Giro del Friuli Venezia Giulia 2013: Polanc lanciato, successo centrato - Dall'Oste e Rovny sul podio. Colpack ok
- Giro della Regione Friuli Venezia Giulia 2013
- Bardiani Valvole - CSF Inox 2013
- Ceramica Flaminia - Fondriest 2013
- Lampre - Merida 2013
- Radenska 2013
- Team Colpack [Dilettanti] 2013
- Team NSP - Ghost 2013
- Trevigiani Dynamon Bottoli [Dilettanti] 2013
- Zalf Euromobil Désirée Fior [Dilettanti] 2013
- Andrea Fedi
- Andrea Manfredi
- Andrei Krasilnikau
- Andrei Nechita
- Autin Sufa
- Besmir Banushi
- Corrado Lampa
- Daniele Dall'Oste
- Davide Gomirato
- Davide Orrico
- Davide Villella
- Edward Theuns
- Emiljano Stojku
- Eugert Zhupa
- Filippo Baggio
- Ivan Rovny
- Jan Polanc
- Marko Polanc
- Marlen Zmorka
- Matija Kvasina
- Matteo Busato
- Matteo Fedi
- Michael Schweizer [1983]
- Nicola Gaffurini
- Nicola Ruffoni
- Paolo Colonna
- Paolo Locatelli
- Paolo Simion
- Pierre Paolo Penasa
- Riccardo Zoidl
- Roberto Giacobazzi
- Ruben Geerinckx
- Sebastian Baldauf
- Tadej Hiti
- Xhuliano Kamberaj
- Pianeta giovani
Nella settimana appena conclusa si è disputato il Giro del Friuli, un appuntamento fisso del calendario italiano dilettanti, se vogliamo "alternativo" perché molto più aperto alla partecipazione di team stranieri. Una delle poche vere occasioni di ampio confronto con l'estero, nel nostro bel paese, l'unica tra le corse a tappe. Un appuntamento che si ripete ormai dal 1962, organizzato da diverse società sportive, ultima il Gruppo Sportivo Giro del Friuli Venezia Giulia, presieduto da Giovanni Cappanera.
Quest'anno il Giro del Friuli ci restituisce un vincitore straniero, ma se vogliamo di casa: è Jan Polanc, sloveno di Kranj classe 1992, che ha fatto molto parlare di sé nei suoi primi 2 anni di dilettantismo e adesso è giunto ad un successo internazionale di peso. Ma ci presenta anche una Colpack frizzantina, un Daniele Dell'Oste che conferma le belle cose fatte vedere l'anno scorso e una Ceramica Flaminia molto attiva ma incapace di mettere a segno un acuto.
Il percorso del Giro del Friuli, di solito nervoso e ricco di tappe-trappola, quest'anno si è rivelato più lineare del solito: le prime due tappe sono state appannaggio dei velocisti, la terza e la quarta erano quelle "decisive" con l'ascesa del Piancavallo nella terza e soprattutto l'arrivo in salita sul monte Matajur nella quarta. Infine la quinta si prestava a diverse soluzioni, con un finale nervoso.
La partenza è stata data mercoledì da Cervignano del Friuli, per una frazione lunga ma facile, 177 km con arrivo a Mereto di Tomba dopo aver ripetuto 5 volte un anello di 12 km intorno alla città. Al via 26 team, di cui 11 stranieri, per un totale di 130 atleti: suscita curiosità la presenza inedita della nazionale albanese, nella quale troviamo corridori ormai da anni inseriti nell'ambiente italiano (Zhupa e Stojku, oltre che il primo anno Kamberaj), uno che c'è stato (Banushi, nel 2011 nella Cene Valle Seriana) e uno che non c'è mai sbarcato, Sufa.
Nonostante la prima frazione fosse facile, diversi corridori da classifica han tentato di infilarsi nelle azioni più importanti: citiamo Rovny, Orrico e Zoidl. Tuttavia nessuno è riuscito a prendere il largo e la tappa si è decisa in una confusa volata: a prevalere è stato Nicola Ruffoni della Colpack, su Filippo Baggio (Ceramica Flaminia) e Gomirato (Podenzano).
Nella seconda tappa si parte da Lignano Sabbiadoro per arrivare a Pordenone, per un totale di 158 km. Tappa anche questa facile, ma che ha visto un tentativo di fuga a 7 molto interessante, con attivi due uomini importanti come il Ceramica Flaminia Manfredi e Matija Kvasina, esperto croato della Gourmetfein e spesso spauracchio dei dilettanti italiani. Questa fuga si è rivelata più coriacea di quella della tappa precedente e i due, assieme a Lampa (Delio Gallina), Nechita (Zalf) e De Vos (Ovyta) hanno tenuto duro fino allo striscione dell'ultimo chilometro. Lì la Zalf ha lanciato un'ottima volata per Simion, ma Ruffoni come un falco si è piazzato alla ruota del velocista veneto e lo ha agilmente sorpassato negli ultimi 100 metri, come anche il belga Ruben Geerinckx della Ovyta. Bel bis per il velocista lombardo, il quale ha preso contatti con la Bardiani per un eventuale passaggio al professionismo che potrebbe concretizzarsi l'anno prossimo anche grazie a questo buon viatico.
