GP Liberazione 2014: Shalunov li saluta proprio tutti - Impresa del russo, Consonni e Bertazzo a podio
- Gran Premio della Liberazione 2014
- Lokosphinx 2014
- Mg.Kvis - Wilier - Trevigiani - Norda 2014
- Team Colpack [Dilettanti] 2014
- Zalf Euromobil Désirée Fior [Dilettanti] 2014
- Alberto Amici
- Alessandro Riccardi
- Andrea Meggiorini
- Andrea Toniatti
- Andrea Vendrame
- Davide Martinelli
- Diego Brasi
- Evgeniy Shalunov
- Gaper Katranik
- Giacomo Menchetti
- Iuri Filosi
- Jacopo Mosca
- Jakub Mareczko
- Liam Bertazzo
- Luka Pibernic
- Mirko Gozio
- Nicolas Marini
- Paolo Simion
- Simone Consonni
- Simone Velasco
- Pianeta giovani
dal nostro inviato
Tempi duri per i velocisti che sognano di annoverare nel loro palmarès il Gran Premio Liberazione, considerato da sempre il "mondiale di primavera" per eccellenza tra i dilettanti: prendendo per buono un assunto valido anche per la Milano-Sanremo, l'altro mondiale di primavera ancor più ambito, se si vuole arrivare allo sprint a ranghi compatti la volata occorre guadagnarsela nel vero senso della parola. Anche perché più che la difficoltà altimetrica del tracciato come sempre a far la differenza può essere una caduta nel momento sbagliato, una fuga sottovalutata, un buco non chiuso, una traiettoria presa male.
Con simili ingredienti siamo entrati già da qualche stagione in un'era in cui lo sprint massivo sembra diventato sempre meno la soluzione più scontata, per lasciare il posto a chi osa, chi è capace di tentare qualcosa di folle, credendoci già magari nella fuga della prima ora, quella da sempre destinata a morire col passare dei chilometri e sotto uno splendido sole di una tarda mattinata romana (in questo caso primo pomeriggio). Evgeniy Shalunov cavallo pazzo di razza ha dimostrato di esserlo fin dai tempi della categoria juniores, quando era capace di rovesciare una Coppa della Pace con un attacco a lunga gittata, lasciando tutti ad oltre due minuti. Lui che non ha mai temuto il vento in faccia e che, anzi, in simili condizioni ci si è esaltato, andando a vincere anche belle corse come una tappa alla Ronde de l'Isard o la Vuelta a La Rioja e che pure recentemente, tra i temuti ventagli olandesi, aveva sfiorato il gran colpo in Coppa delle Nazioni (4° allo ZLM Tour di sabato scorso).
Serviva quindi qualcosa di veramente speciale per riuscire a tener duro dopo un'intera giornata in fuga ma Shalunov c'è riuscito, coronando alla grande oltre cento chilometri d'avanscoperta (un'azione simile riuscì in tempi recenti solo a Manuele Boaro nel 2007) e divenendo il primo russo a rivincere il grande appuntamento romano dopo il 1992, anno in cui mentre il giovane talento della Lokosphinx aveva pochissimi mesi di vita, Vassili Davidenko trionfava alle Terme di Caracalla. Un vento dell'Est che continua a spirare dopo il successo del bielorusso Ilia Koshevoy nella scorsa edizione, anche se probabilmente l'impresa di Shalunov siamo certi che non abbia reso proprio tutti felici, a cominciare da coloro che sostengono che la superiorità di un corridore già ampiamente rodato da gare professionistiche (è infatti alla sua terza stagione nella Lokosphinx, Continental russa che ha fatto seguito ad un'esperienza da stagista nella RadioShack nel 2010) può emergere in maniera lampante in simili occasioni. Senza contare poi che tali dimostrazioni di forza di giovani atleti dell'Est Europa sono molto spesso viste con diffidenza, ripensando ai tanti baby-prodigi che nel professionismo vero e proprio sono letteralmente evaporati.
Tant'è comunque, visto che Shalunov, per sua ammissione nel dopogara, non si sente ancora un ciclista professionista con la p maiuscola e per ora si gode la più importante vittoria della sua giovane carriera, in attesa di poter avere l'occasione di far vedere ciò di cui è capace lì dove maggiormente conta. Quanto all'Italia un Liberazione che, al di là dei gradini più bassi del podio, qualche sfumatura interessante l'ha proposta e pertanto occorrerà osservare ancora con attenzione l'evoluzione nel tempo di alcuni ragazzi che già hanno avuto piacevolmente modo di far parlare di sé.
