Gran Premio Liberazione 2013: Ed ecco a voi Ilia Koshevoy! - Vittoria a sorpresa del bielorusso. Terzo Bettiol
dal nostro inviato
A volte può succedere che la montagna possa partorire il topolino ma non per questo certe vittorie possono apparire meno appassionanti. Anzi, a dire il vero di montagne oggi non ve n'era neppure l'ombra e se vogliamo di affinità con i ratti Ilia Koshevoy può aver avuto soltanto il suo agire fulmineo, sgusciante, tremendamente spietato per tutti gli altri che sul celebre traguardo delle Terme di Caracalla si aspettavano ben altri nomi più altisonanti.
Non bisogna però sminuire ciò che è stato capace di fare questo 22enne bielorusso, cresciuto a pane e ciclismo (entrambi i genitori vantano un passato da ciclisti), forte sul passo e che quest'oggi ha conquistato non solo la prima vittoria da Under 23 in Italia ma sicuramente un successo che può aprirgli orizzonti nuovi. E' una vittoria che sicuramente fa tanto bene anche alla Big Hunter-Seanese, sodalizio nato solamente nella scorsa stagione e che con questa prima, importantissima affermazione stagionale dà anche un pesante schiaffo a tutti i cosiddetti squadroni, dimostrando che non solo la fortuna ma anche le virtù sono necessarie per arrivare ad ottenere tali soddisfazione. Recrimina la Mastromarco di un Bettiol sempre costante, recriminano le varie Zalf, Trevigiani, Colpack che puntavano decisamente forte alla vittoria nella gara odierna. Recrimina però più di tutte l'Australia, che vede per la quarta volta negli ultimi cinque anni un proprio atleta terminare alla piazza d'onore dopo una gara garibaldina in cui ha dovuto fronteggiare anche la perdita, causa caduta, del suo protagonista più atteso, vale a dire quel Caleb Ewan che ci ha messo ben poco a dimostrare di essere un possibile portento.
Si è deciso così il 68esimo GP Liberazione, con un allungo ai 2 chilometri dalla conclusione dopo che l'azione decisiva si era sviluppata a due giri dal termine. Prima la gara era stata monopolizzata principalmente da un monumentale Damien Howson che aveva fattor capire in maniera eloquente quanto la nazionale aussie ci tenesse a portare a casa l'intera posta in palio. Il forte passista, già protagonista in altre gare internazionali di quest'anno come il Palio del Recioto (concluso in terza posizione) e il Trofeo Piva nonchè medaglia di bronzo agli ultimi campionati del mondo a cronometro, è riuscito ad inserirsi già all'inizio del secondo giro in un tentativo di avanscoperta in compagnia di Filippo Rudi della Palazzago e di Mattia Viganò della FGM M.I. Impianti, guadagnando subito un vantaggio prossimo al minuto. Una situazione che si è protratta finchè il conto dei giri alla conclusione non ha segnato -12 ed alle spalle dei battistrada si segnalava solamente un tentativo di avanscoperta di Rubakha e Falco e varie forature per alcuni componenti del plotone.
Howson si è quindi prodotto in un allungo irresistibile per tutti gli altri, facendo valere le sue ottime doti di passista che gli hanno consentito di mantenere nei confronti del gruppo un vantaggio attorno al 1'20". Alle sue spalle sono stati in tanti a provarci (tra questi Mosole, Marcassoli, l'ex campione del mondo Mohoric, tra l'altro vittima di una caduta nell'urto con una moto, Alban, Conte Bonin) ma senza che riuscissero a colmare il gap con lo scatenato australiano, che per lunghi tratti ha dato l'impressione di poter riuscire nell'impresa dell'anno. Neppure un altro passista dalle notevoli doti come Stefan Kueng è riuscito nell'intento di riaccodarsi a Howson, veleggiando spesso a bagnomaria tra il battistrada e il gruppo (45" il suo ritardo dalla testa della corsa) mentre una caduta, che nelle fasi precedenti aveva coinvolto in discesa una ventina di concorrenti, toglieva di mezzo uno dei grandissimi favoriti della vigilia come Caleb Ewan, costringendo la nazionale australiana a modificare completamente le proprie strategie per il finale.
