Giro della Valle d'Aosta 2014: Contro i colombiani Manuel non va fuor di Senni - Trionfo Colpack a Cervinia. Suaza nuovo leader
- Giro Ciclistico della Valle d'Aosta Mont Blanc 2014
- 4-72 Colombia 2014
- Team Colpack [Dilettanti] 2014
- Alexander Foliforov
- Andrea Garosio
- Bakhtiyar Kozhatayev
- Bernardo Suaza Arango
- Bram Van Broekhoven
- Daniel Pearson
- Davide Martinelli
- Diego Antonio Ochoa Camargo
- Edward Ravasi
- Felix Grossschartner
- Floris De Tier
- Giacomo Berlato
- Giulio Ciccone
- Ildar Arslanov
- Iuri Filosi
- João Marcelo Gaspar Pereira
- Juan Felipe Osorio
- Luca Chirico
- Manuel Senni
- Marco Chianese
- Marlen Zmorka
- Matvey Mamykin
- Maxat Ayazbayev
- Odd Christian Eiking
- Oskar Svendsen
- Paolo Bianchini
- Simone Sterbini
- Sindre Skjostad Lunke
- Taylor Eisenhart
- Pianeta giovani
Dopo tanta attesa finalmente la gara a tappe per Under 23 più dura del nostro Paese ha avuto il suo inizio, lasciando così che i migliori grimpeur, nostrani e non, iniziassero a dare saggio delle proprie qualità non appena la strada cominciasse ad impennarsi sotto le ruote. Si presenta infatti particolarmente impegnativa questa 51esima edizione del Giro della Valle d'Aosta, che tra un prologo a cronometro iniziale e la cronometro conclusiva di Morillon (entrambe con finale in ascesa), presenta solamente arrivi in quota e che proprio nelle prime due giornate non ha mancato di regalare già un grande spettacolo.
Lo start è stato dato alle 18 di ieri da Planaval, località del comune di Arvier (famoso per aver dato i natali a Maurice Garin, il vincitore del primo Tour de France della storia nel lontano 1903) per dare avvio al cronoprologo che avrebbe condotto gli atleti fino ai 1660 metri di Valgrisenche attraverso 5,1 chilometri in costante ascesa. Pensi alle salite ed il pensiero non può che andare ai colombiani, sempre più protagonisti dei nostri giorni nelle principali gare a tappe del panorama mondiale e allora così, tanto per non perdere l'abitudine, proprio un colombiano è andato ad aggiudicarsi il successo e a vestire pertanto la prima maglia di leader della corsa: trattasi di Diego Antonio Ochoa Camargo, 21 anni compiuti lo scorso 5 giugno e tanta voglia di mettersi in mostra in una ribalta europea che l'ha già visto protagonista di prestazioni più che buone sulle strade di Francia e Spagna.
L'atleta della 4-72 Colombia è stato infatti il più rapido di tutti nonostante sia stato costretto ad affrontare la prova con l'ulteriore insidia della pioggia ed è andato a fermare il cronometro sul tempo di 8'59", ottenendo così la sua terza vittoria stagionale dopo aver conquistato una tappa alla Vuelta Mexico e il titolo nazionale tra gli Under 23. Una prestazione notevole, che ha testimoniato fin da subito la volontà dell'entourage sudamericana di rendersi protagonista (nei primi dieci si sono classificati anche Suaza e Osorio, rispettivamente ottavo e nono con distacchi di 17" e 19").
A contendere fino all'ultimo il successo a Ochoa è stato l'interessante statunitense Taylor Eisenhart, classe 1994 della BMC Development Team, costretto ad accontentarsi della piazza d'onore per appena un secondo mentre ci ha fatto enormemente piacere trovare in terza posizione Davide Martinelli: il bresciano del Team Colpack, fresco di medaglia d'argento nella cronometro europea di Nyon, si conferma in ottima condizione e competitivo anche su tracciati decisamente più ostici ed ha accusato sul traguardo un distacco di 5". Subito bene due tra i protagonisti più attesi, vale a dire il norvegese Oskar Svendsen e il russo Alexander Foliforov, quarto e quinto con ritardi rispettivi di 6" e 7", seguiti a breve distanza dall'altro russo Ildar Arslanov (sesto a 8") e dall'austriaco Felix Grossschartner (settimo a 9"). A completare la top-10 è stato sorprendentemente il brasiliano Joao Marcelo Gaspar, distanziato di 25" mentre poco più indietro è terminato Iuri Filosi, autore comunque di una buona prova che lo ha visto 12esimo a 28".