Un Liberazione 2014 (edizione numero 69 della celebre gara) partito con una grande novità rispetto al passato: la gara infatti non ha preso il via in mattinata come avveniva fino allo scorso anno ma è scattata alle ore 12,45 dopo aver dato spazio al Trofeo Lazzaretti (di cui riportiamo qualche stralcio più avanti) riservato agli uomini juniores, uno degli eventi collaterali previsti nella piacevole mattinata romana assieme a gare d'abilità riservate ai giovanissimi, che hanno così potuto vivere una giornata di divertimento in sella alla propria bicicletta.
Giunto l'appuntamento più atteso, la gara si è animata quando i chilometri percorsi erano poco meno di venti, con una fuga di nove corridori promossa proprio dal russo Shalunov dopo le prime schermaglie iniziali: ad aggregarsi all'atleta Lokosphinx sono stati Simone Velasco della Zalf, Mirko Gozio del Gavardo, Jacopo Mosca della Viris Maserati, Giuseppe Sannino della Pala-Fenice, Alessandro Riccardi dela Vega, Giacomo Menchetti dell'Acqua&Sapone-Mocaiana, Alberto Amici della M.I. Impianti e lo sloveno Gasper Katrasnik, in gara con la maglia della propria nazionale.
Un'azione che, spinta anche dagli ottimi passisti che la componevano, ha trovato il favore del gruppo, raggiungendo un vantaggio massimo di circa 2 minuti, con un plotone in cui non si registravano squadre realmente decise a condurre l'inseguimento (si notavano, di tanto in tanto le maglie dell'Australia ma l'assenza di uno stoccatore del calibro di Caleb Ewan ha finito per influire sulle tattiche degli aussie). Così, a tenere banco in alcuni frangenti di gara sono state anche alcune cadute, una delle quali ha coinvolto Nicolas Marini, il velocista certamente più atteso che ha poi proseguito con qualche escoriazione ma non nascondendo smorfie di sofferenza nei momenti in cui occorreva rilanciare l'andatura da fondo gruppo (alla fine il bresciano ha alzato bandiera bianca negli ultimi 5 giri). A circa 8 giri dalla conclusione la gara ha poi vissuto alcuni sussulti, con alcuni gruppetti che cercavano di staccarsi dal plotone principale e di riportarsi sulla testa (tra gli atleti più attivi Riccardo Donato della MG Kvis), dove di lì a poco Menchetti ha alzato bandiera bianca.
Il gruppo principale ha iniziato quindi ad avere sempre meno elementi, anche a causa di qualche defezione dovuta ad altre cadute (una, poco dopo una curva a gomito, ha di fatto posto fine alla gara di Jakub Mareczko, l'altro velocista da tenere particolarmente d'occhio, rialzatosi dolorante e sanguinante al labbro). A questo punto si è giunti al momento cruciale, dopo che nella fuga un attivissimo Simone Velasco (splendida la gara del primo anno elbano) aveva spesso cercato di dare impulso all'azione, rilanciando soprattutto nei tratti in salita: il vantaggio nei confronti del gruppo stava man mano diminuendo e così Evgeniy Shalunov ha pensato che fosse giunto il momento di provare l'assolo personale: al traguardo mancavano circa 30 chilometri (5 i giri da percorrere) ed il russo ha staccato di forza tutti gli altri, guadagnando chilometro dopo chilometro in virtù delle grandissime doti da passista (è stato anche campione europeo nel quartetto e vice-campione europeo nell'inseguimento individuale da juniores).
I secondi sono diventati venti, poi trenta, poi cinquanta, fino a superare il minuto nei confronti del gruppo più numeroso, dove hanno cominciato a farsi vedere le maglie della Mastromarco (per Simion), della Colpack (per agevolare Consonni) e della MGKvis (che cercava di limare il gap per poter lanciare allo sprint Liam Bertazzo). Gruppo dal quale è riuscito ad evadere a 4 giri dalla conclusione anche Seid Lizde che, con un'azione notevole, si è riportato sul drappello inseguitore, dando anche man forte a Velasco che non ha lesinato le proprie trenate per favorire il compagno più fresco. L'azione del drappello, sempre meno assortito, si è poi esaurita ad un paio di tornate dal termine, soprattutto sotto l'impulso della MG Kvis, tallonata però dalle maglie blu della nazionale russa, pronte a rompere i cambi in favore di Shalunov.
