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Tour de l'Avenir 2013: Batti le mani come Simon sa - Altra zampata di Yates, Fernández Andujar si difende bene | Cicloweb

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Tour de l'Avenir 2013: Batti le mani come Simon sa - Altra zampata di Yates, Fernández Andujar si difende bene

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Dopo la vittoria di ieri a Morzine, Simon Yates si è ripetuto a Châtel © tourdelavenir.com

Altra grande dimostrazione di forza e tattica da parte di Simon Yates, che riesce a conquistare un nuovo successo di tappa in quel di Châtel, andando in fuga e approfittando del lavoro dei rivali (non poteva tirare per difendere la posizione in classifica del fratello). E con questa son tre le vittorie conseguite da Yates al Tour de l'Avenir, contando anche il successo allo sprint di Fossano datato 2011.

Un buon viatico per questo atleta che ha intenzione di passare professionista nel 2014. Molti lo davano per certo al Team Sky per la prossima stagione, visto che corre nell'accademia britannica, ma la dirigenza della Sky ha annunciato di non voler ingaggiare neoprofessionisti dopo averne presi tre nell'ultima stagione. Dunque, aspettiamoci notizie sui di lui e sul gemello Adam il quale, correndo in Francia alla CC Ètupes, è finito nell'orbita della FDJ e potrebbe passar con loro l'anno prossimo.

La frazione odierna, da Morzine a Châtel, è stata come nelle previsioni una prova difficile per Rubén Fernández Andujar, il quale ha amministrato con intelligenza ed ha evitato di rispondere direttamente agli attacchi subiti. La partenza è in discesa, con media della prima ora altissima: 50.2 km/h. Solo al termine della prima ora di gara un terzetto riesce ad andare in fuga: dentro ci sono l'infaticabile Gougeard, la maglia a pois Haugaard, che sapendo di non poter battere Parra o Yates nei confronti diretti ha attaccato da lontano per ipotecare la leadership, e lo svizzero Gabriel Chavanne.

Uomini lontani in classifica, che comunque la squadra spagnola tiene a non troppa distanza, non concedendo più di 3'. Frattanto gettano la spugna uomini attesi alla vigilia come Foliforov (debacle oggi per la nazionale russa: un non partente, un ritirato e due fuori tempo massimo) ed il colombiano Chamorro, funestato da malanni fisici, prima che la squadra colombiana lanci l'atteso attacco sui colli di giornata.

Il primo a muoversi è Ochoa, che scatta sul primo GPM di giornata, il Col de Saxel, di seconda categoria. Ochoa arriva a guadagnare 1' sul Col de Terramont, ma la Spagna lo recupera sotto l'azione di Mario González sulla terza salita, la Côte de la Vernaz.

Tutto da rifare dunque per i big in vista dell'ultimo GPM, mentre i fuggitivi perdono terreno e lo strenuo Haugaard lascia la compagnia, tentando di andare a prendere i punti anche dell'ultimo GPM. Dietro però il gruppo si fa sotto ed il Col du Corbier fa parecchia selezione, mettendo in difficoltà anche uomini di classifica come Mannion e Kudus.

Arriva anche l'atteso attacco di Parra, che salta Haugaard e passa in testa al GPM. Ma lo stesso Parra manifesta qualche difficoltà in discesa e viene presto ripreso e superato da un gruppetto di quattro atleti: Simon Yates, Kozhatayev, Mohoric e Chevrier.

Dietro non c'è collaborazione e così molti degli staccati rientrano, fino a formare un gruppetto di più di venti atleti, tra i quali il nostro Formolo che era scollinato tra i primi, mentre il vantaggio del quartetto sul falsopiano finale arriva a toccare il minuto, proiettando il kazako Kozhatayev in seconda posizione virtuale in classifica. Non sta bene a Konrad il quale, vista la mancata collaborazione, lancia un'azione personale a 3 km dall'arrivo, seguito da Svendsen, Beckeringh, Peyskens, Stuyven e Sütterlin. Fernández Andujar, rimasto senza compagni, non può far altro che stare a guardare ed evitare di spremersi troppo nel limitare i danni.

L'arrivo è su un dentello al 12% in quel di Châtel. Un arrivo ostico, che Matej Mohoric affronta di petto attaccando all'ultimo chilometro. Ma Simon Yates sfrutta la freschezza atletica dovuta al fatto di essersi potuto risparmiare e lancia lo sprint vincente attaccando all'ultima curva. Secondo a 2" un encomiabile Mohoric, Campione del Mondo Juniores in carica, che dà un altro segnale del suo potenziale talento, precedendo Chevrier, a 3", che cercava un riscatto dopo esser finito fuori di classifica.

Kozhatayev accusa un po' l'arrivo e perde 9", guadagnando dunque esattamente mezzo minuto su Konrad, deciso a migliorare il 9° posto finale dell'anno scorso, il quale è andato in progressione nel finale limando il ritardo a 39". Segue Svendsen a 44" e poi i restanti contrattaccanti, praticamente ripresi dal gruppo maglia gialla: Sütterlin, Stuyven (nei 10 entrambi anche ieri, encomiabili anche loro per la costanza delle prestazioni), l'altro belga Peyskens e Beckeringh, che completano così la top ten di tappa. Alla fine Yates e Fernández accusano 55", Kudus e Formolo 59", Parra 1'02, Mannion (caduto in discesa) 1'04".

In vista del gran finale di domani, la classifica si presenta ancora incerta per tutte le posizioni: Rubén Fernández mantiene 1'03" su Adam Yates, mentre Konrad e Kozhatayev si sono avvicinati, rispettivamente a 1'10" e 1'12". Un minuto è un buon vantaggio, ma se qualcuno dovesse prodursi in un'azione simile a quella di Fernández (il quale non è totalmente immune da una giornata storta, fino a prova contraria) a Saint François Longchamp potrebbe farcela.

La salita finale di Plateau des Glières, simbolo della resistenza francese nella seconda guerra mondiale e papabile per un arrivo di tappa nel prossimo Tour de France, non è di quelle che fanno sconti: 8 km molto regolari, pendenza media del 9%.

Formolo mantiene la nona posizione con un ritardo di 2'08": arrivare a podio sembra un'impresa molto difficile, più plausibile tentare domani di centrare almeno il successo di tappa per non lasciare l'Italia a secco in questo Tour de l'Avenir, e provare a risalire la classifica il più possibile in maniera tale da guadagnare i punti necessari per portare alla nostra nazionale un posto in più al mondiale di Firenze.

Nicola Stufano

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