apparire un po' infelice ma la soddisfazione di una vittoria così importante oscura tutto il resto. Alla fine l'aspirapolvere è stata "girata" alla compagna di squadra Chloe Hosking che sembra aver apprezzato il gesto: resta un solo dubbio, era una forma di ringraziamento o un invito a pulire meglio casa? Molto più appropriato visto il contesto il premio ricevuto da Tom Meeusen per aver vinto la gara di ciclocross di Ruddervoorde l'anno scorso: dopo un'ora di corsa tra terra e sabbia, al belg andò una doccia (ancora da montare però)!
4 - Tanto formaggio quanto pesi

La Francia è terra di ottimi formaggi ed in Normandia uno dei prodotti tipici è il Camembert: dal 1934 nella zona si disputa la Parigi-Camembert, corsa di un giorno di categoria 1.1 che nel 2015 è stata vinta da Julien Loubet ma che vanta nel proprio albo d'oro recente anche corridori come Bryan Coquard, Sandy Casar e Alejandro Valverde (nella foto Pierre-Luc Périchon, vincitore nel 2012) mentre andando a ritrovo troviamo anche Fignon, Hinault e Zoetemelk. Lo sponsor storico della prova è Le Petit che offre al vincitore l'equivalente del suo peso in formaggio: la vittoria di un possente sprinter potrebbe creare qualche problema di carattere economico, ecco perché gli ultimi 80 chilometri del percorso presentano numerosi strappi con pendenze che arrivano anche al 17%.
3 - Fiandre, in fuga a tutta birra

Una fuga da lontano in una classica monumento garantisce sempre una grande visibilità, corridori e squadre fanno di tutto per mettersi in mostra: quest'anno al Giro delle Fiandre c'era però un altro motivo molto interessante per trovarsi nel gruppo di testa al momento giusto. Al chilometro 34 di gara, nell'attraversamento di Sint-Eloois-Winkel era previsto un traguardo volante dove il premio per il vincitore era il suo peso in litri di birra: Matthew Brammeier (73 kg) lo sapeva e centrato il primo obiettivo della fuga non ha poi fallito al momento dello sprint. In fondo non poteva che essere un irlandese il grande protagonista di questo traguardo...
2 - Un maialino per amico

Seppur non molto conosciuto, il Tro-Bro Léon è sicuramente una delle gare più affascinanti del ciclismo attuale: il percorso caratterizzato da brevi strappi e numerosi settori di strada sterrata può ricordare un po' quello della Strade Bianche, ma la "Roubaix Bretone" o "Inferno dell'Ovest" si disputa già dal 1984 e dal 1999 si è aperta ai professionisti. Oltre al suo particolare percorso, un simbolo della corsa è senza dubbio il premio che viene attribuito al primo corridore bretone dell'ordine d'arrivo: in palio c'è infatti un tenero maialino, vivo ed in carne e ossa, non di peluche. Nel 2015 la vittoria è andata ad Alexandre Geniez, secondo (come nel 2012) il corridore di casa Benoit Jarrier che vediamo nella foto sul podio con il suo particolare trofeo.
1 - La bontà che si gusta ad ogni età

Tredici edizioni tra il 1994 ed il 2006 sono bastate a rendere la Classic Haribo la corsa dei sogni di tantissima gente: ad attirare non era la collocazione ad inizio stagione o le caratteristiche di un percorso nel sud della Francia che andava da Uzès a Marsiglia, piuttosto la possibilità di vincere un carico sostanzioso delle famose caramelle. Il corridore più goloso del gruppo si è dimostrato essere l'estone Jaan Kirsipuu che con tre vittorie tra il 2000 ed il 2003 si è portato a casa circa 240 chili di dolci gommosi: inutile chiedersi come mai il buon Jaan non sia riuscito a terminare nessuno dei 15 grandi giri a cui ha preso parte in carriera.




