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Tour de l'Avenir 2013: Formolo sfida Colombia e Africa - Domani al via la 50a edizione | Cicloweb

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Tour de l'Avenir 2013: Formolo sfida Colombia e Africa - Domani al via la 50a edizione

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Il Tour de l'Avenir giunge alla sua 50a edizione © UCI.ch

Il Tour de l'Avenir si appresta a raggiungere un grande traguardo, quello della 50a edizione. Sono passati 52 anni dal lontano 1961 quando Jacques Marchand, all'epoca editore dell'Équipe, mise in piedi una corsa che doveva premiare i giovani talenti in circolazione ricalcando ciò che offriva la Grande Boucle. Ed a vincere fu un italiano, Guido De Rosso, corridore effettivamente promettente ma che dopo un podio al Giro nel 1964 andò incontro a una precoce flessione agonistica che lo costrinse al ritiro prima dei trent'anni. Da allora si sono avvicendati sul gradino più alto del podio di questa corsa campioni come Gimondi, Zoetemelk, LeMond, Indurain, Fignon, fino ad arrivare a Nairo Quintana che nel 2010 si laureò vincitore di questa mini-boucle, ed adesso sale sul podio di quella d'élite.

L'edizione 2013 offre un percorso più agevole di quello del 2012, che si chiudeva con una triplice sequenza alpina da brividi. La partenza sarà da Louhans, nella Saône-et-Loire, con un prologo di 5 km. La prima tappa sembra disegnata apposta per gli scattisti del gruppo, con la Côte des Planches che precede di 4 km l'arrivo ad Arbois. La seconda tappa da Champagnoles a Saint-Vulbas si prevede ristretta ai velocisti, mentre la terza tappa da Aix-Les-Bains ad Albertville, con alcune asperità nella parte centrale, potrebbe suggerire qualche imboscata. Ma è da mercoledì che si comincia a fare sul serio: i 106 km da Albertville a Saint-François Longchamp prevedono la scalata al Col du Grand Cucheron a 40 dal termine, prima della salita finale di 13 km. Ancor più breve la quinta tappa, da Saint-Gervais a Morzine: nei 78 km previsti 2 gran premi della montagna, l'ultimo il Col des Gets a 7 km dall'arrivo. Nella penultima tappa, da Morzine a Châtel, può succedere tutto e il contrario di tutto: i 125 km di percorso non prevedono salite lunghe più di 10 km ma 4 gpm di cui l'ultimo di prima categoria, il Col du Corbier a 23 km dal termine, dopodichè un lungo falsopiano finale porterà a Chatel, con conclusione su un dentello. Infine, chiusura domenica in Alta Savoia, con partenza da Châtel e arrivo al Plâteau des Glières, dopo aver affrontato Le Salève a 40 km dalla conclusione. La salita finale è dura e regolare, seppur spianando nel tratto finale, e sarà un giudice inappellabile per decidere il vincitore della cinquantesima edizione del Tour de l'Avenir. 

Come ormai da quattro anni a questa parte, la Colombia si presenta come la squadra da battere. Il vivaio colombiano continua a offrire grandi talenti che quest'anno, tra Quintana, Henao, Betancur e Urán, sono riusciti a ritagliarsi uno spazio importante nel ciclismo di vertice. Saldarriaga ha pescato a piene mani dalla 4-72 Colombia, la sua formazione Continental che quest'anno si è fatta le ossa correndo tra Francia e Spagna. Juan Ernesto Chamorro, secondo classificato dell'edizione 2012 dietro lo sfortunato Esteban Chaves, quest'anno ha vinto la Ronde de l'Isard e, come corridore completo, si direbbe il capitano designato. Ma la Colombia ha tante frecce nel suo arco da scoccare, a cominciare da Heiner Parra, scalatore purissimo (pesa meno di 50 chili) che su un percorso così alpino potrebbe far vedere i sorci verdi a tutti. Ever Rivera si è distinto nelle corse a tappe spagnole, giungendo a podio alla Vuelta a León, mentre Diego Ochoa, figlio d'arte (suo padre Israel è finito 2 volte a podio della Vuelta Colombia) si è distinto nella Coppa delle Nazioni in Canada e potrebbe essere meno controllato degli altri tre sopra citati. Un organico da far paura a chiunque, che difficilmente non porterà un atleta almeno a podio.

Quest'anno il rivale più temibile per i colombiani non viene però dall'Europa, ma dall'Africa. L'eritreo Marhawi Kudus si propone come la next big thing del corno d'Africa, e quest'estate ha fatto notevolmente parlar di sé in giro per l'Europa, vincendo ovunque dove ci fosse della salita tra Francia, Spagna e Italia. Anche da noi infatti si è fatto notare, vincendo davanti a Zilioli la Freccia dei Vini. Stagista alla Bretagne, ha partecipato al Tour de l'Ain dove ha concluso nei primi 20 della classifica generale: non male per un ragazzo di appena 19 anni, che guiderà la squadra mista dell'UCI praticamente tutta africana, con due sudafricani, due namibiani e un ivoriano in aggiunta all'eritreo Kudus.