Dalla terza tappa si comincia a far sul serio: da Azzano Decimo a Claut sono 166 km e mezzo, con il Piancavallo da scalare a 35 km dall'arrivo, a sua volta non facile. Sono a sorpresa i velocisti a prendere in mano la situazione, con una fuga che mette notevole pressione ai favoriti: dentro ci sono 16 uomini tra cui proprio il leader Ruffoni e Simion, nonché uomini tosti come Gaffurini, Andrea Fedi o l'ex-pro Paolo Locatelli. I 16 arrivano ai piedi di Piancavallo con ben 7 minuti di vantaggio, e terminano la scalata in 5, tra cui gli uomini tosti sopra citati, il belga Theuns (VI Technics) e lo sloveno Hiti (Radenska). In discesa si riportano sotto due ex-fuggitivi, il dominatore della Vicenza-Bionde Zmorka e il tedesco Schweizer, e 7 uomini scattati dal gruppo, tra cui troviamo molti dei favoriti principali: ad accendere le micce è stato Zilioli della Colpack con Polanc, poi si sono accodati Zoidl, Manfredi, Matteo Fedi e Rovny del blocco Ceramica Flaminia, infine Baldauf della NSP Ghost. Su questi altri 14 sono riusciti a riportarsi e a giocarsi la tappa: il successo è andato un po' a sorpresa a Paolo Colonna, altamurano della Colpack all'ultimo anno tra gli Élite, che ancora non era riuscito a vincere (il suo massimo successo è stato portarsi a casa la maglia di leader dei traguardi volanti nel GiroBio vinto da Betancur) in categoria. Colonna precede Dall'Oste e Rovny, ma è Michael Schweizer, trentenne della NSP Ghost, a prendere la maglia di leader della classifica: Schweizer, assieme a Theuns e Polanc, era l'unico del gruppo di testa presente nelle prime posizioni nella volata di Pordenone, dove si è formato un buco da 4" attorno alla ventesima posizione.
Non è però Schweizer l'uomo da battere e i giochi di classifica restano ancora aperti. La Colpack spera adesso in Zilioli e Orrico per continuare il filotto, mentre Davide Villella, rimasto fuori dall'azione buona a Claut, deve tornare a casa. Da Gemona al monte Matajur, salita storica della corsa sulla quale ha già primeggiato tra gli altri Gilberto Simoni, al confine tra Italia e Slovenia. Sono 145 km con un altro GPM in località Trivio da scalare, che metterà già in difficoltà il leader Schweizer. In più i corridori trovano una giornata fredda, caratterizzata da pioggia e vento.
Sulle rampe del Matajur, la prima vittima illustre è Zilioli, mentre Daniele dell'Oste tenta un'impresa solitaria scattando dopo 2 km. Si portano al suo inseguimento Polanc e Zoidl: lo sloveno schianta l'austriaco a 5 km dal termine, va a riprendere Dall'Oste e lo stacca nettamente, giungendo al traguardo con 25" di vantaggio sul Trevigiani, seguito a poca distanza da Rovny e Zoidl. Poi giunge Manfredi a 1' e Orrico a 2', mentre delude, oltre a Zilioli, anche Penasa, 17° a 3'38". Una gran prova di forza da parte di Jan Polanc, figlio d'arte (il papà Marko, suo ds alla Radenska, è stato dilettante negli anni '80 correndo sotto la bandiera Jugoslava) e prossimo ingaggio della Lampre-Merida: l'anno scorso c'è stato un accordo per farlo passare professionista ad agosto. Prima l'atleta sloveno sarà prima presente alla corsa di casa (il Giro di Slovenia, appunto), a questo punto per vincere, ed ai campionati nazionali e quelli europei in Repubblica Ceca.
L'ultima tappa, da San Canzian d'Isonzo a Corno di Rosazzo, prevede 150 km insidiosi, come da tradizione del Giro del Friuli: l'ultimo scollinamento, a Rosazzo, è a soli 6 km dall'arrivo. Una tappa senza grandi sussulti, che la Radenska ha controllato evitando che una fuga con dentro Penasa prendesse più di un minuto di margine. Alla fine sono arrivati in cinquanta a giocarsi allo sprint la tappa e stavolta Paolo Simion è riuscito ad evitare la rimonta di Ruffoni, terzo dietro a Gomirato. Ruffoni porta comunque a casa la maglia di leader della classifica a punti, mentre a Theuns va quella di migliore scalatore e a Gaffurini quella dei Traguardi Volanti. La classifica finale è naturalmente appannaggio di Polanc, assieme a quella dei giovani, con sul podio a 25" un soddisfacente Daniele Dall'Oste e a 28" Ivan Rovny, che si conferma rinato sotto la guida di Marrone e Borgheresi. La classifica vede poi in top ten Zoidl, Manfredi, Orrico, il bielorusso Krasilnikau (passato ai francesi dell Aix-en-Provence dopo due anni di esperienza così così negli USA), Kvasina, Matteo Fedi e Giacobazzi, capitano della General Store dal quale forse ci si aspettava un po' di più. Soltanto 17° Matteo Busato, vincitore dell'edizione 2011 (che però va detto, presentava un percorso diverso, senza arrivi in salita ma molto più nervoso).
Nota a margine: il Giro del Friuli Venezia Giulia si è disputato regolarmente ma non è stato esente dai problemi economici che tormentano ultimamente le corse italiane. Cappanera non ha potuto fare a meno di far notare che le questioni economiche sono tuttora da risolvere. A tal proposito, ha fatto scalpore alla vigilia del Giro la richiesta, da parte degli organizzatori, di un sostegno economico di 800 euro effettuata via mail nella lettera di accettazione della partecipazione. Un caso che si è venuto a creare, simile alla proposta di Brocci effettuata per il GiroBio, che ha destato notevoli polemiche e che la Struttura Tecnica ha subito cercato di sgonfiare, sottolineando che l'offerta proposta era assolutamente libera. Caso che ha comunque rivelato uno stato di non perfetta salute per una delle corse più belle e importanti del nostro paese.