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Tour de l'Avenir 2012: Cattaneo ci prova, Barguil non cede - Corsa al francese, ultima tappa al russo Pomoshnikov

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Warren Barguil conquista il  49° Tour de l'Avenir © tourdelavenir.com

Ci ha provato, Mattia Cattaneo, a vincere il suo primo Tour de l'Avenir. Ci ha provato perché nel 2011, dopo i trionfi da lui stesso un po' inaspettati a Pesche Nettarine e Giro Bio, aveva capito che nella corsa francese poteva essere più che competitivo ed il podio allora era lì a dimostrarlo. Cattaneo voleva andare oltre quel podio, voleva strappare quella maglia gialla a Warren Barguil ed entrare in Lampre - con la quale ha già disputato alcune corse ottime - con l'abito da sera. Non c'è riuscito ma vanno apprezzati i cinque, sei tentativi e forse più che il ragazzo di Alzano Lombardo ha piazzato lungo la salita che portava a Le Grand Bornand. Era solo un secondo a separare la maglia gialla Warren Barguil dal colombiano Chamorro, mentre Cattaneo era lì a 9", pronto ad approfittare di qualsiasi situazione favorevole. E se non fosse capitata la situazione, Mattia se la sarebbe andata a cercare.

Partenza da Beaufort per l'ultima frazione, quella della verità: da scalare Col de la Forclaz, Col des Aravis, Col de la Croix Fry e come ciliegina sulla torta Le Chinaillon, ascesa che avrebbe portato il gruppo all'arrivo. Insomma, il terreno per chi avesse voluto attaccare non scarseggiava di certo. Lo sa bene la Francia di Barguil che sin dal Col des Aravis piazza i suoi uomini in testa a tirare, attuando una scrematura da dietro che fa staccare moltissimi atleti. Infatti sull'Aravis il gruppo dei migliori è ancora bello compatto, con lo sloveno Jan Polanc che tenta l'attacco nella discesa. Anche Chernetskiy, quarto stamane a 15" da Barguil e soli 6" da Cattaneo, tenta l'azione solitaria, ma tutto è rimandato all'ultima ascesa.

Qui troviamo in testa 11 uomini: Barguil, Vimpère, Lavieu, Olivier, Polanc, Wellens, Jungels, Chernetskiy, Pomoshnikov, Chamorro e Paredes. Cattaneo in un primo momento è tagliato fuori ma in pochi chilometri rientra sugli 11 battistrada. Non è da solo e così a 12 km dal termine del 49° Tour de l'Avenir troviamo in testa questi atleti: Barguil, Vimpére (Francia), Wellens e Stuyvens (Belgio), Cattaneo (Italia), Polanc (Slovenia), Jungels (Lussemburgo), Olivier (Olanda), Chernetskiy, Tatarinov e Pomoshnikov (Russia), Konrad e Pöstlberger (Austria), Boswell (Usa), Chamorro e Rivera (Colombia), Lutsenko (Kazakistan) e Sepúlveda (Selezione UCI).

È proprio Sepúlveda a tentare l'affondo ai -5 km ma Pomoshnkikov ha il miglior colpo di pedale, contrattacca e se ne va. Mattia Cattaneo prova a sfruttare l'azione del russo e scatta. Una, due, infinite volte. Barguil si riporta sempre sotto ed anche Chamorro, che rischia di vedersi scavalcato in classifica dal ragazzo di Alzano, lo tiene ben d'occhio. Negli ultimi chilometri sono innumerevoli gli attacchi di Cattaneo ed i rientri di Barguil e Chamorro, seguiti dal gruppo dei battistrada.

Va a finire, come spesso succede in questi casi, che si giocano la vittoria un manipolo di atleti. Cattaneo anche nella volata ristretta, che pure non è il suo forte, prova a lanciarsi ma è Pomoshnkikov che parte come un siluro e regola proprio la maglia gialla Barguil, esultante, e l'austriaco Patrick Konrad. Seguono Ian Boswell, Bob Jungels ed il vincitore di ieri, Alexey Lutsenko. Quindi Chernetskiy, Sepúlveda, Chamorro e Cattaneo a chiudere la top ten, tutti con lo stesso tempo.

Il gruppo dei 16 battistrada è seguito da Jasper Stuyven ed altri, che chiudono con un distacco di oltre tre minuti dal vincitore. È così che la tappa della verità dice che il Tour de l'Avenir, dopo due anni di dominio colombiano (nel 2010 s'impose Quintana, nel 2011 Chaves), torna in Francia grazie a Warren Barguil (l'ultimo vincitore transalpino era stato Romain Sicard nel 2009). Ha saputo sfruttare al meglio le occasioni che gli si sono presentate, vincendo a Valloire nel giorno della scalata del Télégraphe. Si pensava avrebbe ceduto il giorno successivo, sulla Madeleine, ma la neve e l'accorciamento della tappa hanno aiutato la selezioni francese, giunta ad oggi con la maglia gialla ma un vantaggio tutt'altro che rassicurante sui più immediati inseguitori. Ebbene, quel secondo su Chamorro e quei 9" su Cattaneo Barguil li ha mantenuti eccome, con la migliore delle difese che potesse attuare.

Cattaneo si deve perciò accontentare di un comunque ottimo terzo gradino del podio che fa seguito a quello del 2011 e lo proietta tra i professionisti. Ai piedi del podio, quarto, troviamo Chernetskiy, con Boswell e Pomoshnkikov a seguire. Tatarinov, Olivier, Konrad e Wellens chiudono la top ten. Per i colori azzurri, Cattaneo a parte, Gianfranco Zilioli chiude al 24° posto a 9'02" da Barguil mentre Davide Villella è 28°. Delude un po' colui che forse, insieme a Cattaneo, veniva considerato come la punta dell'Italia: Pierre Paolo Penasa. Per il portacolori della Zalf soltanto un 37° posto a quasi 24' dalla maglia gialla, senza mai essere in evidenza.

Si chiude un Tour de l'Avenir che ha messo in luce la stellina dell'australiano Jay McCarthy nel prologo ed il dominio degli olandesi in volata, nella seconda tappa (Hofland su Van Poppel e Wippert). L'unica volata vera (e con strada che tendeva a salire), se è vero che sia la prima tappa che la terza hanno visto arivare una fuga: l'una con lo svizzero Silvain Dillier a regolare Villella, a 1" dalla maglia gialla, l'altra con l'austriaco Lukas Pöstlberger ad imporsi su Breen e Jungels.

E poi è entrato in scena Barguil, vittorioso a Valloire, sulla difensiva a Les-Saisies, dove si è ammirato un grandissimo Lutsenko, ed autoritario oggi. Gli scatti infiniti per ricucire su Cattaneo ed il secondo posto di tappa ne sono la prova. La maglia gialla, dunque, è ben più che meritata. Il futuro roseo, per questo ragazzo, molto probabile.

Francesco Sulas

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