Il gran lavoro prodotto dal plotone però si è rivelato tardivo, tanto che Shalunov, continuando a spingere al massimo, ha potuto agevolmente controllare la situazione e si è presentato all'ultimo chilometro con un vantaggio rassicurante. Il talento russo ha così concluso la sua cavalcata durata quasi 120 chilometri d'avanscoperta, tagliando il traguardo a braccia alzate e lasciando che gli altri si giocassero non senza rammarico gli altri gradini del podio. A 25" si è così disputata la volata degli inseguitori e a spuntarla è stato un ottimo Simone Consonni, che da secondo anno è riuscito ad ottenere comunque un risultato di grande prestigio in una corsa mai scontata e riuscendo a precedere Liam Bertazzo che veniva da un momento di forma particolarmente buono, vista anche la partecipazione alle gare di Coppa delle Nazioni con la maglia della nazionale.
Medaglia di legno invece per Paolo Simion, comunque presente ancora una volta nelle posizioni buone dell'ordine d'arrivo, così come Iuri Filosi, quinto, che si dimostra atleta di sempre maggior affidamento. A seguire hanno concluso Diego Brasi della Pala-Fenice, Andrea Meggiorini del Delio Gallina, lo sloveno Pibernik (altro corridore particolarmente temuto tra i non italiani), Andrea Toniatti che consegna alla Zalf un piazzamento non troppo soddisfacente e Andrea Vendrame della Marchiol che ha chiuso la top-10. Da rimarcare nuovamente la prova di Simone Velasco che, al debutto assoluto in una gara così prestigiosa, ha offerto una nuova gara tutta all'attacco e che in futuro potrebbe veramente regalarsi un'affermazione molto prestigiosa, avanti di questo passo. In tema di primi anni bene anche il campano Sannino, presente anch'egli nella fuga, lui che spesso nelle scorse annate aveva saputo fare benissimo nel ciclocross (dove pure aveva conquistato un tricolore).
Come anticipato in precedenza in mattinata la corsa era stata preceduta dalla disputa del Trofeo Lazzaretti riservato alla categoria juniores (presente al via anche il vincitore uscente Yuri Colonna, reduce da un ottimo ciclo di gare con una bella vittoria a cronometro in Svizzera): successo che è andato al toscano Vincenzo Albanese del GS Stabbia Ciclismo, che in una volata a due è riuscito a superare il siciliano Paolo Baccio, grande animatore della gara con una fuga iniziata nel terzo giro e poi proseguita lungamente in solitaria, prima di essere raggiunto proprio da Albanese, che ha poi fatto valere le proprie doti di velocista. Podio completato da Lorenzo Garzi, giunto con una ventina di secondi di ritardo.
Nel complesso l'esperimento di disputare due gare in una è stato buono ed ora sarebbe auspicabile far crescere anche quest'ultima gara, rendendola anch'essa magari di livello internazionale. Anzi, da queste pagine ci permettiamo di dare un suggerimento che potrebbe dare senz'altro lustro alla storia del Liberazione: perché non pensare di provare, in una futura edizione, a far gareggiare sul collaudatissimo circuito delle Terme di Caracalla anche le donne? In fin dei conti si potrebbe anche cogliere la palla al balzo, considerando che l'omonimo appuntamento del 25 aprile riservato alla categoria femminile ma che aveva la sua collocazione a Crema, in Lombardia, purtroppo da un paio di stagioni è stato costretto a passare la mano e ad essere depennato dal calendario ufficiale. Pensare di portare a Roma almeno il meglio del nostro ciclismo in rosa sarebbe un'occasione su cui varrebbe la pena di ragionare, per rendere ancora più appetibile una giornata in cui come sempre il grande appuntamento riservato agli Under 23 vale da sola la presenza.
Archiviata con successo anche quest'edizione 2014 per il mondo dilettantistico è già tempo di guardare all'immediato futuro, con un altro appuntamento internazionale in programma nella giornata di domani: Carrara è infatti pronta a vedere il plotone protagonista del Gran Premio Industrie del Marmo, dove sarà ancora presente al via Shalunov. Il russo avrà ancora voglia di stupire e vincere in maniera spettacolare, come sembrava far presagire a fine gara, oppure sarà già particolarmente appagato dal trionfo romano? Lo scopriremo tra poche ore.