Decisamente più consistenti invece i ritardi degli altri italiani più attesi: Nardelli ha accusato un distacco di 34", Ciccone e Simone Sterbini di 39", Manuel Senni si è invece fermato a 44", Chirico e Andreetta 52", Berlato 54". Tra gli stranieri invece discreta prova per i kazaki Kozhatayev e Ayazbayev (attorno ai 30" il loro ritardo), più indietro il belga Teuns (37" di ritardo per lui) e il francese Guerin (che invece di secondi ne ha accusati 39) mentre ben più pesante è stato il ritardo accusato da Silvio Herklotz con l'atteso tedesco che non è riuscito ad andare oltre la 55esima posizione con un ritardo che ha sfiorato il minuto (ben 56" pagati sul traguardo).
Già nella prima frazione in linea disputata quest'oggi però la musica era completamente diversa, con la conclusione in salita a Breuil-Cervinia (dove nel 2012 si concluse una tappa del Giro d'Italia vinta da Andrey Amador) al termine di quasi venti chilometri di ascesa preceduti dall'altrettanto ostica salita al Col du San Pantaléon. Frazione dura quanto basta per scavare un primo solco nella generale e far capire inequivocabilmente chi questo giro non lo vincerà ed in cui alla fine la scena se l'è presa tutta il Team Colpack con una prestazione corale strepitosa che ora pone i bergamaschi in una situazione ideale nelle prossime giornate. Tengono comunque botta i colombiani che vedono ora le insegne del primato sulle spalle di Bernardo Suaza e cercheranno quindi di difendersi al meglio nelle prossime giornate.
La gara, partita da Valtournenche in mattinata (non ha preso il via il belga Xandro Meurisse, vittima di una brutta caduta nel prologo), si è animata dopo appena una decina di chilometri con un'azione molto interessante, che ha visto subito in testa un drappello di ventitre atleti: ben rappresentate la Zalf con Berlato, Toniatti e Velasco e la BMC Development Team con Vliegen, Baillifard ed Eisenhart, due atleti presenti anche per Pala-Fenice (Chianese e Zmorka), Lotto (Ruyters e Van Gestel), Gavardo (Gozio e Larentis), MG Kvis (Chirico e Vecchio), Stölting (Dieteren e Vasyliv), Omega Pharma (De Clercq e Loncin) oltre a Martinelli (Colpack), Biedermann (Gourmetfein), Wachter (Tyrol), Logier (VL Technics) e Ayazbayev (Astana Continental).
Un'azione ben variegata, in cui la presenza di atleti più che validi (Berlato, Chirico, Eisenhart e Ayazbayev per citarne alcuni) imponeva al plotone una pronta reazione per non correre il rischio di vedere compromessa fin da subito la gara per alcune formazioni. Così, dopo un vantaggio massimo di 5'40" raggiunto dopo una sessantina di chilometri, è stata la nazionale norvegese (che aveva in Eiking e Svendsen le proprie punte) a lavorare a fondo per poter limare il gap. Dopo che Martinelli si è aggiudicato il secondo GPM a Champdepraz e che il francese Guerin ha tentato, senza fortuna, di riaccodarsi ai battistrada, il drappello di testa ha approcciato le prime rampa del Col du Saint Pantaléon, che ha decisamente esaltato le doti da grimpeur di Luca Chirico, che ha staccato i compagni di fuga ed ha provato ad involarsi tutto solo verso la vetta.
L'azione del lombardo della MG Kvis ha però avuto buon gioco fino a 5 chilometri dalla vetta, quando la veemente reazione del gruppo (che nel frattempo aveva riassorbito il resto dei fuggitivi) ha fagocitato anche lui, sotto la spinta delle maglie della 4-72 Colombia del leader Diego Ochoa. Si è così ritrovato in testa un drappello di una ventina di atleti con quasi tutti i corridori favoriti per il successo finale ed in cima ai 1675 metri è stato l'abruzzese del Team Colpack Giulio Ciccone a transitare per primo, palesando un'ottima condizione. La formazione bergamasca aveva però pronta un'altra carta da giocare per mettere in difficoltà tutte le altre formazioni ed ha prontamente sganciato Iuri Filosi che, in virtù delle sue ottime doti di discesista, si è lanciato giù in picchiata per cercare di approcciare col maggior vantaggio possibile la salita conclusiva.
