Tour de l'Avenir 2013: C'è del feeling in Danimarca - Valgren Andersen su Mannion, bene i nostri. E domani Alpi
- Tour de l'Avenir 2013
- Alexis Gougeard
- Asbjørn Kragh Andersen
- Caleb Ewan
- Carlos Barbero Cuesta
- Damien Howson
- Davide Martinelli
- Ever Alexander Rivera Guerrero
- Gavin Mannion
- Heiner Rodrigo Parra Bustamante
- Jasper Stuyven
- Julian Alaphilippe
- Jure Bitenc
- Kirill Sveshnikov
- Kristian Haugaard Jensen
- Liam Bertazzo
- Luka Pibernic
- Lukas Pöstlberger
- Magnus Cort Nielsen
- Maxat Ayazbayev
- Michael Valgren Andersen
- Mike Teunissen
- Mykhaylo Polikarpov
- Nicky Van Der Lijke
- Rick Zabel
- Romain Guillemois
- Stefan Kueng
- Sven Erik Bystrøm
- Victor Manakov
- Pianeta giovani
Breve ma tiratissima, la tappa odierna che da Aix Les Bains portava ad Albertville. Si trattava di 125 km nervosi sulle colline savoiarde affrontati ad una media notevole: 44.97 km/h. Una tappa così tirata che nessuna fuga è riuscita ad andare via, se non quella vincente, partita a 35 km dal traguardo grazie all'azione magistrale della nazionale danese, che ha lanciato il suo capitano, Michael Valgren Andersen, verso la conquista della tappa.
Una giornata fresca e nuvolosa, quella che ha accolto i corridori alle 13.30 ad Aix Les Bains. L'ideale per correre: e difatti la partenza è a tutta, con 48.6 km/h di media alla prima ora. Dopo 35 km Bitenc (Slovenia) e Ayazabaev (Kazakistan) sembravano riusciti a sganciarsi nell'azione giusta, guadagnando fino a 1'20", ma sotto l'azione della nazionale azzurra e di altri corridori che vogliono portarsi davanti vengono presto riassorbiti. Tra questi anche Magnus Cort Nielsen (Danimarca), che però causa foratura deve rinunciare all'azione.
Gli attacchi si ripetono, man mano che si sale verso il Col du Frene, ma nessuno sembra in grado di andarsene. In compenso alcuni corridori pagano gli sforzi e si staccano già prima del GPM, lo stesso Gougeard mostra segni di affaticamento. Ai -35 va via un singolare quartetto: dentro ci sono i danesi Cort Nielsen, la maglia a pois Haugaard Jensen e Valgren Andersen, oltre al capitano della nazionale USA, Gavin Mannion.
Sembra un'azione finalizzata a conquistare punti sul GPM, ma i quattro guadagnano in un breve lasso di tempo mezzo minuto. Allo scollinamento è ovviamente Haugaard Jensen a passare per primo, poi poco dopo la sfortuna colpisce ancora una volta Cort Nielsen: il danese fora di nuovo in un momento caldo.
Quest'inconveniente rischia di far saltare l'azione, intanto in discesa Alaphilippe e Stefan Kueng si organizzano e riescono a riportarsi sul trio di testa, poi anche i colombiani Parra e Rivera, clienti pericolosissimi, il russo Sveshnikov e l'austriaco Pöstlberger. Nove in testa, troppi e troppo pericolosi perché il gruppo non reagisca; in tre rilanciano e sono Mannion, Valgren Andersen e Kueng, mentre gli altri vengono riassorbiti.
Segue una fase di stasi, in cui il trio guadagna una quarantina di secondi; Gougeard si allarma e si mette in prima persona in testa a tirare il gruppo, prima che le squadre dei velocisti, a cominciare dall'immancabile nazionale australiana, si organizzino. La sfortuna colpisce anche Kueng, che fora a 10 km dal traguardo ed abbandona i sogni di gloria. Il finale è una lotta contro il tempo del tandem al comando contro il gruppo, che vede prevalere Valgren Andersen, capace di battere agilmente Mannion e staccarlo di 2".
Dietro il gruppo si fraziona seriamente a causa di una caduta che avviene nelle primissime posizioni. Coinvolti Kragh Andersen (Danimarca), Bystrøm (Norvegia), Barbero (Spagna), Guillemois (Francia), Pibernic (Slovenia), Van Der Lijke, Teunissen (Olanda), Sveshnikov (Russia) e Pöstlberger (Austria). Il buco ritarda anche Gougeard, che si perde Manakov davanti.
Lo sprint del gruppo è ovviamente vinto da Ewan (a 3" da Andersen) su Zabel, mentre Liam Bertazzo e Martinelli non sfigurano neanche oggi, piazzandosi rispettivamente quinto e sesto. Manakov, settimo, guadagna virtualmente secondi su Gougeard (tredicesimo), tant'è che si crea un giallo sul giallo (scusate il gioco di parole) subito fugato dalla giuria, che annulla tutti i distacchi mantenendo la classifica sostanzialmente invariata. Stuyven (Belgio), Polikarpov (Ucraina) e Howson (Australia) completano la top ten di giornata.
Anche oggi dunque non è cambiato granché in termini di classifica generale, ma questa tappa avrà certamente lasciato il segno nelle gambe degli atleti e da domani non ci si potrà più nascondere. L'arrivo è su una salita storica del Tour de France, il Col de la Madeleine, a 5 km dalla vetta nel paese di St. François Longchamp (una prova per un futuro arrivo del Tour de France?).
Prima, a rendere la tappa più difficile, la scalata del Col du Grand Cucheron, salita a gradini con vetta a 41 km dall'arrivo. I colombiani potrebbero tentare qualcosa già qui, e Gougeard dovrà verosimilmente cedere già sulla prima asperità se la corsa sarà dura: dunque anarchia in gruppo e poi la Madeleine ci dirà chi sono gli scalatori più in forma tra gli under 23 in questo momento.