L'intervista: Moscon-Consonni, un tricolore per due - Intervista doppia a due tra i più promettenti Under del ciclismo italiano
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Sono i due atleti più in vista del dilettantismo italiano. Uno Zalf, l'altro Colpack. Entrambi classe 1994. Uno passista scalatore, l'altro passista veloce. Il primo trentino, il secondo bergamasco. Ragionevolmente, Gianni Moscon e Simone Consonni sono i due uomini da tenere d'occhio per i campionati italiani under 23 di Badia Agnano, sebbene entrambi mettano le mani avanti sulle loro possibilità di successo finale.
Li abbiamo intervistati per parlare un po' di loro e per capire come hanno preparato l'appuntamento tricolore: Gianni manifesta la sua mentalità da ingegnere, palesata dagli studi ma anche evidente nel modo di ragionare sugli allenamenti; Simone invece è un ragazzo molto spontaneo, che non fa nulla per nascondere i suoi piccoli difetti. Due personaggi piuttosto interessanti che anche nel loro modo di essere corridori e uomini dimostrano di avere futuro.
Nome?
«Gianni Moscon».
«Simone Consonni».
Quando sei nato e dove?
G - «Sono nato a Trento il 20/04/1994 ma vivo a Livo».
S - «Son nato a Ponte San Pietro, in provincia di Bergamo, il 12/09/1994».
Hai un soprannome?
G - «No, non direi».
S - «Nessuno, al iimite mi chiamano Simo».
A che età hai tolto le rotelline dalla bicicletta?
G - «Non ricordo, forse a 6 anni».
S - «Non saprei dire».
La tua prima gara?
G - «A 7 anni, da G2».
S - «Da G1».
Da allora quante gare hai vinto?
G - «Allora... fino al G5 ne ho vinte mediamente 3 all'anno, quindi facciamo 15. Poi altre 3 da esordiente e son 18... 2 da allievo e fan 20... 3 da juniores e sono 23... infine 9 da under... fanno 32 gare, diciamo una trentina».
S - «Non più di trenta, forse anche meno».
Il campionato italiano : preparazione e avversari
Come stai preparando il campionato italiano Under 23?
G - «Per il campionato italiano non sto facendo una preparazione specifica, anzi più che altro ho cercato di staccare per un paio di settimane visto il periodo intenso di gare dal quale venivo. Insomma, a inizio giugno poche gare e un paio di uscite brevi in settimana, poi dalla metà ho ripreso con più regolarità e la settimana scorsa sono andato in altura, a San Pellegrino. All'italiano non credo arriverò al 100%, ma penso di poter comunque fare bene».
S - « È un appuntamento a cui teniamo a far bene, sia io che la squadra, sappiamo anche che è abbastanza selettivo, non proprio adatto a me. Però non si può non provare ad onorarlo fino in fondo. Comunque niente di particolare, diciamo che sto attento al mangiare».
Conosci già il percorso? È in una zona attraversata da diverse gare.
G - «Sì, immagino, poi vedremo bene quando sarò lì. Non so ora esattamente com'è il percorso, essendo in Toscana non potrà che essere difficile».
S - « Ho parlato con Albanese della Mastromarco, siamo dalle parti di Castiglion Fibocchi, bene o male so com'è il posto: non c'è un metro di pianura. Difficilmente arriverà la volata, e le corse in Toscana sono sempre difficili da interpretare, le fughe possono andare via in qualsiasi momento: a maggior ragione visto che saremo in pochi, sarà una corsa difficile da controllare ».
C'è un avversario in particolare che temi?
G - «Su un percorso così, che risulta difficile, mi verrebbe da dire Gabburo, perché è uno dei più difficili da staccare in salita e in caso di arrivo in un gruppettino può risultare il più veloce».
S - «Se devo dire un nome, sicuramente Moscon, è l'unico che può fare la differenza in salita».
Un tuo compagno in forma che potrebbe fare bene?
G - «Salvador e Velasco sono in ottima forma e sicuramente potrebbero giocare le loro carte. Comunque come al solito saremo con una squadra competitiva e correremo in base alla tattica del mattino».
S - «Non so bene, tanti scalatori come Ciccone, Ravasi e Orsini si sono allenati in altura in questo periodo e non siamo stati insieme. Sicuramente Ciccone su un percorso del genere può dir la sua, come anche Ravasi e Masnada. Ma chiunque dei nostri che sarà al via sarà all'altezza del campionato italiano».