Il trentino, medaglia d'argento ai recenti campionati Europei, ha subito guadagnato oltre un minuto sul gruppo (il solo kazako Maidos ha tentato d'inseguirlo, giungendogli ad una trentina di secondi) ed ha proseguito con ottimo passato, tanto raggiungere un margine di quasi due minuti ai dieci chilometri dal traguardo, con Maidos incapace di accodarsi. Un'azione bellissima ed entusiasmante, che però è andata a cozzare con la reazione del drappello inseguitore (composto da una decina di corridori), in cui i colombiani Suaza e Ochoa erano accompagnati da una Colpack ancora ottimamente rappresentata (Ciccone, Manuel Senni e Ravasi), oltre al norvegese Eiking, Garosio della Zalf, l'ottimo Bianchini del Delio Gallina e una buona presenza di atleti dell'Est.
Una volta ripreso Filosi è stato proprio Manuel Senni a tentare una prima stilettata, che ha contribuito a selezionare il drappello, portando alla formazione di un gruppetto di cinque atleti, in cui oltre al romagnolo erano presenti anche i compagni di squadra Ciccone e Ravasi, il russo Mamykin e il colombiano Suaza. Situazione quindi ideale per il Team Colpack, che con ben tre atleti presenti aveva assolutamente in pugno la situazione e, dopo che Ciccone è transitato in prima posizione al GPM, ha potuto preparare al meglio la volata per Senni: com'era nelle previsioni il promettente 22enne ha sfruttato al meglio il supporto dei compagni e si è aggiudicato lo sprint, centrando la sua seconda vittoria stagionale per una Colpack che ha completato la doppietta con il bravissimo Giulio Ciccone, che già nella scorsa stagione, al primo anno nella categoria, fu tra le rivelazioni della gara a tappe valdostana.
In terza posizione ha tagliato il traguardo il giovane russo Matvey Mamykin, atleta classe 1994 che si è formato nella MTB e che si candida ad essere una delle sorprese di questa edizione, con Suaza poco più indietro ed Edward Ravasi leggermente staccato. A 23" il belga Floris De Tier ha regolato i primi inseguitori, precedendo sul traguardo il norvegese Lunke, Bianchini, il connazionale Van Broekhoven e Andrea Garosio mentre il norvegese Eiking ha chiuso a 29" di poco fuori dalla top-10. Buona prova anche per il britannico Pearson del Team Zappi mentre più consistenti sono stati i ritardi di tutti gli altri: Stefano Nardelli ha accusato 1'09", il leader Diego Ochoa 1'28", il generosissimo Filosi dopo la sua bella azione ha chiuso a 2'59", il kazako Kozhatayev 3'46" mentre decisamente più pesanti sono stati i ritardi accusati da Svendsen e il campione italiano Simone Sterbini (8'46" per entrambi) e per Silvio Herklotz (10'22" in un drappello comprendente anche Eisenhart), che appaiono già tagliati decisamente fuori dal successo finale. Così come la Zalf si affiderà certamente alla verve di Andrea Garosio nelle prossime giornate, visti i distacchi pesanti accusati da tutti gli altri atleti che comunque hanno contribuito a movimentare la fuga (anche Luca Chirico, tra i protagonisti di giornata, ha chiuso con un distacco prossimo ai 20 minuti). Crisi decisamente nera invece per il russo Alexander Foliforov, quinto lo scorso anno, che è giunto sul traguardo con un ritardo di 27'16" e che quindi ha già detto addio ai sogni di gloria.
Classifica generale quindi indubbiamente stravolta, con le insegne del primato rimaste in casa 4-72 Colombia ma passate dalle spalle di Diego Ochoa a quelle di Bernardo Suaza. I sudamericani però non potranno assolutamente dormire sonni tranquilli a questo punto, dal momento che la Colpack incalza pericolosamente alle spalle: dalla seconda alla quarta posizione troviamo infatti Ciccone (a 22"), Ravasi (a 24") e Senni (a 28"), con Eiking (a 38"), Bianchini (a 44") e Van Broekhoven (a 50") il cui distacco è inferiore al minuto. Attenzione al russo Mamykin però dopo quanto visto oggi e lo stesso Ochoa non risulta ancora tagliato fuori per qualsiasi discorso. Classifica di miglior scalatore che premia invece prevedibilmente Ciccone mentre il campano Marco Chianese della Pala-Fenice indossa quella di leader del traguardi volanti già da lui conquistata nella scorsa stagione. Domani il gruppo si sposterà in Svizzera per la partenza da Martigny ed un nuovo arrivo in salita che a Les Marécottes (località in quota del comune di Salvan) regalerà probabilmente ancora tante emozioni.