La situazione ha cominciato decisamente a mutare a 3 giri dalla conclusione (-18 km al traguardo), quando alle spalle di Howson si sono portati Trosino (Mastromarco), Cremoni (Vibert Italia), Phelan (Australia) e Koshevoy (Big Hunter), raggiunti per qualche chilometro anche da Fiorenza (Food Italia), Villella (Colpack), Marcassoli (Palazzago) e Toniatti (Zalf), distanti non più di venti secondi dal battistrada ma con alcune delle squadre principali presenti nel tentativo (in precedenza ci aveva provato anche Scartezzini). Mentre Howson veniva raggiunto, la vera svolta la si è avuta a 2 giri dalla conclusione, quando dal drappello di testa si sono sganciati l'australiano Phelan e Ilia Koshevoy. L'accordo tra i due, ottimi passisti, è stato subito ottimo, tanto che il loro vantaggio è salito rapidamente nell'ordine dei venti, trenta, quaranta secondi nei confronti del gruppo in cui erano sempre meno i pretendenti al successo. Al loro inseguimento si sono gettati con coraggio Zurlo (Zalf), Nardelli (Gavardo), Bettiol (Mastromarco) e l'altro australiano Mulhern ma il loro impegno non ha sortito gli effetti sperati. E' così iniziata l'ultima tornata dove il vantaggio del duo di testa si è mantenuto stabile e a nulla è valso lo sforzo dell'ex tricolore allievi Stefano Nardelli per riportarsi in testa: l'affare è diventato cosa esclusiva di Phelan e Koshevoy e già ci s'interrogava su chi dei due avrebbe potuto prevalere allo sprint. A due chilometri dall'arrivo però, sfruttando anche l'ultimo strappo, Koshevoy ha operato la sua stoccata, guadagnando cinque, dieci, venti metri, che hanno finito alla lunga per piegare definitivamente l'australiano.
L'ultimo chilometro, fatto tutto in apnea, si è trasformato in un tripudio per Koshevoy, che è riuscito a resistere al disperato ritorno di Phelan e a centrare così la vittoria più importante della sua fin qui giovane carriera. Alle sue spalle uno stanco ma bravissimo Phelan ha centrato la seconda posizione mentre dopo 30" Alberto Bettiol, che nel frattempo era riuscito a staccare tutti gli altri, è andato a conquistare l'ultimo gradino del podio, anche se sicuramente nel costante corridore toscano sarà prevalso un po' di rammarico per la grande occasione sfumata. A 34" un bravissimo Nardelli ha centrato la quarta posizione mentre l'abruzzese Fonzi ha ottenuto il quinto posto a 39", precedendo proprio Andrea Zordan e Paolo Simion che regalavano alla Zalf piazzamenti carichi di rimpianti. Riccardo Stacchiotti, Gianni Bellini e Nicolò Rocchi hanno completato a 40" la top 10 nella volata del gruppo.
Si è concluso così un Gran Premio Liberazione molto vivace, che sotto la gestione di Andrea Novelli ha proposto per questa edizione anche interessanti iniziative collaterali quali una gara a cronometro riservata ai cicloamatori, una gara per Giovanissimi ed una pedalata cicloturistica con lo scopo di attirare ancor di più il pubblico a bordo strada in tempi in cui la situazione economica generale pone incertezza sul futuro. Il Liberazione però vuole ancora andare avanti e proverà a lottare in ogni modo per garantire la sessantanovesima edizione nel 2014. Nel frattempo il pubblico e gli addetti ai lavori si sono goduti una corsa avvincente ed un vincitore degno, che dopo questo successo proverà a lasciare il segno anche nel GP Industrie del Marmo di domenica prossima.
Del resto anche Ilia Koshevoy è conscio di aver ottenuto una vittoria importantissima per sè e per la propria formazione che ha creduto in lui dopo i primi anni difficili nel nostro Paese ma oggi può dare sfogo a tutta la sua gioia. Regalandola anche alla sua Bielorussia che tra tante difficoltà e a piccoli passi finisce per togliersi sempre più belle soddisfazioni.