I nostri ancorano le proprie speranze di podio a Davide Formolo, 21enne veronese in forza alla Petroli Firenze, vincitore del Giro delle Pesche Nettarine nelle ultime due edizioni e secondo quest'anno al Giro della Valle d'Aosta dietro Villella, attualmente impegnato in america da stagista e suo futuro compagno di squadra alla Cannondale l'anno prossimo. In appoggio a Formolo ci saranno lo Zalf Simone Andreetta, che ha fatto valere le sue doti da scalatore vincendo la Bassano-Monte Grappa, Manuel Senni, atleta promettente in forza alla Colpack che finora ha raccolto un po' meno di quanto si sperasse quest'anno, ed il palazzago Simone Sterbini, che si è già assicurato il passaggio al professionismo nel 2015 con la Bardiani. Correrà per far saltare il banco nelle prime tappe il Food Italia Davide Martinelli, il quale nel prologo potrebbe far valere le sue doti da inseguitore. Lascia un po' perplessi la scelta di Liam Bertazzo come velocista, poco inquadrabile anche nell'ottica della classica lottizzazione tra i dilettanti visto che anche in seno alla Trevigiani corrono velocisti più vincenti: probabilmente la scelta ricade su Bertazzo più come uomo-squadra, visto che è ormai diventato un punto fisso della nazionale (ha corso già Saguenay e Giochi del Mediterraneo con la maglia azzurra) e potrebbe affrontare con qualche patema in meno la quattro giorni alpina e quindi tornare utile ai compagni rispetto a velocisti più "puri".

Le altre nazionali non staranno certo a guardare. Sono spesso i più giovani quelli che fanno più paura, su tutti Silvio Herklotz che ha già cumulato un palmarès niente male al suo primo anno da dilettante: il tedesco ha recentemente conseguito la vittoria al Tour d'Alsace battendo anche i colombiani e non sono ben chiari i suoi limiti, visto che in questa stagione si è messo abbastanza in mostra come corridore completo. In squadra con lui, Jasha Sütterlin proverà a portarsi a casa la prima maglia gialla come al Giro della Valle d'Aosta, mentre Rick Zabel si lancerà negli sprint inseguendo le orme paterne. Rick si troverà a rivaleggiare con l'australiano Caleb Ewan, altro ragazzino terribile che al Recioto ha battuto proprio Herklotz, e che qui promette spettacolo su tutti i terreni, fiancheggiato da una squadra di ottimi atleti senza un vero e proprio capitano per la classifica (occhio a Damien Howson ed Adam Phelan, tra i più presenti negli ordini d'arrivo quest'anno).

I corridori di casa, un po' meno agguerriti di quando disponevano di Sicard, Bardet o Barguil, fanno affidamento su Clement Chèvrier, terzo classificato al Giro della Valle d'Aosta e cercano buoni risultati con Alexis Gougeard e Julien Alaphilippe; i belgi punteranno sul quarto nel Val d'Aosta, Louis Vervaeke, e concentreranno il resto della squadra sugli sforzi di portare a casa tappe, magari col campione europeo Sean De Bie, indicato come possibile "classicomane" belga del futuro.

I norvegesi faranno valere le ragioni del loro sempre più florido vivaio tramite Sandre Holst Enger, vincitore della prova di Coppa delle Nazioni a Saguenay e sopratutto sul podio di un combattuto Giro di Norvegia, nonostante dovesse ancora compiere vent'anni, e i danesi certo non vorranno essere da meno, tra Michael Valgren Andersen, vincitore della Flèche du Sud, Lasse Norman Hansen, campione olimpico dell'omnium e pronto a prendere le misure del ciclismo su strada in vista di un passaggio nel 2014 in Garmin, e Magnus Cort Nielsen, che si è permesso di mettere ben due volte le sue ruote davanti a fior di professionisti al Giro di Danimarca.

L'Olanda, da sempre grande vivaio di ottimi passisti, metterà in mostra gli ultimi gioiellini del vivaio Rabobank, ovvero Rick Van Der Lijke e Dylan Van Baarle, vincitori di un discreto numero di corse a tappe in giro per l'Europa quest'anno, mentre tra i sloveni spiccano Luka Pibernik e Matej Mohoric, grande talento da junior e prossimo al passaggio in Cannondale. La Russia punta forte su Alexander Foliforov, recentemente in mostra sulle prove del calendario italiano (2° al Gp Valdaso e 5° al Giro della Valle d'Aosta) così come il kazako Maxat Ayazbaev, vincitore del Trofeo Bastianelli. Tra gli americani il più forte sembra essere Gavin Mannion, sesto al Tour of Gila e nei venti recentemente al Tour of Utah, mentre la Spagna affida le sue speranze di vittoria di tappa a Carlos Barbero Cuesta, quest'anno spesso in evidenza nelle prove professionistiche del calendario spagnolo, mentre per la classifica si affideranno ad Haritz Orbe, 2° alla Vuelta Comunidad de Madrid. Completano la lista degli uomini da tenere d'occhio lo svizzero Stefan Kueng, vincitore del Giro di Belvedere in questa primavera, e Toms Skujins, quest'anno primo alla Corsa della Pace Under 23, assieme a tutta la nazionale lettone, spesso autrice di exploit improvvisi.

A questo link la Startlist ufficiale

Nicola Stufano

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