Tra scuola e futuro in bicicletta
Tra un anno ti vedi già professionista?
G - «Sì, l'anno prossimo con tutta probabilità sarò professionista (col Team Sky, ndr), ormai manca solo la firma del contratto».
S - « È una domanda un po' particolare. Al momento non c'è niente per l'anno prossimo, aspettiamo gli appuntamenti più importanti per vedere di ottenere qualcosa, sennò farò almeno un altro anno tra i dilettanti. Altrettanto difficile uno stage. Con le rose che poi tra qualche anno si restringeranno è un bel casino: è difficile arrivare alle squadre più importanti, oltre ad esser forti bisogna avere anche un po' di fortuna».
A che punto sei arrivato con gli studi?
G - «Sono iscritto ad Ingegneria Gestionale all'Università di Padova, sono al secondo anno. Ho ancora due esami del primo anno da recuperare, oltre che tutti quelli del primo semestre: quest'inverno è stato molto proficuo dal punto di vista degli esami, il problema è che nel secondo semestre son stato spesso via e non sono riuscito a studiare abbastanza».
S - « L'anno scorso ho preso la maturità, quest'anno è stato il mio primo anno senza scuola e difatti ho potuto fare un ottimo inverno. Purtroppo son stato bocciato in seconda media, poi ho capito lo sbaglio e son riuscito a diplomarmi da geometra».
C'è un corridore del presente o del passato al quale ti ispiri?
G - «Il corridore che più mi piace in assoluto è sicuramente Wiggins. Certo, si parla di livelli elevatissimi, io credo sia un fenomeno unico nel mondo del ciclismo, capace di vincere su pista, il Tour de France, i Mondiali a crono».
S - «Non ce n'è uno in particolare, mi piacciono gli uomini da classiche: specialmente Kristoff, ma anche Sagan, Boonen, Gilbert».
Il tuo percorso di allenamento preferito?
G - «Il mio tipo di allenamento preferito è composto da lavori di forza, cardiaci, intorno alle 3 ore. Se hai una tabella con degli obiettivi da raggiungere, l'allenamento passa più in fretta. Ripetute e recupero, insomma, su percorsi dove la resistenza la fa da padrona. Io sono della Val di Non, e tutto il Trentino è pieno di percorsi giusti, ci sono tutti i terreni, anche la pianura della Val d'Adige. Forse dalle mie parti di salita ce n'è fin troppa: per raggiungere la Val d'Adige devo fare 35 chilometri».
S - «Non ce n'è uno in particolare, decido sempre coi compagni in zona in base alla tabella. Più che altro mi piace alternare con la pista in settimana, cercherò di ottenere dei buoni risultati anche ai prossimi Campionati Europei».
Cibo, hobby e altre frivolezze
Il sacrificio alimentare che ti riesce più difficile?
G - «Sono uno al quale piace mangiare tanto in termini di quantità, è quello il sacrificio più difficile. Poi sicuramente evitare qualche dolce, specie all'inizio, era duro, ma ormai riesco a dire di no. Ogni tanto però ho il giorno in cui mi sfogo e mangio l'impensabile!».
S - «Qui tocchiamo un tasto dolente! Ai dolci e alla nutella per me è difficile rinunciare, piuttosto preferisco fare 2 ore di alleamento in più!».
Cosa fai quando scendi dalla bicicletta?
G - «A casa abbiamo un'azienda agricola, quando ho tempo il mio principale pensiero va lì, vado a dare una mano nei campi o sul trattore. E poi suono la fisarmonica, una mezz'oretta ogni tanto».
S - «Esco per fare un po' di shopping coi miei compagni, oppure con la mia ragazza a Bergamo Alta. Mi piace stare in compagnia».
Un maniera di festeggiare il campionato italiano, o un fioretto per auspicare la vittoria?
G - «Se ci sarà da festeggiare, il modo verrà da sè. Lo dico sempre ai miei compagni: è una corsa come un'altra, anzi forse di livello anche più basso visto che non ci sono stranieri né élite. Però il fascino della maglia è innegabile, bisognerà trovare un bel modo di festeggiare».
S - « Son disposto a rinunciare alla nutella per 2-3 mesi!».